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Per Angelo
14.08.2006

PER ANGELO

Nel ricordo della vita e dell'impegno appassionato di Angelo Frammartino, nella condivisione del dolore con chi lo ha amato, inviamo due testimonianze della profonda partecipazione e della solidarietà della società civile palestinese e della nostra rete di cooperazione internazionale.

A Gerusalemme, mentre continua il lavoro comune tra volontari italiani e attivisti palestinesi delle organizzazioni sociali non governative, sono in corso veglie e manifestazioni di dolore e di solidarietà.

Di seguito pubblichiamo:

- la lettera di Dyala Hussein, coordinatore del Centro di Aggregazione per Ragazzi "Torre del Fenicottero" dove Angelo stava lavorando come volontario;

- la nota di Anna Bucca e Sergio Bassoli, coordinatori della rete di cooperazione Arci e Cgil a Gerusalemme

- la nota degli operatori e i volontari di ICS a Gerusalemme ICS CONSORZIO ITALIANO DI SOLIDARIETA'

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Burj Alluqluq Social Centre

Jerusalem

Ai nostri Cari Amici Italiani

Angelo era un angelo arrivato a portare un soffio di aria fresca nel Centro Bury Alluqlaq a Gerusalemme. Durante il periodo della sua presenza, aveva portato sorrisi felici sui volti dei nostri giovani e dei nostri bambini. Angelo danzava con loro, dipingeva con loro, faceva sport, cantava e mostrava loro come essere felici. Soprattutto ispirava in loro un sentimento di speranza per il proprio futuro. Speranza di libertà e di PACE.

La sera prima della sua tragica morte, Angelo si era seduto con mia figlia Zeina, di diciassette anni, e aveva parlato con lei di se stesso, dei suoi valori, delle aspirazioni per il futuro. Lei era rimasta molto impressionata dalla sua apertura e dalla sua personalità positiva. Ora è ovviamente sconvolta e tristissima.

Anche la sorpresa e l’angoscia avvertita dai bambini al Centro Burj è stata evidente quando il mattino dopo non hanno trovato i loro amici italiani. C’è stata grande tristezza e confusione quando gli operatori sociali si sono messi a sedere con loro e hanno raccontato ciò che era accaduto. "Ma perché?" continuavano a ripetere! Noi tutti ci chiediamo "ma perche?". Fino ad ora, non abbiamo risposta.

Non c’è giustificazione per la tragica e violenta morte di Angelo. Non importa quale ragione possa essere addotta. Noi apprezziamo e amiamo profondamente i volontari e i giovani che vengono da tutte le parti del mondo per aiutarci a trovare la strada della pace.

Il nostro cuore, insieme alle nostre piu’ profonde condoglianze, vanno al signore e alla signora Frammartino, a sua sorella e a tutta la sua famiglia. Estendiamo il nostro cordoglio ai suoi compagni, alle organizzazioni della società civile, alle ONG, alle istituzioni, alle regioni e alle municipalità.

Dyala Husseini

Centro Sociale "Burj Alluqluq" ("Torre del Fenicottero")

Gerusalemme Est

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Andiamo avanti,

con la passione e gli ideali di Angelo

Anna Bucca e Sergio Bassoli

Coordinatori delle attività Arci e Cgil a Gerusalemme

Appena arrivati a Gerusalemme, il primo di agosto, abbiamo partecipato alla veglia per i morti in Libano, alla Porta di Damasco, a pochi passi dove Angelo, ieri sera, si è accasciato al suolo, colpito da una coltellata, secca precisa, mortale.

Domani sera le organizzazioni palestinesi di Gerusalemme, organizzeranno una veglia per lui, nello stesso punto dove è caduto e davanti a me ho la foto, di quel primo agosto, di Angelo con la candela in mano, come noi tutti, uniti per fermare la guerra, la violenza e costruire la pace. Incredibile.

Cosa è accaduto, come è potuto succedere un fatto così grave, quale spiegazione dare ?

Siamo venuti a Gerusalemme per fare cooperazione, per lavorare quotidianamente con i ragazzi del quartiere arabo della città vecchia, per rompere l’isolamento, il senso di abbandono in cui vive la popolazione palestinese di Gerusalemme, altri campi si erano da poco terminati tra Gerusalemme e Betlemme, iniziative che si ripetono da vari anni e che sempre ci mettono in tensione per la loro riuscita e per risolvere i tanti problemi che si debbono affrontare da queste parti.

