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Da Milano un messaggio chiaro: unità delle forze riformiste
24.01.2007
Se dici che le cose vanno bene e che c'è spinta verso il PD, non fai notizia; un articolo non pubblicato di Riccardo Sarfatti sul grande evento del 16 dicembre a Milano

Seicento persone, stipate in un sabato natalizio alla Camera del Lavoro di Milano, per una giornata di lavori “Verso il Partito Democratico”, hanno testimoniato in modo inequivocabile – e ce ne è bisogno! – l’interesse e la domanda dei cittadini, per il progetto di rinnovamento della politica italiana e di unità delle forze riformiste.

Per la prima volta, nel mio ricordo cinquantennale di Milano, in una stessa sala si è realizzata la grande novità, politica e culturale, dell’ unità convinta e senza alcuno strascico delle polemiche del passato, tra iscritti ai partiti e non iscritti, la cui partecipazione è stata dello stesso peso, quantitativo e qualitativo. Nessuna, neppur lontana, logica di “disarticolazione” e “contrapposizione”: anzi “il fare finalmente insieme” come spinta anche di nuovi entusiasmi.

Questa è una delle grandi ragioni di fondo, spesso dimenticata nel dibattito sul PD: esso dovrà tenere insieme quanto da tempo, per ragioni storiche, ideologiche e politiche, è stato diviso. La linea di demarcazione fra “partiti” e “società civile” è ormai artificiale e, nelle situazioni più mature, superata. Sono convinto così sia per Milano e la Lombardia, dove ormai, in entrambi i due mondi degli iscritti e dei non iscritti, vi è la nuova coscienza della “reciproca indispensabilità”. Il percorso delineato ad Orvieto si farà insieme, sapendo che i partiti da soli non sono in grado di vincere tutte le resistenze verso la nuova formazione, e che le associazioni hanno bisogno di organizzazione e struttura, per superare i limiti dello spontaneismo e della saltuarietà che hanno spesso contraddistinto le esperienze passate. Il PD deve anche saper parlare a tutti quei cittadini interessati alla politica che oggi non hanno un partito, ma che ora vogliono averlo per il futuro.

Il mondo esterno ai partiti, che ho definito “delle identità sfumate” può contribuire in modo rilevante alla nuova formazione almeno per due ragioni.

In primo luogo perché, partendo dal dibattito sul territorio, a livello locale, come ha dimostrato in questi mesi l’esperienza dell’Associazione per il Partito Democratico in quasi tutte le regioni italiane, non è difficile abbattere gli steccati fra “dentro” e “fuori” i partiti. Il rinnovamento della democrazia passa anche per nuove relazioni fra le persone; nel rapporto tra di chi fino a oggi non ha partecipato alla politica, ma che ad essa ha molto di offrire, e chi della politica ha tutta l’esperienza, nell’accoglierne il reciproco contributo, scaturisce una linfa capace di produrre nuove progettualità e nuovi entusiasmi.

In secondo luogo il mondo “delle identità sfumate” può aiutare a superare le barriere “fra” e “dentro” i partiti, perchè, nella esperienza della sua vita quotidiana, ha già fatto le sintesi delle grandi culture del ‘900. Ciò vale in particolare per giovani, donne, anziani.

Nel problema del rapporto fra le “identità forti”, presenti nei partiti, e le “identità sfumate”, del più ampio contesto sociale, sta il grande problema della riconnessione tra politica (e partito) e società. Cioè il superamento della autoreferenzialità della politica (e dei partiti).

Anche per questo è importante che il nuovo partito accolga l’esperienza socialista -democratica e quella cristiano-democratica, ma anche le altre grandi tradizioni del paese. Gli eredi della grande cultura socialista, quelli del partito repubblicano, le molte anime ambientaliste e altri movimenti che hanno contribuito al rafforzamento della cultura democratica nel nostro paese, come l’Italia dei Valori, sono tutte tessere centrali per il mosaico della futura formazione.

Che avrà senso solo se sarà un soggetto aperto, plurale, davvero democratico: ad includendum e non ad excludendum.

Veniamo infine a Milano e la Lombardia. L’esigenza di rinnovamento della politica è forse qui più forte che altrove. Il mondo produttivo e riformista ha spesso formulato domande incomprese o disattese dalla classe dirigente. Basta pensare che, nei 5 anni di Governo Berlusconi, non sono state stanziate nemmeno le risorse necessarie per le infrastrutture della Lombardia. Oggi il Governo Prodi dimostra un’attenzione inedita verso la cosiddetta “questione settentrionale”, come provano anche gli ingenti investimenti per il Nord previsti dalla finanziaria.

Affiancandosi al lavoro del Governo, il centro-sinistra ha il dovere di ricostruire una visione, un progetto per la parte più produttiva del paese, che in realtà non è ancora riuscita a inserirsi appieno nelle sfide della globalizzazione e sfruttarne le opportunità. Si tratta di recuperare quel “riformismo diffuso” che nelle ultime consultazioni elettorali ha votato centro-destra più per diffidenza verso il centro-sinistra che per convinzione. Così come si tratterà di confermare nella scelta quella parte di elettorato che ha votato centrosinistra più come sanzione negativa nei confronti di Berlusconi che per convinzione sui programmi.

Qui, più che altrove, il mondo di ciò che si è visto sabato, di un PD che incomincia ad esserci, potrà crescere e svilupprsi se avrà compiute capacità di proporre un progetto politico avanzato, fortemente alternativo a quello di un centro destra ondeggiante e variegato, dove leghismo e formigonismo ancora si confrontano nella speranza di ereditare il berlusconismo declinante. Innanzitutto capacità di progetto di nuovi modelli di sviluppo, in cui la qualità sia il principio guida di ogni scelta.

Per questo motivo ritengo che il partito nuovo dovrà essere profondamente federalista. Se così sarà, il Nord contribuirà alla nascita del PD con inesauribili risorse, coraggio, entusiasmo, spinta all’innovazione e alla sperimentazione. Con questo spirito, come in altre occasioni, alla manifestazione di sabato scorso ho proposto di realizzare, tra gennaio e febbraio, a Milano una grande iniziativa di rilevanza nazionale per il Partito Democratico, che veda impegnati insieme partiti, associazioni e cittadini. Una grande manifestazione del NORD per due obbiettivi: la costruzione del Partito nuovo e per una nuova legge elettorale, conditio sine qua non.

Riccardo Sarfatti

Milano, 20 dicembre 2006

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