14.01.2007
Sergio Baratto / ilprimoamore.com -
Effettivamente in questi giorni a Milano si gira con il giaccone aperto, almeno nelle ore più soleggiate. Il termometro della prima farmacia segnava 14 gradi sopra lo zero, ma poteva benissimo essere un guasto dei sensori. Il fatto è che anche la seconda e la terza segnavano temperature simili (per la precisione tredici e quindici). In Corso di Porta Romana, verso il crepuscolo, ho incrociato un giapponese di mezza età , con i capelli lunghi, un berretto da pescatore e solo una felpa attillata indosso. Sembrerebbe l'ennesima variazione sul tema "non ci sono più le stagioni di una volta", un adagio assurto a simbolo della banalità ripetuta e molesta. Sennonché, rovistando tra un dispaccio d'agenzia e una notizia di gossip, ti capita di leggere che, secondo l'ente meteorologico nazionale britannico, esiste il 60% di possibilità che il 2007 sia l'anno più caldo mai registrato. La perniciosa combinazione tra le correnti calde del Pacifico (l'effetto El Niño) e l'aumento dei gas serra potrebbe generare un incremento delle temperature medie di 2-6 gradi, con conseguenze tragiche (accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai, aumento del livello del mare, alluvioni e uragani devastanti). Probabilmente sono solo l'ennesimo catastrofista paranoico, il classico noglobal apocalittico disintegrato. Anzi, lo spero. Resto in attesa di chiarire se sono lungimirante o soltanto pirla. Nel frattempo, voglio dedicare un pensiero commosso all'isola che non c'è più. Si chiamava Lohachara, galleggiava placida nel Golfo del Bengala e un tempo ospitava 10.000 abitanti, poi evacuati per manifesta incapacità di sviluppare le branchie. La causa sarebbe l'ira di Dio, o in alternativa il progressivo innalzamento degli oceani. Se hanno ragione questi qui [vedi link 1] e la seconda ipotesi è falsa, resta solo la prima (in tal caso rimane da capire con chi Dio è incazzato e per quale motivo). Il prossimo febbraio l'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) renderà noto il suo nuovo rapporto. Si tratta della "bibbia" della climatologia, lo studio in assoluto più autorevole nel campo dei cambiamenti climatici globali. Staremo a vedere. Sarà forse perché quaggiù tira una brutta aria, ma in ogni caso sembra che la nuova frontiera della stronzaggine umana sia lo spazio. In questi giorni circola una strana notizia, rigorosamente classificata tra le "curiosità dai media mainstream , secondo cui alcune società israeliane, britanniche e statunitensi starebbero vendendo lotti di terreno sulla Luna (quattro kmq – cioè un acro – per circa trenta euro). Pare anche che gli acri lunari si vendano come il pane. In sé la cosa ha tutte le caratteristiche della bufala. Può darsi: intanto ci si può fare un'idea andando a visitare il sito della Lunar Land Owner, magari approfittandone per comprare uno o due ettari di terra. Ripeto, può darsi che sia davvero una (mezza) bufala o che meriti veramente solo la qualifica di notiziola bizzarra. […]
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link 1: http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=0000000019
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