Ma se guardo le foto che il gruppo ha fatto, vedo ragazzi italiani e ragazzi palestinesi insieme, che giocano, che scherzano, che si rincorrono e che costruiscono momenti di gioia; non vedo violenza, non vedo odio.

I dieci giorni passati al centro giovanile sono stati intensi, carichi di lavoro e di confronto tra le aspettative dei nostri ragazzi e quella dei giovani palestinesi, generando rapidamente amicizie e riflessioni sulle condizioni di vita e sulle tensioni sociali interne alla società palestinese.

La costante di questa regione, per la cooperazione, è la complessità delle situazioni, non solamente per la sicurezza, ma per la lingua e la cultura diverse, per l’occupazione e per la mancanza di sbocchi di pace e di giustizia.

Difficile, quindi, raggiungere risultati che mettano radici, che permettano di dar vita a processi e percorsi di sostenibilità, per la precarietà, per la mancanza di un quadro istituzionale definito, per la dipendenza dalle risorse esterne, per l’assenza delle istituzioni e dello stato.

Paradossalmente, una società civile senza controparte, una utopia dell’assurdo.

Noi, come tante altre ong italiane ed europee, internazionali continuiamo ad operare in questa regione dove gli spazi di dialogo e di tolleranza si stanno restringendo, dove la legge sembra essere quella della barbarie, ed il diritto è solo quello proprio non quello di tutti.

Siamo disarmati. Quanti progetti e quante attività bruciate via in un momento dai bulldozer e dai cannoni, anni di lavoro, donazioni e contributi pubblici buttati al vento, vite spezzate e ferite per chi rimane, difficili da dimenticare.

Ieri se ne è aggiunta una nuova, una ferita che non riusciamo ad accettare ma a cui dobbiamo far fronte e rispondere con gli stessi ideali e passione che un ragazzo di ventiquattro anni ci ha fatto conoscere.

Il centro giovanile La Torre del Fenicottero oggi è chiuso ed i ragazzi sono tutti increduli, scioccati, non possono credere a ciò che è accaduto, nessuno se ne da una ragione.

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Siamo sgomenti per l'uccisione di Angelo Frammartino, giovane volontario italiano, che si trovava a Gerusalemme per partecipare ad un campo di lavoro organizzato da Arci e Cgil con i bambini ed i ragazzi palestinesi del centro giovanile Burj al-Laq Laq, situato in una zona della città vecchia. Ci uniamo al dolore della sua famiglia, degli amici che erano con lui in Palestina, degli organizzatori del progetto in cui Angelo era coinvolto.

Nel nostro lavoro vediamo ogni giorno crescere la disperazione, la rabbia, la frustrazione nella popolazione palestinese, ora doppiamente vittima dell'escalation di violenza in questa parte del mondo. In Libano, la guerra di Israele ha provocato finora oltre mille vittime civili, un milione di sfollati, la distruzione delle infrastrutture civili. In Israele, sono morte oltre cento persone, e gli sfollati sono centinaia di migliaia. Inoltre, questo conflitto ha di fatto cancellato dai media e dall'agenda politica internazionale la Palestina, dove quotidianamente si continua ad assistere a distruzioni e morti.

In questa spirale di morte e distruzione, l'ingiustizia viene troppo spesso mascherata dietro alla retorica dello scontro di civiltà.

La polizia israeliana ha definito l'uccisione di Angelo un attacco terroristico.

Noi diciamo invece, che Angelo è un'altra vittima di questa logica di ingiustizia ed oppressione che da troppo tempo hanno sostituito la ricerca del dialogo e la costruzione della convivenza.

Chiediamo con forza che le autorità israeliane facciano luce su quanto accaduto e che si astengano da strumentalizzazioni politiche di questo tragico episodio.

Angelo era venuto per partecipare ad attività di solidarietà con la popolazione palestinese, per costruire ponti, e non scontri, tra le civiltà. Questo tragico evento dimostra che oggi più che mai, è importante continuare con il nostro lavoro di cooperazione, aiuto umanitario ed attività per la difesa dei diritti umani, la promozione dei valori della giustizia, della convivenza e della pace.

E continueremo a farlo, contro la logica della guerra e dello scontro di civiltà.

Anche per Angelo.

Gli operatori e i volontari di ICS a Gerusalemme ICS CONSORZIO ITALIANO DI SOLIDARIETA' sosteniamo i progetti di cooperazione internazionale dell'arci in palestina, israele, libano.

Tutte le informazioni e le schede di presentazione dei progetti su:

www.attivarci.it

www.arci.it

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