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Nuova mozione unitaria a prime firme Rutelli e Parisi
23.12.2006

Margherita, si va verso lo scioglimento per confluire nel Partito Democratico

La Margherita è pronta a perdere i suoi petali e a confluire nel Partito Democratico. La svolta è avvenuta in serata quando alla fine gli esponenti dei Dl hanno trovato un compromesso che oltre a rilanciare fortemente il progetto del PD lascia con il cerino in mano i Ds.

Alla fine ha vinto la mediazione ed è stato trovato un compromesso che ha portatoa una mozione congressuale unitaria, con primi firmatari Rutelli e Parisi, che annuncia che si va allo scioglimento del partito.

Nel documento si ribadisce un no secco a qualsiasi federazione di partiti, mentre invece si prende un posto in prima fila nel Partito democratico. Uno schiaffo alla richiesta di tempo, venuta dall’ultima direzione della Quercia.

Negli ultimi incontri Parisi aveva posto l’aut aut a Rutelli. Sospinto dalla componente più ulivista (dalla iperprodiana Magistrelli al coriaceo Bordon, dall’anti-corrotti Manzione al sottosegretario Lettieri), il professore era pronto a ritirare la mozione congressuale in segno di protesta. A questo punto, però, Rutelli ha preso il toro per le corna. E convinto l’area ex ppi, De Mita in testa, che fare la bella figura con Prodi, creando un problema grande quanto una casa a Fassino, non costava nulla. Anzi, potrebbe essere il modo per provocare una corposa scissione a sinistra della Quercia, che rafforzerebbe non poco le quotazioni dei centristi all’interno del Pd.

Non solo, è sato il ragionamento dei Popolari, in questo modo si evita il rischio di finire, nel futuro Partito Democratico, per essere un'ala subalterna dei Ds. Una vittoria per Prodi, un cerino che sta per spegnersi nelle mani di Piero Fassino.

***** 

A valle della riapertura dei termini per il deposito delle mozioni congressuali, deliberata dalla Direzione federale convocata il 22 dicembre 2006, è stata presentata una mozione nuova e unitaria a prime firme Rutelli e Parisi. Il dispositivo di tale nuova mozione recepisce gli elementi di sostanza della originaria mozione ulivista.

Il Congresso di Democrazia è Libertà-La Margherita è chiamato a proseguire nel cammino intrapreso dal partito, rafforzando le scelte che l’hanno caratterizzato e sviluppando le intuizioni sulle quali è nato l’Ulivo.

La strada percorsa in questi cinque anni di vita della Margherita ha prodotto molti significativi risultati. All’atto della costituzione di DL-La Margherita i riferimenti all’Ulivo riguardavano la necessità di compattare e rilanciare la coalizione di centro sinistra. Il duro e positivo lavoro di questi anni, diffuso in modo crescente nel territorio nazionale e nelle amministrazioni, e sancito dalla lista comune nelle elezioni politiche 2006 e dalla nascita di gruppi dell’Ulivo sia alla Camera che al Senato, rende ora possibile concretizzare sotto il simbolo dell’Ulivo la nascita del Partito Democratico.

La Margherita ha realizzato e deve proseguire a rafforzare la preziosa integrazione tra culture, esperienze politiche ed organizzazioni di provenienza per poter concorrere adeguatamente alla nascita del PD. In questa prospettiva assumiamo l’impegno a superare le criticità e i limiti della esperienza maturata. Tale impegno è reso necessario e urgente dalle domande nuove che caratterizzano questa fase della nostra storia. Dalla necessità di dare risposta alla crisi delle democrazie, nella capacità di coniugare rappresentanza e governo delle complessità sociali e delle contraddizioni presenti nel nostro tempo. Dal bisogno di dare compimento ad una transizione di sistema ancora lontana dall’approdo, rafforzando la competizione bipolare,contrastando l’antipolitica, il populismo mediatico, il corporativismo sociale e territoriale. Vogliamo realizzare un progetto capace di contribuire ad una società più aperta, più libera, più giusta, in grado di promuovere la mobilità sociale, il ricambio generazionale, la piena partecipazione e valorizzazione delle donne e del talento femminile,l’inserimento dei nuovi arrivati. Di accrescere gli spazi di libertà per vincere tutte le forme di privilegio, di discriminazione, di ingiustizia, di illegalità e di arbitrio.

