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Iraq: passaggio di consegne tra militari italiani ed iracheni
21.09.2006
Le autorità irachene annunceranno domani formalmente il passaggio di consegne operativo tra i militari italiani a quelli iracheni della responsabilità della sicurezza nella provincia di Dhi Qar (la regione di Nassiriya). Lo ha confermato oggi a New York il ministro degli Esteri iracheno Zebari, nel corso di un colloquio con il ministro degli Esteri italiano, Massimo D'Alema.

«Si apre oggi - ha osservato D'Alema - una fase nuova dell'impegno italiano per la ricostruzione dell'Iraq, alla quale l'Italia intende continuare a contribuire fattivamente nel contesto delle iniziative assunte dalla comunità internazionale per favorire il consolidamento della democrazia e la piena stabilizzazione del paese. L'assunzione oggi da parte irachena della responsabilità della sicurezza nella provincia del Dhi Qar costituisce una pietra miliare per il governo e popolo iracheno nel processo di costruzione di un Iraq sovrano, democratico, federale e unito».

«Tale risultato – ha aggiunto il titolare della Farnesina - è stato reso possibile anche grazie al sostegno determinante fornito dal contingente italiano alla ricostituzione di una capacità autonoma delle autorità irachene nel campo della sicurezza, unitamente ai numerosi progetti di ricostruzione e interventi in campo civile a sostegno della popolazione locale».

Nel corso della bilaterale, Zebari ha ringraziato D'Alema per l'impegno dei soldati italiani e ha voluto ricordare con lui i militari italiani che hanno perso la vita in Iraq. D'Alema, da par suo, ha confermato che l'Italia manterrà il suo impegno nell'Iraq nei settori della ricostruzione e della democratizzazione del Paese.

«Non possiamo dimenticare – ha puntualizzato D’Alema - che il nostro contingente per conseguire tale importante risultato ha dovuto pagare un elevato prezzo anche in termini di vite umane, da ultimo oggi stesso a Nassiriya». In mattinata, infatti, è rimasto vittima di un incidente stradale a 10 chilometri a sud ovest di Nassiriya, il caporalmaggiore scelto Massimo Vitaliano, effettivo in Italia al 19mo Reggimento Guide di Salerno, che porta a 32 il numero dei soldati italiani rimasti uccisi in Iraq dal giugno 2003.

Un altro militare italiano, questa vota però in Afghanistan, ha perso la vita ieri sera alle 23,05 ora locale (le 20.35 in Italia). Si tratta del caporal maggiore Giuseppe Orlando, morto per un incidente stradale nel distretto di Chahar Asyab, a circa 13 chilometri a sud di Kabul. Rimasti feriti in modo non grave, nello stesso incidente, il caporal maggiore Massimo Rizzo ed il caporale Giuseppe Fontana. I militari coinvolti sono effettivi alla 22° Compagnia Alpini del Secondo Reggimento di Cuneo.

Alla cerimonia di passaggio di consegne tra il contingente italiano e l'esercito iracheno, ha preso parte il ministro della Difesa, Arturo Parisi: «Il contingente italiano rientra, la missione Antica Babilonia è conclusa, la sicurezza della provincia è sotto la responsabilità irachena. Si tratta di un bene prezioso, che è stato fecondato dal sangue dei nostri due popoli».

Nel suo discorso Parisi ha ricordato i tanti caduti sia iracheni che italiani, «perdite dolorosissime. Cittadini e soldati italiani caduti qui nello svolgimento di questa missione il cui ricordo porteremo nel cuore, come negli onori delle nostre bandiere. Italiani caduti con gli iracheni, tendendo a questo risultato che oggi è raggiunto».

«Ho sempre rifiutato sin dall'inizio del mio mandato – ha aggiunto Parisi - di considerare l'idea di un ritiro delle truppe italiane dall'Iraq. L'Italia non è un Paese che si ritira. L'Italia è un Paese che mantiene i suoi impegni e completa le sue missioni. Ora il traguardo è tagliato - ha continuato Parisi - la missione è compiuta ed il contingente completerà nel prossimo periodo tutte le operazioni che porteranno a concludere il rientro». Ma, ha voluto sottolineare il ministro in conclusione: «l'Italia promette che resterà sino a quando le condizioni di sicurezza non saranno pienamente ristabilite, voi sapete e dovete sapere che potete contare sulla sua promessa qualsiasi siano le condizioni».

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