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«Caro Governo sono arrabbiata»
27.10.2006

Di Sabrina Ferilli.

In questi giorni, leggendo i giornali e vedendo i tg, sono sempre più perplessa e rammaricata. Guardo indietro e vedo i cinque angoscianti anni del governo di destra. Ricordo la grande mobilitazione del popolo delle primarie. Ripenso all´angoscia della notte dei risultati elettorali. E mi tornano davanti agli occhi le facce di tante tantissime persone, con gli occhi colmi di gioia e il cuore pieno di speranza per la nascita del governo Prodi.

«Ce la faranno - ci siamo detti tutti - perché la lezione ormai l´hanno imparata. Basta liti tra alleati, basta trabocchetti, sgambetti dettati più dall´interesse di bottega che da reali dissensi sul programma».

«Ce la faremo - ci avete risposto -! La coalizione è solida. Faremo cinque anni di buon governo all´insegna delle riforme e della solidarietà tra noi. Nell´interesse di tutti gli italiani e non, come ha fatto la destra, a favore degli affari di pochi».

E allora spiegatemi, spiegateci, tutti voi leader del centrosinistra. Cosa diavolo sta accadendo? Vedo ogni giorno la difficoltà nel far capire agli elettori che cosa il governo sta realmente facendo. L´ha ammesso lo stesso Prodi: «Abbiamo un problema di comunicazione». Ma è possibile che la lezione del ´96 non sia bastata? Cosa ci vuole a metter in mano la comunicazione a professionisti del mestiere e a fare in modo che governo e maggioranza parlino con una voce sola? E mi sembra che ci sia anche la difficoltà di percepire ciò che gli elettori si aspettano. Basta da solo l´esempio dell´indulto: la stragrande maggioranza degli italiani era contraria, la stragrande maggioranza del parlamento era favorevole. Non è quantomeno strano? E se si devono prendere provvedimenti impopolari quello era davvero il più urgente, soprattutto fatto in quel modo più pasticcione che bipartisan?

Per non parlare della Finanziaria. Anzi, «delle Finanziarie», visto che ogni esponente della maggioranza sembra avere la sua versione, forse in nostalgia dei vecchi tempi delle correnti della Dc e degli «assalti alla diligenza». Ma non si poteva discutere prima? Era inevitabile lasciare sul tappeto tutti i nodi che stanno emergendo? O pensate che il dibattito nella maggioranza è più divertente e costruttivo se viene fatto in piazza e in modo rissoso?

Una Finanziaria «pesante», di prospettiva, è stata definita quella in discussione. Ma era indispensabile fare tutti i sacrifici subito? Noi pensiamo di risalire in un anno senza farci capire dalla gente? Per carità, nulla da eccepire sul concetto che chi più guadagna più deve pagare. Ma se a questo non si aggiungono riforme serie e concrete e, soprattutto, un evidente miglioramento dei servizi che lo Stato offre, queste misure rischiano di apparire solo una «punizione» indiscriminata, anche per chi i redditi alti se li suda e non li lucra da rendite, speculazioni o quant´altro.

Chi ha votato la coalizione si sarebbe aspettato interventi immediati per fare piazza pulita di privilegi immotivati, di chi campa sulle spalle degli italiani. E invece ci troviamo ancora di fronte a situazioni intollerabili, come quelle denunciate domenica dalla brava Gabanelli a Report. Manager pubblici che hanno sfasciato le aziende «di tutti» e percepiscono stipendi annuali da due milioni di euro, e ne incassano 15 milioni se vengono licenziati. Gli elettori del centrosinistra si aspettavano che venisse colpito il mondo parassitario che gravita intorno alla politica, il pugno duro sulle istituzioni (Regioni, Comuni e via così) che compiono migliaia di assunzioni inutili e clientelari, la soppressione di quelle decine di enti-carrozzone da decenni ormai ritenuti «inutili» ma ancora dotati di consigli di amministrazione o comitati di gestione faraonici, nulla facenti e ben remunerati.

Insomma una bella lotta al malcostume che, anche a me che non so fare bene i conti, credo che consentirebbe allo Stato di risparmiare milioni e milioni di euro. È partendo da queste cose che si può chiedere la conferma della fiducia ai cittadini e, magari, anche qualche sacrificio.

Le misure impopolari sono tollerabili se contemporaneamente costruiscono un sistema migliore. I più poveri possono tollerare di non avere molto di più in busta paga, ma solo se vedono che risparmiano, e molto, nel tirare a campare perché si adottano misure che abbassano realmente il costo della vita. E allora: che fine ha fatto il programma di liberalizzazioni che aveva raccolto un grandissimo consenso tra i cittadini? I farmaci al supermercato sono certo una cosa utile e importante. Ma se resteranno il solo esempio realizzato delle riforme, tra poco non se ne ricorderà più nessuno.

Scusate lo sfogo, ma credo che molti, moltissimi elettori di sinistra come me, queste cose le sentano. E lasciatemi chiudere con una nota di ottimismo. Noi di sinistra siamo pazienti e ostinati. Sono convinta che lo è anche questa maggioranza con, in prima fila, gli uomini dei Ds che stanno al governo. A noi di sinistra basta poco per ritrovare la forza e la speranza. Per esempio il Ponte sullo stretto di Messina: grazie per averlo fermato davvero. L´avevate promesso e l´avete fatto. Un carrozzone in meno e soprattutto risorse importanti liberate per opere pubbliche molto più urgenti e importanti per il Sud. Sono sicura che è solo il primo passo. Avanti con gli altri però, con decisione. E noi tutti saremo ancora e sempre al vostro fianco.

Fonte: www.unita.it

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