17.12.2006
Al secondo piano del casolare di via Malvezza c’è la stanza di Kornel. Un lenzuolo arancione alla parete per occultare quel troppo bianco, e troppo sporco. Uno specchio ai piedi del letto, e nell’angolo opposto una televisione. Stava guardando Il gladiatore. No, non mi disturbi, dice, L’ho già visto tante volte. La moglie resta distesa sul letto, è arrivata dalla Romania solo da tre mesi, ancora non parla italiano. Sta quasi tutto il giorno qui, a vegliare, in questo casolare occupato da rom che da anni occupano campi e casolari bolognesi e regolarmente vengono sgomberati. Su una panca messa di traverso davanti allo specchio ci sono diversi peluche. Il più grande è un coniglio argentato con le orecchie che gli spuntano da un cappello di circo. Gli fanno corona due o tre orsetti marroni. Sono di mio fratello che sta nell’altra stanza, dice Kornel, Lui è qui con due figli. Ti piacciono? dice, Prendine uno! Ho risposto di no, dentro di me qualcuno ha detto che era brutto togliere una cosa a chi ha così poco. E invece sarebbe stato bello e giusto prenderlo, e non solo perché lo desideravo, ché addirittura ho pensato, se pensare è la parola giusta per il lampo di un’immagine, che un domani avrei avuto piacere a farlo diventare l’orsetto di mio figlio, io che fino ad ora non sono mai stato sfiorato da pensieri paterni, non solo per questo sarebbe stato giusto prenderlo, perché lo desideravo e lo vedevo nel mio futuro, ma anche perché con quel gesto avrei sottratto un pezzo di Kornel a quello stato d’eccezione, lo avrei restituito a una normalità condivisa attraverso un gesto di accettazione e di cannibalismo, portandomi via un po’ di lui, un po’ della sua carne e della sua gioia. Invece ho esitato, e ho mancato. Mi sono portato via solo le sue parole, e la sua stretta di mano, e il suo accompagnarmi fino alle scale da dove si scende al piano terra, dove gli altri rom stavano a guardare la televisione insieme a Luciu, il boss del casolare, un uomo di un quintale e oltre, con i capelli lunghi tirati all’indietro, maniere spicce, tatuaggi e una maglietta da metallaro.
Kornel, 33 anni, è originario di Kraiova, la città da dove vengono la maggior parte dei romeni bolognesi. In realtà Kornel viene dalla zona di Kraiova, da un paese a una ventina di chilometri dalla città , e ha sempre fatto il bracciante agricolo. Poi, negli anni novanta, con l’agricoltura non si sopravviveva più, i contadini sono stati costretti a vendere gli appezzamenti di terreno che un tempo appartenevano allo stato, e molti sono stati acquistati da agricoltori italiani in attesa delle sovvenzioni che presto cominceranno ad affluire dalla Comunità europea. Allora Kornel è venuto in Italia, cinque anni fa, e da tre lavora come elettricista, ovviamente in nero essendo lui clandestino, anche se il suo padrone è un bravo ragazzo che gli ha pagato perfino un viaggio in Romania a suo tempo, e che vorrebbe pure metterlo in regola se potesse, ma non può. Lui fa l’elettricista e suo fratello il muratore, ma almeno il fratello ha fatto venire il figlio, Kornel non può permetterselo, suo figlio è in Romania con suo padre, e lui da tre anni non lo vede. I peluche stanno qui nella sua stanza, lui li guarda e pensa al figlio che vede riflesso in quei peluche ai piedi dello specchio.
Adesso quei peluche sono ancora lì, ai piedi dello specchio. Ma non c’è Kornel, e neppure sua moglie. Loro sono venuti a prenderseli ieri mattina le forze dell’ordine, alle cinque e mezza. Sono arrivati silenziosamente, con due pullman, bloccando l’ingresso della strada, una strada lunga e dritta tra i campi, di fronte il muro di una zona militare, e hanno circondato il casolare. I cinquanta rom, compresi i neonati e le donne incinta, si sono fatti prendere senza opporre resistenza, abituati come sono agli sgomberi e alle deportazioni, è una vita che vengono sgomberati e deportati. Le forze dell’ordine in cambio li hanno fatti vestire, ma non hanno potuto prendere niente, hanno dovuto lasciare lì vestiti, televisioni, peluche. Li hanno portati in caserma, e fuori c’è un aereo charter che porterà Kornel e sua moglie indietro in Romania. I peluche invece sono rimasti. E questo è il motivo ulteriore del mio mancamento.
“Vogliamo ringraziare le forze dell'ordine per lo sgombero dei 50 rom avvenuto stamattina in via Malvezza a Bologna, ma anche l'onorevole del Carroccio Gianluca Pini che lunedi' scorso ha fatto un sopralluogo nella zona e ha denunciato la situazione. Questa operazione dimostra che se c'e' la volonta' e la determinazione i problemi si possono risolvere”'. Il segretario provinciale della Lega Nord di Bologna, Manes Bernardini, ha commentato cosi' lo sgombero di 50 rom effettuato oggi all'alba a Bologna da Polizia e Carabinieri.
Fonte: http://www.lageritaliani.splinder.com/post/10245470
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