16.09.2006
Tano Rizza / girodivite.it.
Carcasse d’automobili, pezzi di vetro, siringhe, ricci di mare in decomposizione a sacchi, materiali di risulta di ogni tipo, mobilio vario, spazzatura, scarpe rotte, sacchi di immondizia. E’ questo lo scenario che ci ha accompagnato durante il nostro sopralluogo all’ex tonnara di Siracusa. Zona nord della città , tra il quartiere di S.Panagia e il pontile dell’Isab, dove si erge, imponente, la struttura di quella che è stata una delle tonnare più antiche e piene di storia della Sicilia, oggi ridotta ad un rudere. Non lontano da li c’è una piccola baia selvaggia, con gli alberi che vanno a lambire il mare, ma ad uno sguardo più attento abbiamo notato che il mare accoglieva anche carcasse di automobili e motorini.
Il tragitto che porta alla tonnara è costituito da una stradina asfaltata, con ai lati due discariche a cielo aperto. Si cammina per una decina di minuti in discesa, e poi davanti a noi si apre uno scenario suggestivo, quello della struttura dell’ex tonnara, con alle spalle il mare. Edifici rettangolari ben allineati, un corpo centrale che accoglieva le attività principali della tonnara, all’interno della recinzione è presente anche una chiesetta dedicata a S.Lucia. Alle sue spalle le basse case allineate che accoglievano i marinai e i contabili. Siamo entrati anche all’interno degli edifici. Il corpo centrale è costituito da ampie sale sorrette da archi e volte, gli spazi sono ben delineati da piccoli corridoi, ma per terra è una tappeto di immondizia e feci d’animali. Stesso scenario poco accogliente lo abbiamo trovato all’interno delle strutture abitative che accoglievano il personale della tonnara. Fortunatamente la chiesetta è stata murata, e all’interno non è possibile entrare, cosi si è evitata, almeno, un’altra discarica. Strutturalmente le costruzioni ancora "tengono", la parte centrale della tonnara è ancora in piedi, ma è pesantemente corrosa dagli agenti atmosferici, alcuni tetti sono bucati, altri non esistano più. Di porte è infissi non abbiamo trovato neppure i resti. Discorso a parte per le case basse, che sembrano uscite da un film di Emir Kusturica sulla guerra in ex Jugoslavia: pareti bucate, porte dilaniate, tetti crollati, infissi strappati, scritte sui muri, resti di falò. Qui è evidente la mano dei vandali, ma anche dei pastori che lasciano pascolare in tutta tranquillità le loro mucche e pecore all’interno dei ruderi.
Le strutture che abbiamo vistato risalgono a fine seicento, quando dopo il terremoto, la tonnara fu ricostruita ed ampliata. La storia di questa struttura parla di un passato glorioso, proprietà dei baroni Bonanno, Landolina, Trenzano, e dei marchesi Vico e Castellentini, era una tonnara di ritorno che lavorava fino a metà ottobre. Fu abbandonata negli anni cinquanta. Diverse le cause tra cui la minore quantità di pescato e il mare sempre più inquinato a causa delll’installazione delle industrie nella vicina zona industriale di contrada Targia e Priolo. L’espansione della città , con il tempo, inglobò la struttura nelle vicinanze del quartiere di S.Panagia.
Da allora un lungo e inesorabile declino. Un progetto di recupero e restauro è stato fatto, sono stati pure erogati i finaziamenti, ma di mettere in opera un cantiere per salvaguardare il sito se ne è solo parlato, promesse. Nel tempo sono state fatte fantasiose proposte di riqualificazione della struttura, c’è chi ne vorrebbe fare un museo del mare, chi un villaggio turistico, chi prospetta un progetto di riqualificazione più ampio che includa tutta la zona costiera di Siracusa, con tanto di pista ciclabile più lunga d’Europa. Ma nell’attesa la Tonnara resta lì, mezza discarica e mezzo monumento di archeologia industriale, meta di vandali e di pescatori di frodo, luogo ideale per tossicodipendenti e ladri di automobili e motorini.
Resta negli occhi di chi l’ha vista l’amarezza di un luogo bello e tranquillo, una potenzialità non sfruttata e lasciata al degrado...ma siamo a Siracusa e certe cose sono nella logica di questa città .
Fonte (con servizio fotografico) http://www.girodivite.it/La-tonnara-di-Siracusa.html
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