Un progetto per il paese che veda nel PD il soggetto trainante per la modernizzazione italiana, la costruzione di una coesione sociale ancorata all’innovazione profonda dei poteri pubblici, dei servizi pubblici, della regolazione economica, nella consapevolezza che a questa generazione politica spetti la responsabilità di restituire all’Italia, declinando una cultura contemporanea della libertà, un posto importante nella competizione e nella collaborazione internazionale.

Il progetto che intendiamo realizzare richiede un partito nuovo, vero, nazionale. Un partito di popolo, partecipato, trasparente. Un partito che prefiguri nella sua vita interna la democrazia che disegna per il Paese. Un partito strutturato su un solido ed efficiente impianto federale. Un partito nel cui profilo progettuale e programmatico sia riconoscibile ed evidente il moderno riformismo di cui siamo portatori: innovazione, solidarietà, sussidarietà dovranno camminare insieme.

Dovremo promuovere un nuovo welfare capace di rispondere alle grandi trasformazioni sociali e demografiche:invecchiamento della popolazione,crisi della natalità,precarietà del lavoro,immigrazione.

In questa prospettiva, cruciale è la capacità di assicurare un rigoglioso e vitale pluralismo culturale al futuro partito, nel quale si confronteranno e concorreranno le migliori tradizioni del cattolicesimo democratico e popolare, della liberaldemocrazia, delle ispirazioni socialista, laico-riformista, ambientalista.

Anche ispirandosi all’esperienza della Margherita, il partito nuovo non potrà che essere un partito unitario, in cui si realizzi la convergenza e convivenza di persone con origini, percorsi politici e culturali fra di loro anche molto diversi all’interno di un comune progetto politico.

Nella costruzione del partito nuovo, in particolare,

• intendiamo promuovere la cultura dell’autonomia tra politica, corpi intermedi, rappresentanze sociali e poteri economici.

• intendiamo affermare – come è scritto nella Carta degli Intenti fondativi della Margherita – la fiducia nella scienza e il sostegno alla libertà della ricerca, coniugate con il dovere di affinare il discernimento etico e di elevare la soglia della stessa vigilanza politica, consci che, soprattutto con riferimento all’inizio e al termine della vita umana, "non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente lecito".

• intendiamo affermare il valore della laicità non già come indifferenza alle esperienze religiose, ma come distinzione di responsabilità tra convinzioni religiose e compiti delle istituzioni. Laicità che nella vita interna del PD esige rispetto, conoscenza reciproca, comune impegno a interpretare le differenze culturali, ideologiche e religiose non già come un problema ma come una risorsa.

• intendiamo contribuire al rinnovamento della politica e all’allargamento della democrazia, anche attraverso una sostanziale riforma della legge elettorale, restituendo potere decisionale ai cittadini e contrastando la frammentazione dei partiti.

• intendiamo riaffermare la vocazione riformista e la missione europeista come fattore identitario del partito nuovo anche riguardo al sistema di rapporti internazionali. In questo senso siamo impegnati a promuovere una vasta alleanza internazionale delle forze di centrosinistra,capace di rinnovare profondamente la configurazione esistente. La strada che noi scegliamo non è la confluenza nel PSE ma la costruzione,con il PSE e con tutte le forze democratiche e di progresso presenti in Europa,di una grande rete dei riformisti impegnata prima di tutto a sostenere il processo di integrazione politica. Una rete di solide relazioni internazionali che sappia allargare la collaborazione e le iniziative comuni innanzitutto con i Democratici americani e quelle maggiori formazioni democratiche che già da tempo lavorano per risposte innovative, partecipative, eque e sostenibili, per la pace, la sicurezza e la promozione dei diritti umani.

• intendiamo allearci con quanti rispondono alle sfide della globalizzazione costruendo soluzioni che vanno oltre le classificazioni e le categorie che hanno marcato il XX Secolo.

Siamo consapevoli della stretta connessione tra il processo di costruzione del Partito Democratico e la riuscita del governo Prodi. Ci impegniamo nel più forte sostegno al Governo e nella qualificazione della sua azione riformatrice, consapevoli che il suo compito è decisivo per il ritorno allo sviluppo del Paese, la ricostruzione della civiltà della vita istituzionale, il recupero di un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini.

