La grande favorita della vigilia supera il 50% dei voti fin dal primo turno. Sconfitti Laurent Fabius e Dominique Strauss-Kahn - Sarà lei la candidata socialista per l'Eliseo
PARIGI - "Ségolène Royal è la candidata socialista per le presidenziali francesi". L'incoronazione della vincitrice è arrivata a tarda sera dal portavoce del Ps che oggi ha celebrato il rito delle primarie chiamando al voto i 220mila iscritti. Quando sono stati scrutinati circa il 20% dei voti la prima donna con una buona probabilità di andare all'Eliseo aveva il 63% delle preferenze. Nettamente staccati gli altri due candidati: l'ex premier Laurent Fabius e l'ex ministro degli Esteri Dominique Strauss-Kahn. Sarà Ségolène, 53 anni e 4 figli, compagna del segretario del Ps Francois Holland, a sfidare l'attuale ministro degli Interni Nicolas Sarkozy che sarà indicato da un congresso dell'Ump il 14 gennaio prossimo.
E' stata una ascesa, quella della Royal, che non ha conosciuto cali nell'opinione pubblica e che ha finito con il contagiare pezzi sempre più importanti del partito. Ora sono con lei 52 segretari di federazione, più della metà .
E' nata a Dakar, dove il padre, ufficiale di carriera, prestava servizio. E' stata ministro dell'ambiente, della scuola e della famiglia in governi socialisti degli anni '90, ma deve la sua popolarità politica soprattutto alla conquista della regione Poitou-Charentes nel 2004, feudo dell'allora primo ministro conservatore Jean-Pierre Raffarin.
Da quell'affermazione è partita lanciarsi nella corsa per l'Eliseo ed ha organizzato una sua campagna, denominata 'desiderio di futuro', all'insegna della democrazia partecipativa. Le sue dichiarazioni sul sociale e sulla partecipazione le sono costate l'accusa di populismo da parte dei suoi rivali.
Così come quelle sull'"ordine giusto", sui giovani, sulla scuola o sulle 35 ore hanno provocato forti polemiche, perché ritenute distanti da quelle del progetto socialista approvato dalla direzione del partito. A Laurent Fabius, che nel corso di una dibattito televisivo glielo ha fatto notare, la Royal ha risposto: "Ma il progetto socialista non è il Libretto rosso" della rivoluzione culturale cinese.
E' uscita indenne dai confronti - tre alla tv e tre in pubblico - ai quali è stata praticamente costretta dai suoi due rivali molto più esperti di lei soprattutto su questioni internazionali, che puntavano ad indebolirla. In tutti i vari dibattiti più che ai militanti socialisti la Royal si è sempre rivolta al "popolo francese".
(16 novembre 2006)
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