Stanno tutti tremolanti, in attesa. Sono i pensionati, gli anziani che hanno concluso una vita di lavoro. Ascoltano, dolenti, la canea sollevata nel Paese, la grande inesorabile caccia. Tutti e da tutte le parti li chiamano in causa e additano la loro terribile colpa: vivono troppo a lungo. La famosa crescita della "speranza di vita" sta provocando un aumento a dismisura delle spese previdenziali. E loro, i pensionati, più o meno autosufficienti, cinicamente continuano a vivere, a spendere, a dissipare il patrimonio della nazione.
Non è che propongano di gasarli o di provocare improvvise epidemie di letali influenze. Sono però tutti alla ricerca di una soluzione e loro hanno paura. Perché hanno letto da qualche parte che se magari si mettono le mani frettolosamente sui terribili "coefficienti", qualcuno può rimetterci. E così le pensioni al minimo possono scendere da 436 Euro mensili a 430. E in tal modo il loro stile da nababbi subirebbe un duro colpo.
Però i teorici dell’irruzione presto e subito nel sistema pensionistico si affrettano a sostenere che non sono spinti dall’odio verso la classe dei vecchi. Lo fanno, invece, per uno smodato amore nei confronti dei giovani. La loro è una santa crociata a favore dei Co.Co.Co. o dei Co.Pro. i ragazzi e le ragazze che l’età della pensione altro che allungarla. Non la vedono proprio. Dovranno sgobbare fino ai 90 anni. E nessuno dice come salvarli da tale destino.
C’è poi chi per l’età della pensione tira fuori teorie innovative, diversificate. Si allunghi l’età pensionabile per alcune categorie e non per altre. Non gli operai, bensì gli impiegati. Si le maestre d’asilo ma non quelle delle elementari. Si i professori delle medie ma non quelli dei licei. Sono giunti a tali conclusioni dopo lunghi studi. E hanno così compreso che il metalmeccanico che lascia un dito negli ingranaggi è usurato dal lavoro nella stessa misura di un operaio chimico addetto al controllo di un computer del grande impianto. O che avere a che fare con mocciosi di cinque anni è assai difficile che badare ai bulli adolescenti.
Pensioni, pensioni. E' il tema dal giorno. Nessuno si preoccupa del fatto che la gran parte della vita uno (o una) la scorre nell’attività lavorativa. E che c’è chi ama il proprio lavoro, perché (nel suo caso) è bene organizzato, i diritti degli individui sono rispettati e non umiliati. E non ha nessuna voglia di andare in pensione. Fin che si può. Semmai sono i padroni che ti cacciano perché hanno bisogno di carne fresca.
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