Gli italiani, e segnatamente gli elettori di centrosinistra, hanno imparato a conoscere l’Ulivo. Esso evoca i valori dell’unità, della novità, dell’apertura, del buon governo. Il Partito democratico deve rappresentare un passo avanti, non un passo indietro rispetto all’Ulivo; un suo inveramento e un suo sviluppo, non una sua involuzione.

Nel solco dell’Ulivo, il Partito Democratico deve coinvolgere come protagonisti cittadini e associazioni, così come deve aprirsi, sin nella sua fase costituente, a quei soggetti politici che, pur non avendo finora preso parte ad essa, dovessero maturare nel tempo una disponibilità e una condivisone.

Un Partito democratico che sia popolare ed aperto, che stabilizzi e sviluppi l’esperienza dell’Ulivo, non una struttura quale che sia, che nel momento elettorale si rivesta del suo simbolo.

Il simbolo dell’Ulivo non deve dissolversi in una vicenda priva di sostanze, valori, progetto politico.

Il Partito democratico che l’Italia attende, il Partito democratico che possa aspirare ad essere quel soggetto a vocazione maggioritaria che porta il paese fuori dalla troppo lunga transizione, deve essere all’altezza del sogno e della speranza dai quali negli anni novanta è nato l’Ulivo e assicurare all’Italia un credibile ruolo internazionale.

Tutto ciò premesso, il Congresso di Democrazia è libertà –la Margherita:

• stabilisce come obiettivo fondamentale la partecipazione al processo di fondazione del Partito Democratico.

• individua come condizione per la nascita del PD l’apporto coerente e qualificante della Margherita e come condizione perché ciò avvenga l’unità del Partito.

• stabilisce che le deliberazioni finalizzate al tracciato indicato al termine del seminario del 6-7 ottobre 2006 di Orvieto siano adottate in intesa e con un processo parallelo con i Democratici di Sinistra: elezione del Presidente e dell’Assemblea costituente, da tenersi tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008; avvio di un dibattito approfondito da sviluppare attraverso una rivista periodica, da diffondere anche via internet; promozione di attività formative comuni; costituzione di gruppi consiliari unitari dell’Ulivo, a cominciare dalle Regioni; presenza delle liste dell’Ulivo nelle elezioni amministrative con l’obiettivo di farne il punto di forza delle coalizioni del centrosinistra.

• riafferma il valore del ricorso ad elezioni primarie per le cariche monocratiche amministrative e di governo, da inserire in un processo di vasta partecipazione e responsabilizzazione democratica.

La Margherita si impegna a dar vita al PD come partito nuovo e unitario che raccolga, intorno ad un progetto di cambiamento dell’Italia, democratici delle più diverse estrazioni, nel segno dell’effettivo superamento delle originarie appartenenze.

Il PD, sin dalla sua fase costituente, è perciò aperto alla più larga partecipazione di cittadini che intendano aderire ad esso in forma personale e diretta.

Di conseguenza la Margherita orienterà da subito la propria azione e le proprie iniziative su questa prospettiva, attivando la partecipazione più assidua e motivata di iscritti e militanti, che costituiscono l’ossatura del partito.

Il congresso di DL – La Margherita assume la formale decisione: all’atto di nascita del Partito Democratico verrà conclusa l’autonoma attività politica della Margherita e sarà conferito agli organi dirigenti il mandato di definire le procedure, le garanzie nella transizione tra soggetti promotori e con tutte le forze partecipanti e le modalità di attuazione degli adempimenti connessi alla fase costituente.

La Margherita concorda sulla necessità che tutte le aree e le sensibilità politiche che hanno fondato e che si riconoscono nel nostro partito concorrano unitariamente allo

svolgimento e alle deliberazioni dei Congressi territoriali, locali e regionali, e al Congresso Federale.

A tal fine è stata insediata su mandato della Direzione una commissione di garanzia, incaricata anche di assecondare e guidare le intese necessarie.

La presente mozione costituisce un contributo unitario alla riflessione e alla partecipazione più larga del Partito; potranno collegarsi le liste elettorali che ad essa si richiameranno nei congressi territoriali, con i loro specifici e coerenti contributi.

Primi firmatari

Francesco Rutelli

Arturo Parisi

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