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Cpt? Un dissenso bulgaro ....
26.09.2006
Torno a casa dopo due meravigliosi giorni di formazione in quel di Montesole e mi accoglie una notizia che mi fa riflettere e anche indignare.

Un nome: Marianna Doncheva, stimata archeologa bulgara, direttrice di un importante museo di Sofia. Un nome capace di squarciare il velo e portare alla luce in un attimo quintali di ipocrisia che condiscono le parole di molti quando si parla di immigrazione. Dietro i "sì ma..." gli "è vero...però.." si nasconde troppo spesso l'incapacità di affrontare con uno spirito diverso, nuovo, risoluto il tema della presenza dei migranti nel nostro Paese.

Non scomoderò Baumann per sostenere che nel mondo globalizzato di oggi è la stanzialità e non certo la mobilità un fattore di arretratezza, di autoreferenzialità, di autarchia demodé. Eppure questa consapevolezza, pur diffusa, sembra essere tale solo quando si parla delle immancabili esperienze all'estero dei "figli della patria", i loro MBA, i loro tirocini negli States.

Non è più mobilità, non è più occasione di vita quando a muoversi sono dei disperati che affidano a criminali organizzati, ai loro barconi, e alla clemenza del mare di Sicilia le loro aspettative di vita.

Su di loro la regola del mondo globale, la retorica della mobilità come fattore di sviluppo, il mondo piccolo in cui i destini delle persone si intrecciano e si tengono molto più di un tempo, non vale. La loro "anomala" mobilità non è contemplata, non è apprezzata, è forzata all'immobilità dentro a orribili casermoni, tutti uguali (globali direi), con abbondanza di filo spinato. Ma non si parli per favore di carceri. Non è politically correct. Anche il linguaggio non sfugge alla violenza dell'ipocrisia. Questi disperati non sono reclusi, come ogni persona di buon senso direbbe davanti ad una qualsiasi di queste strutture "d'accoglienza". Bensì hanno "diritto di soggiorno" nei Cpt. Diritto di soggiorno capite.

E tutto questo succede nel silenzio pressoché totale dell'opinione pubblica, del ceto politico (quasi tutto). Si oscilla fra il "giusto provvedimento per il riconoscimento degli extracomunitari" al " male necessario" dei più liberal. Silenzio assoluto fino all'arrivo di Marianna. Eh, sì. Perché se a finire in un CPT ragusano, per l'assenza dei documenti necessari per entrare in Italia è una archeologadirettricedimuseo, beh...allora cambia tutto.

Una archeologa sbadata che per amore del suo fidanzato di Grosseto corre in Italia ignara della necessaria documentazione per soggiornarvi, non può finire in un CPT.. Eh, no. Ma allora qualche stortura questa storia dei CPT ce l'ha..

Un conto sono gli immigrati di Lampedusa, un conto è una stimata professionista dell'antichità. Razzismo di censo? come lo vogliamo chiamare. Disconoscimento del sacrosanto principio per cui la "legge è (non "dovrebbe essere ma..") uguale per tutti?

Si badi. Nulla contro la povera Marianna che starà vivendo una esperienza allucinante e inimmaginabile. Però è triste vedere come un problema diventi tale, come ci si ponga il pensiero di qualche problema con i diritti umani solo quando questi sono toccati a qualcuno che guadagna di più di 1000 euro al mese. Sotto quella soglia..l'oblio.

Ma ben venga il caso che desta finalmente l'opinione pubblica sul tema CPT. Mi auguro desti anche il nostro Governo da cui mi aspetto, con sempre maggiore impazienza, fra le tante liberalizzazioni, quella delle vite umane di tanti cittadini costretti ad un carcere senza essere mai stati processati.

Luca Rizzo Nervo

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