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La Tav rifondata
17.12.2006
Pierluigi Sullo / carta.org -

Lo dichiaro subito: non capisco nulla né di politica né di economia, perciò faccio un giornale demenziale come Carta, che invece si occupa di esseri umani, possibilmente associati. Però qualche volta una pulce si sveglia nel mio orecchio. In questo caso, una folla di pulci. Il tema è il rapporto tra Tav e legge finanziaria [o meglio, la Tav dentro la legge finanziaria], e di conseguenza la Tav e la "sinistra radicale" [Rifondazione per prima], per i cui partiti i valsusini hanno votato in massa: e non perché sono comunisti, italiani o di altra nazionalità, ma solo perché quei partiti si opponevano alla Tav. Bene, la pulce è questa [lo abbiamo già scritto nel settimanale in edicola, ma ora si aggiungono altri raccapriccianti dettagli]: di colpo, con un paio di emendanti, scrive il Sole 24 Ore, il governo decide di scaricare sulla finanziaria altri 13 miliardi di spesa [a occhio un quasi 30 per cento in più su una manovra già molto pesante, come i fischiatori di ogni tipo comunicano a governanti e sindacalisti]. Al punto che il rapporto tra deficit e Pil, quello che dovrebbe stare sotto il 3 per cento, balza all'insù fino al 5 e rotti [secondo il giornale degli industriali] o addirittura al 6 [come dichiara il ministro Visco]. L'evento eccezionale è che questo sfondamento non suscita alcun dibattito, nessuno scandalo, nemmeno un titolino al telegiornale, che so, un accenno ad Anno Zero o a Ballarò, e figuriamoci Porta a Porta. La "sinistra radicale", a tutte le apparenze, non fa una piega, e vota, vota e vota. Insomma, niente. Salvo brevi informative [è la parola giusta] sul sole 24 Ore, che giustamente bada al sodo.

Come si spiega questa catastrofe invisibile? La parola pagina è: Tav. Per farla breve [e se ho capito bene, sapete come sono complicate la politica e l'economia], accade che l'Unione europea bocci il meccanismo truffaldino [perché fa figurare come investimenti privati i crediti delle banche garantiti, e poi pagati, dallo Stato, proprio quel che sta accadendo] di finanziamento delle linee ad alta velocità, inventato a suo tempo dal creativo Tremonti. Quei soldi, dice la Ue, devono figurare nel bilancio dello stato. Così, il governo Prodi decide di metter mano alle tasche [di noi tutti] e di colmare il debito accumulato fin qui dalla società finto-privata Ispa per la linea Tav Torino-Napoli: sono i famosi 13 miliardi [25 mila miliardi circa di lire, l'entità di una finanziaria corrente]. Anzi, precisa il Sole 24 Ore, 12,95 miliardi. Ma non è finita qui. Siccome si presume che la Tav, una volta funzionante, produrrà utili [non è vero, ci sono studi che dimostrano il contrario: ci vorrebbero miliardi di passeggeri super-paganti che non ci saranno], le ferrovie [Fs] potranno, liberate da quel debito, contrarre un nuovo mutuo da 6 miliardi, garantiti appunto dai futuri guadagni, che servono a completare la tratta principale di quella famosa linea Torino-Napoli: il cui costo complessivo, dovrebbe essere [ma anche qui c'è da dubitarne, considerato che il costo-chilometro dell'alta velocità è già oggi il doppio che in Spagna] di quasi 20 miliardi di euro, più - dicono le Fs - altri 10 miliardi in futuro.

Riassumendo. Se uno viaggerà da Torino a Napoli, in futuro, sfrecciando lungo le pianure, tagliando le montagne [il Mugello], sotto-attraversando Firenze [8 chilometri di tunnel], irrompendo dentro Roma fino a una mega-stazione Tiburtina e precipitandosi verso Napoli, risparmierà, diciamo, un'ora, anzi due, vogliamo essere generosi. Quanto fa 30 miliardi [di euro] diviso 120 [minuti]?

Ma lasciamo perdere, queste sono malignità da trogloditi. Guardiamo alla modernità. Come si troveranno gli ulteriori 10 miliardi, "a cui vanno però aggiunti - scrive il Sole 24 Ore - 3 miliardi di debiti contratti da Fs" prima della truffa tremontiana? Allora: 6 miliardi vengono dal mutuo già citato; 2,1 "sono confermati in finanziaria nelle pieghe del comma 968 come nuove risorse statali", dice il Sole 24 Ore [e ci risiamo, quindi non si tratta di 13, ma di oltre 15 miliardi]… va bene la faccenda continua così, come i conti della spesa di casa. Basti dire che per finanziare la Tav si sottraggono fondi alla rete ordinaria, a cui vengono destinati, nei prossimi anni, circa 4 miliardi: una sproporzione drammatica.

Chi lo va a raccontare ai due macchinisti morti sulla linea di Trento? E perché la "sinistra radicale" vota a favore, se è contraria alla Tav? Si vede o no che razza di follia, anche finanziaria, è l'alta velocità? E' per caso questa la ragione per la quale tutto questo viene tenuto sotto il tappeto da tutti, ma proprio tutti?

Fonte: http://www.carta.org/editoriali/index.htm

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