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La sproporzione |
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23.09.2006
Antonio Moresco / ilprimoamore.it. L’uscita di papa Ratzinger, le furibonde reazioni suscitate nel mondo islamico, gli scontri economici e geopolitici in atto, il sistema delle doppie verità su cui si regge tutto il mondo politico e della cosiddetta comunicazione. Mi sembra che ci sia una sproporzione gigantesca tra quanto sta succedendo e…quanto sta succedendo. Dire certe cose oggi, in mezzo a tensioni e guerre che calamitano le nostre preoccupazioni e le nostre passioni, può sembrare inopportuno o addirittura intollerabile. Tanto più bisogna dirle. Perché se non si esce dall’unico metro di interpretazione concesso non si può vedere come stanno veramente le cose. Perché se il non uscire mai dal nostro software ci sta portando dove ci sta portando, allora -di fronte a una simile sproporzione- bisogna cominciare a pensare sempre più in modo sproporzionato e a rifiutare l’impostazione dello stesso software. Per avvicinarmi al problema, provo a mettere in relazione due cose: Prima cosa. Nei mesi scorsi, in occasione delle ultime terribili fiammate di guerra nel Medio Oriente, si è usata molto la parola “sproporzione”. Si è discusso, ad esempio, se la reazione di Israele sia stata sproporzionata o meno. A me pare che sia in atto una sproporzione infinitamente più grande in cui tutte le altre sproporzioni sono comprese, ma che non è ancora emersa in tutta la sua impressionante evidenza agli occhi dei più. Seconda cosa. Un po’ di tempo è apparsa sulla Repubblica un’interessante e sconcertante intervista in cui l’astrofisico Hawking, immobilizzato sulla sua sedia a rotelle, dice di prevedere che la Terra entro cento anni sarà inabitabile. Virus (compresi quelli geneticamente modificati), guerre (comprese quelle termonucleari), inquinamento, disastri naturali, surriscaldamento… Cento anni! Nemmeno 500, 1000, che pure non sarebbero niente. Insomma, qualcosa che interesserà direttamente i nostri nipoti. Conclusione? Cercare di invertire la rotta, di controllare i nostri comportamenti distruttivi e autodistruttivi e di non rendere inabitabile per la nostra giovane specie questo pianeta? Niente di tutto questo. Bisognerà trovarci in fretta un altro pianeta. E siccome nessuno dei pianeti del sistema solare è abitabile, allora bisognerà cercarcene uno in qualche altra remota galassia, a distanze inimmaginabili e che neppure i nostri più potenti telescopi sono ancora riusciti a individuare. […]
Per leggere il seguito: http://www.ilprimoamore.com/testo_233.html
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