Il rapporto «Aggirare il divieto internazionale di tortura. Le responsabilità del Governo Israeliano e dell’Autorità Nazionale Palestinese»
La Coalizione Uniti contro la Tortura pubblica il rapporto “Aggirare il divieto internazionale di tortura. Le responsabilità del Governo Israeliano e dell’Autorità Nazionale Palestinese”.
Uniti contro la Tortura, una coalizione di ONG internazionali, israeliane e palestinesi che si sono alleate contro la pratica della tortura e dei maltrattamenti in Israele e nei Territori Occupati Palestinesi, annuncia la pubblicazione oggi del suo primo rapporto annuale, dal titolo “Aggirare il divieto internazionale di tortura. Le responsabilità del Governo israeliano e dell’Autorità Nazionale Palestinese”
Il progetto Uniti contro la Tortura, finanziato dall’Unione Europea e coordinato da ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà Onlus, si propone di rafforzare la cooperazione tra le varie organizzazioni per i diritti umani e di aprire la strada ad una strategia coordinata contro la tortura e i trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
“Il rapporto evidenzia come dopo lo scoppio della Seconda Intifada, molti dei metodi utilizzati nel passato – e proibiti nel 1999 dalla Corte Suprema di Giustizia – sono di nuovo in uso e la tortura dei palestinesi detenuti dal GSS israeliano è ancora una volta ampiamente diffusa”, dichiara Audrey Bomse, coordinatrice ICS del progetto. “Tuttavia, seppure alcuni metodi brutali di tortura fisica siano ancora in uso, allo scopo di cercare di ‘legalizzare la tortura’, essi sono oggi sostituiti da più sofisticate tecniche di tortura psicologica”.
Il rapporto si basa su una missione di ricerca condotta in Israele e nei Territori Occupati Palestinesi nell’aprile 2006 e sull’analisi di testimonianze, sentenze di tribunali, proposte di legge e altra documentazione. Nella prima parte, viene affrontata la questione delle norme sui diritti umani e del diritto internazionale umanitario applicabili alla situazione di Israele e dei Territori Palestinesi Occupati, l’ordinamento legale interno relativo alla tortura e ai maltrattamenti e le tendenze attuali nell’esecuzione di tali pratiche.
La seconda parte del rapporto analizza i fattori che contribuiscono all’impunità per i crimini di tortura e maltrattamenti. Sono al proposito rilevanti i tentativi di aggirare il divieto internazionale adottando definizioni restrittive di tortura e maltrattamento, così come attraverso la previsione nel sistema legale israeliano di un’ampia esimente dello stato di necessità per gli atti di tortura, in violazione della natura assoluta delle norme internazionali per la prevenzione e repressione della tortura.
“Un obiettivo cruciale di questa rapporto è aumentare la pressione nei confronti del Governo Israeliano e dell’Autorità Nazionale Palestinese affinché adottino misure immediate ed efficaci per combattere la tortura e i maltrattamenti” sostiene ancora Audrey Bomse. A tal fine, il rapporto indica una serie di raccomandazioni per le autorità israeliane e palestinesi che enfatizzano la necessità di conformarsi agli standard internazionali sui diritti umani e di accettare i meccanismi internazionali di controllo.
Le raccomandazioni specifiche per il Governo Israeliano comprendono:
- l’accettazione della procedura sui reclami individuali prevista dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura e da altri trattati internazionali sui diritti umani;
- l’invito al Relatore Speciale delle Nazioni Unite contro la Tortura per una visita nel paese;
- la previsione nel codice penale israeliano di un reato specifico di tortura, in linea con l’articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura;
- l’esclusione dell’esimente dello stato di necessità come esenzione dalla responsabilità penale nei casi di tortura o maltrattamento.
Le raccomandazioni all’Autorità Nazionale Palestinese includono l’adozione di una specifica norma penale che proibisca senza eccezioni la tortura e i maltrattamenti.
Roma/Gerusalemme, 5 dicembre 2006
Il rapporto “Aggirare il divieto internazionale di tortura” è disponibile su Internet all’indirizzo www.icsitalia.org