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Operazione fiumi 2006 |
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2.10.2006
Sessantamila volontari tra scout e cittadini insieme a 100mila alunni delle scuole elementari e medie di tutta Italia, saranno la risorsa più preziosa dell’edizione 2006 di Operazione Fiumi. La campagna di Legambiente realizzata in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, torna anche quest’anno a viaggiare lungo la Penisola per promuovere la prevenzione dal rischio idrogeologico e per l’edizione 2006 raddoppia il suo equipaggio: saranno 33 le tappe in 19 regioni, toccando i grandi fiumi come il Po, l’Adige, l’Arno e il Tevere fino alle fiumare calabresi e siciliane. A 40 anni dalla drammatica alluvione di Firenze un vero e proprio esercito di nuovi angeli del fango raccoglierà il testimone di coloro che in quell’occasione fecero della solidarietà una priorità di vita andando a realizzare concrete opere di prevenzione lungo gli argini dei fiumi. Le scolaresche saranno coinvolte in attività educative di informazione e sensibilizzazione e sempre in primo piano ci saranno il monitoraggio delle situazioni più a rischio e le proposte per una piena messa in sicurezza del territorio. Così Legambiente, Dipartimento della Protezione Civile, Scout dell’Agesci e del Cngei, l’Associazione nazionale Alpini, l’Associazione Vigili del fuoco in Congedo, le Misericordie e l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, la protezione civile delle regioni Marche e Sicilia riporteranno l’attenzione sul rischio idrogeologico in oltre 500 località da sud al nord del nostro Belpaese. Sono infatti 5.581 i comuni italiani ad alto idrogeologico , il 70% del totale. Tra questi 9 comuni su dieci hanno abitazioni in aree a rischio e oltre la metà vede addirittura sorgere in queste fabbricati industriali, che comportano in caso di alluvione, oltre al rischio per la vita dei dipendenti, anche lo sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Solo negli ultimi 10 anni, il nostro territorio è stato martoriato da ben 12.176 calamità idrogeologiche, dati che evidenziano come il territorio del nostro Belpaese sia fragile, dove basta un temporale per provocare nel migliore dei casi allagamenti e disagi. «Quel seme piantato 40 anni fa a Firenze dimostra ancora una volta di essere cresciuto – spiega Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente – il volontariato ambientalista e di protezione civile ha raccolto quell’eredità di solidarietà mentre purtroppo il territorio è stato reso più fragile dall’abusivismo, il disboscamento, la mancata manutenzione dei corsi d’acqua e l’urbanizzazione irrazionale. Il ricorrere di eventi alluvionali con conseguenze gravi per la popolazione – conclude Ferrante - non può essere attribuito solo alle intemperanze del clima, ma soprattutto a un modello di sfruttamento intensivo e poco programmato del territorio, che vede sempre più spesso sorgere abitazioni un po’ovunque lungo i corsi d’acqua, senza tenere conto del rischio idrogeologico».
Fonte: http://www.lanuovaecologia.it/natura/conservazione/6306.php
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