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Una nuova classe dirigente (di F. de Notaris)
7.09.2006
Prodi, Napoli, la Campania e la classe dirigente.
di Francesco de Notaris, 3 Settembre 2006

Il Presidente Prodi, Martedi 29 Agosto u.s., a Telese, in occasione della Festa del Campanile, all'interno di un intervento articolato, dinanzi ad amministratori e dirigenti politici della Campania, come riportato dai quotidiani e trasmesso dal Tg3 Campania, ha tra l'altro detto: " abbiamo bisogno di una classe dirigente forte e chiara che garantisca che le cose si facciano" e " di una classe dirigente forte, che faccia proposte, che abbia autorità".

Il Presidente si riferiva forse ad iniziative da portare a compimento o a eventuali nuovi progetti da realizzare.

Di certo, quasi ad indicare un esempio, ha ricordato l'esperienza della Coppa America assegnata a Valencia anteposta da Bertarelli a Napoli, che ne aveva fatto richiesta.

A detta del Presidente, Bertarelli aveva trovato nel Re di Spagna un interlocutore che gli aveva assicurato tutto ciò di cui vi sarebbe stato bisogno.

E non bastavano il mare e le favorevoli correnti. Occorreva "un sistema accogliente".

Ed il Presidente Prodi affermava che "il problema è mettere insieme il sistema".

Il giorno dopo, come riportato dalla stampa, in un comunicato congiunto firmato dal Presidente della Giunta regionale e dal Sindaco di Napoli si rendeva noto, ricordando l'attenzione cui erano fatto oggetto le opere cantierabili e i progetti, che "la classe dirigente locale ha lavorato in questi anni con serietà, impegno ed efficacia".

Gli Amministratori locali, immaginando di essere la classe dirigente o di poterla rappresentare in toto, avevano risposto. Un comunicato del portavoce di Prodi chiarirà successivamente che "dispiace che si possa fraintendere una frase che non era in alcun modo indirizzata agli Amministratori locali".

Noi non possiamo vivere di polemiche che nascono anche dalla confusione e dalla sovrapposizione dei ruoli in una società democratica.

La classe dirigente è anche formata da amministratori e politici, ma essi non sono tutta la classe dirigente nè la interpretano o rappresentano e neanche la fagocitano o cooptano o addirittura la individuano del tutto.

La classe dirigente è fatta da professionisti e artigiani, professori e commercianti, imprenditori, operai e dai loro rappresentanti, e così via e anche dai Parlamentari della Regione.

A Trento Michele Salvati, presso la Facoltà di Economia, parlò di " paesi europei, anche quelli a democrazia recente come la Spagna o il Portogallo che posseggono gruppi relativamente ampi di persone che nella sfera politica, ma anche in quella economica, antepongono sistematicamente l'interesse generale a quello di parte e selezionano le persone in base a principi universalistici, anzichè particolaristici. In altre parole, nella generalità dei Paesi ad economia di mercato e a regime pluralistico esiste una classe dirigente che, nelle sue decisioni, privilegia i bisogni collettivi, rispetto alle esigenze di singole categorie, il merito dei singoli rispetto alle loro appartenenze sociali, culturali e politiche, la valutazione obiettiva dei risultati raggiunti rispetto alle attestazioni di fedeltà. L'Italia pare non essere riuscita a creare qualcosa di simile neppure nel secondo dopoguerra. Occorre spiegare l'estraneità del nostro Paese a processi di selezione di stampo meritocratico di una classe dirigente capace di far valere interessi generali e principi selettivi di stampo universalistico".

Molti campani hanno comportamenti collettivi stravaganti. A loro soltanto è permesso amare, criticare, dolersi o far festa per la Città e per ciò che in essa accade, per la Campania e per la sua storia trascorsa, recente, attuale.

E' diffusa l'idea che "il Governo ci deve dare, ci deve aiutare" e che "ce la dobbiamo vedere noi".

Il lettore mi scusi per l'esemplificazione o forse per la banalizzazione delle quali sono consapevole.

Ma è storia quotidiana quella di voler difendere l'indifendibile e nel tranello cadono anche gli Amministratori.

In un sistema democratico, in un quadro di responsabilità, in una logica di etica delle responsabilità, ognuno è chiamato a svolgere il ruolo che gli è proprio.

In una comunità i meriti o i demeriti vanno individuati perchè il processo di sviluppo compia un cammino lineare.

Quindi, ripeto, non di polemiche abbiamo bisogno ma di futuro da costruire con tenacia, senza guardare indietro o star lì a mantenere "il potere" tra le mani e continuando ad illudersi di conservarlo.

Attenti a non chiamare "pace" il deserto procurato.

Si in Campania c'è bisogno di classe dirigente, di sistema da comporre e ricomporre, di democrazia, di Istituzioni che compiano processi decisionali rispettando le regole stesse della democrazia e quelle che si sono date (che cosa vuol dire partecipazione democratica; diamo uno sguardo agli stessi Statuti dei Comuni e alla loro realizzazione).

Insomma Prodi ha affermato che occorre una classe dirigente che sia tale.

Nulla di sconcertante! Che rivoluzionario il Presidente!

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