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Il caso Moretti a Bologna
10.07.2003
Marina Deserti [assessore alla cultura della giunta Guazzaloca: la nostra Moratti; n.d.s.] sta con An: "La Cineteca metta qualcuno vicino a Moretti per evitare comizi". Il centrosinistra: "L'assessore si dimetta".

"Censura", "dimissioni", "Minculpop alla bolognese": è una bufera quella scatenata sul monologo di Nanni Moretti in programma dopodomani alla Sala Borsa [la biblioteca più visitata d'Italia] nell'ambito della rassegna della Cineteca "Cinema sotto le stelle". Dopo le proteste del consigliere di An Massimiliano Mazzanti ("E' l'unico ospite che non verrà affiancato da un interlocutore; così la Cineteca gli dà la possibilità di fare un comizio politico"), ieri la giunta ha dato manforte alle rimostranze del centrodestra con una dichiarazione dell'assessore alla cultura Marina Deserti: "Spero che Nanni Moretti venga a parlare solo da regista e non a fare un comizio, non ne avrebbe diritto né motivo". Non solo: da Deserti parte l'affondo alla Cineteca: "Ha tempo per rimediare" affiancando al regista "un critico o un interlocutore", suggerisce l'assessore, che parla ventiquattr'ore dopo la presentazione della rassegna, alla quale lei stessa ha partecipato accanto al direttore dell'Istituzione, Gianluca Farinelli. Ieri l'altro, poi, di fronte a una lettera di Mazzanti, Deserti sceglie il silenzio, che rompe però ieri con parole che hanno fatto sgranare gli occhi e che spingono tutta l'opposizione di Palazzo D'Accursio a chiedere le dimissioni: "Deserti non può rimanere al suo posto. Le sue parole sono irrispettose fino al ridicolo nei confronti dell'artista, al quale vorrebbe affiancare un tutore, e lesive dell'autonomia della Cineteca". Le reazioni alla posizione della giunta Guazzaloca si susseguono una dopo l'altra, mentre la Cineteca sta in silenzio come del resto il regista di "Aprile", che sarebbe rimasto "sconcertato" dalla polemica, secondo quanto riferisce il girotondino Benedetto Zacchiroli, dopo che ieri l'altro ha sentito Moretti al telefono. In sostanza Deserti dà ragione ad An e lo spiega pure in una lettera spedita a Mazzanti: "Come lei sa - scrive l'assessore - la Cineteca, istituzione del Comune di Bologna, gode di notevole autonomia culturale e gestionale e in questo quadro si collocano le sue scelte. Nel caso cui lei fa riferimento, forse ingenua è la decisione di non affiancare al regista Moretti un critico cinematografico o altra personalità della cultura che possa al meglio illustrare la qualità dell'artista ospite in un confronto sulla sua opera e solo su questa. Mi auguro che il responsabile di questi incontri voglia rimediare a tale dimenticanza e che il signor Moretti venga a parlarci del suo film "La stanza del figlio", perché è per questo che è stato invitato. Ricordando anche che, chi va al cinema in Piazza Maggiore, ci va da spettatore e che in tale occasione, né la Sala Borsa né la Cineteca sono luoghi di arringa politica".


Quello che ormai è diventato "il caso Moretti" non passa inosservato neanche al candidato sindaco Sergio Cofferati, che dopo l'incontro con la Margherita risponde così ai giornalisti: "Mi pare una cosa assurda, assolutamente fuori luogo. Non si capisce perché un artista non debba essere messo in condizione di svolgere il suo lavoro liberamente. E' un diritto che dovrebbe essere dato a tutti al di là delle loro opinioni e dell'appartenenza politica. Nanni sarà in Piazza Maggiore in una funzione ben precisa". Il senatore diessino Walter Vitali parla di "vergogna" nel "discriminare personalità della cultura" e nel trattare Moretti come "un sorvegliato speciale": "Anziché difendere il programma della Cineteca e la serietà professionale di Moretti - aggiunge - l'assessore fa propria la sollecitazione di An invitando la Cineteca a rimediare. E' inammissibile". La deputata diessina Giovanna Grignaffini ricorda l'analogo caso di Pino Cacucci, personaggio "sgradito" al Comune, e conclude con "un nome antico e conosciuto: censura". I Verdi commentano così: "Roba da Minculpop alla bolognese", mentre secondo il Pdci "la destra vorrebbe tornare ai tempi di libro e moschetto". L'unica voce della maggioranza è del presidente della commissione cultura, l'azzurro Giuseppe Mioni, secondo cui c'è "il rischio" che a Moretti possa "sfuggire qualche battuta politica". In serata parla anche il vicesindaco Giovanni Salizzoni, che rimane in bilico: "Se Deserti ha detto quello che ha detto avrà le sue ragioni", aggiungendo che Moretti è "persona intelligente e ottimo regista".



Da "Il Domani di Bologna" del 9 luglio


[Paola Frontera]

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