Il dibattito sui pacs sta diventando una babele. E allora parlo anch'io.
Io sarei per il sì. Da catto-gaudente qual sono, non condivido il pessimismo del Papa e di Ruini. Non si tratta di destabilizzare la famiglia più di quanto sia già stata terremotata negli ultimi quarant'anni, bensì di regolare esperienze di vita presenti in una società pluralistica. Sarei favorevole ma con la limitazione ai soli omosessuali.
Mi spiego meglio.
Per gli eterosessuali basta e avanza il matrimonio civile. Che non solo è così facile da celebrare ma che soprattutto prevede un giusto equlibrio tra diritti e doveri. "Se vuoi il diritto, assumiti il dovere". Oggi invece si è diffusa una concezione esclusivamente soggettiva dei diritti come crediti o vantaggi, ottenuti automaticamente una volta espresso il desiderio. E' una visione individualistica-libertina che non condivido. Perché, ad esempio, la comunità dovrebbe garantire pensioni di reversibilità a cittadini che, sulla base di una più che legittima scelta, non hanno voluto neanche recarsi davanti a un ufficiale di stato civile per dichiarare le proprie intenzioni?
Per i gay invece non c'è nulla. Sarei quindi favorevole ad un riconoscimento delle unioni omosessuali, che diventi supporto sociale e economico di fronte ad una convivenza stabile e solidale. Non sarei invece d'accordo se il riconoscimento significasse una sorta di "sacramento laico", teso a occultare i limiti oggettivi dell'omosessualità . Questo dei limiti è un argomento quasi tabù, specie nel centrosinistra. Invece, a mio avviso, non lo si può omettere. "Stare con lo stesso" non è eguale a "stare con il contrario", non foss'altro perché solo dalla unione dei contrari possono nascere figli. Come si può pensare ad un'indifferenza pubblica sull'alterità sessuale proprio nei due momenti in cui essa si estrinseca appieno, cioè nella scelta del partner e nella filiazione? Quindi resti ferma la distinzione tra un patto di simili e l’alleanza tra uomo e donna (per il succedersi delle generazioni).
Pensiero finale.
Cos'è un uomo? Un uomo è un vuoto: l'anelito a una donna.
E cos'è una donna? La donna è un vuoto: l'anelito a un uomo.
Sono ciò di cui sono privi.
Cos'è la felicità ? La felicità è la riunione di due vuoti, che a furia di ascoltarsi, abbracciarsi, impregnarsi fanno nascere un pieno. Non è eccitante e meraviglioso?
Saluti affettuosi, anzi di più, baci rosso fuoco
Giovanni
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Giovanni Colombo
presidente nazionale della Rosa Bianca
consigliere comunale di Milano