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Ci scrive un'amica che oggi vive in Belgio. |
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23.10.2006
Ha venticinque anni e si è laureata a Cambridge ormai quattro anni fa.
E' una persona molto in gamba. Ecco cosa pensa dell'Italia e della sua
guida. Per chi volesse leggere l'intervento come volgare antipolitica: è
figlia di una parlamentare che ha servito per più legislature tra i banchi del
centrosinistra.
"Carissimi,
[---] devo confessarvi che la mia permanenza in Belgio mi ha portato a
sentirmi lontana dalla politica italiana. Tornero' sempre a votare, perche'
il mio senso civico e' inalterato (ho votato pure qui, alle comunali, aiutando
verdi e socialisti a scalzare la destra dal mio Commune). Ma sinceramente
sono, per la prima volta nella mia vita, disgustata.
Finche' la classe politica
italiana sara' composta da mediocri uomini di eta' avanzata, finche' in
parlamento siederanno pregiudicati e condannati, saro' contenta di essere
lontana.
A giugno, prima del trasloco a Bruxelles, accompagnai mia madre alle
Scuderie del Quirinale per una visita guidata gentilmente offerta dalla
Vodafone ai parlamentari ed ai loro accompagnatori. C'erano vari loschi
omuncoli, tra cui [---], ed una manciata di mediocri donnette di mezza eta'
strizzate in vistosi tailleur. Davanti ai quadri sghignazzavano e chiedevano
domande imbarazzanti per un bambino delle elementari alla nostra splendida,
ed entusiasta, guida catalana.
Li' ho capito lo scoramento di mia madre nel
trovarsi circondata quotidianamente da persone del genere. "Vedi", mi ha
detto, "la classe politica italiana e' peggiore dei cittadini in generale".
E cosi' la mia distanza geografica si e' tradotta in distanza politica.
Ogni
notizia letta, dall'atteggiamento di Prodi e del governo sul caso Abu Omar-
Sismi e su quello delle intercettazioni, dalla conferma della riforma
Castelli, dalla defezione dei soliti dipietristi, non fa che aumentare il mio
scoramento.
Guardo la BBC, e poi guardo i tre canali Rai. E mi viene da piangere.
Uomini
attempati, pelati o tinti (perche' Prodi insiste nel voler apparire appena
brizzolato, e perche' Sircana e' corvino?!), urlano senza che alcun
giornalista ponga loro vere domande.
Ogni volta che torno in Italia mi deprimo. Quasi tutti i miei amici sono
emigrati, come me. Chi e' rimasto fatica a sopravvivere (da mamma' e papa',
beninteso, o, per i piu' ricchi, in appartamenti comprati da mamma' e papa'),
arrabattandosi tra mille lavoretti o assunti con contratti di 3 mesi da 600
euro netti al mese.
Il senso di declino e' cosi' evidente, tra i magnifici
palazzi pericolanti, lo smog che ti avvolge i polmoni, l'incivilta' delle
persone al volante, il traffico apocalittico. Ed in mezzo al disastro, in un
paese senza industria, dove politici ed affaristi aprono finte aziende con
fondi UE e/o statali per poi dichiarare bancarotta e lasciare gli operai per
strada, mandrie di giovani lobotomizzati, tutti vestiti in maniera identica,
cloni ipergriffati e consumisti intenti a buttare i guadagni (sudati o evasi)
dei genitori.
Intanto le bollette, in un mercato privatizzato ma non
liberalizzato, sono le piu' care d'Europa. Gli investimenti in ricerca sono
risibili.
L'alfabetizzazione informatica e' peggiore che in Turchia. Le
lingue straniere sono sconosciute.
Le donne in posizioni di potere sono una manciata
(le 19 donne in un governo di 100 persone relegate in ruoli 'femminili' e
ridicoli ministeri nazionalcattolici), in televisione i modelli femminili
sono la battona scosciata ed ebete e la casalinga che, sotto lo sguardo vigile e
severo di un uomo in giacca e cravatta che dispensa consigli, pulisceperterra o stende
il bucato.
Abbiamo la piu' bassa natalita' in Europa e la
piu' bassa percentuale di donne che lavorano. I gioiellieri dichiarano meno
dei maestri elementari.
Chi vende macchine dice di avere meno quattrini, alla
fine del mese, dell'operaio metalmeccanico che le produce. I turisti scappano dai
servizi di basso livello a prezzi altissimi.
Io dopo l'universita' in Gran Bretagna sono tornata. Non volevo far parte
della fuga dei cervelli. Dopo 3 anni di stages non retribuiti ed un master
ridicolo, ho rifatto le valigie e sono ripartita.
Qui ho uno stipendio che
per gli standard italiani (per non parlare del mondo delle ONG...) e' principesco
(tra stipendio e bonus vari esentasse, al netto prendo 1700 euro al mese),
pago gli enormi contributi (47% del mio stipendio, altro che aliquota al 28%) e ne
ricavo ottimi servizi sociali, ho un appartamento stupendo che pago quanto un
garage a Tor Pignattara, ho un lavoro che mi gratifica ed una posizione di
responsabilita'.
Vengo invitata a fare presentazioni a gruppi di parlamentari
europei. Viaggio. Tra il 25 ottobre ed il 5 dicembre saro', nell'ordine, a
Strasburgo, Vienna, Madrid, Parigi, Amsterdam, Roma. Vorrei tornare ma non lo
posso fare finche' non potro' avere le stesse condizioni in Italia.
Ho sempre
voluto che i miei figli crescessero in Italia, ma forse non e' una buona idea
per quanto riguarda il loro avvenire.
Un abbraccio,
[---]"
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