6.02.2007
Piero Buscemi / girodivite.it -
La Storia ci appartiene. Sui passi insicuri di una coscienza attaccata dalle contraddizioni. La riconosciamo dal fondo di un passato che sotterriamo con l’ipocrisia. Ma la Storia è vigile, più di quanto possiamo immaginare. Dietro agli angoli bui, dove andavamo a nasconderci da bambini. Tra il timore innocente di una favola, non sempre dal lieto fine e la scoperta che l’Orco esiste davvero. E neanche troppo lontano dalla nostra ingenuità .
Si, la Storia ci appartiene. Perché siamo umanità , che ha conosciuto nella notte dei tempi la parola Vita, in simbiosi carnale dagli effetti sottovalutati. E ha percepito la Morte, soltanto il giorno dopo. Senza doverla aspettare. Accanto alla nostra quotidianità , ci cammina accanto dandoci l’illusione di poterla dominare e talvolta, evitare. E con lei, abbiamo addobbato le piazze delle nostre città . Steli commemorative nei monumenti ai caduti, dove rischiamo di capitolare per sempre.
Ma questa umanità , macchiata del proprio sangue. Questa umanità che si riunisce nei ricordi, enfatizzati nelle opere letterarie e sugli schermi cinematografici. Questa umanità , si è vestita di verde militare e si è armata di democrazia giustizionalista, inneggiando a un conformista “mai più un altro Hitler”, da ricordare nei giorni della memoria.
Se questo è un uomo. Avrebbe detto Primo Levi, pronto ad un nuovo testamento letterario da consegnare ai posteri. Perché dall’esperienza degli errori, si dovrebbe costruisce un mondo migliore. Ci basterebbe solo pensarlo e trascinarsi questa utopia ad ostacolare una necessaria indifferenza, solo ogni tanto scossa da immagini da dimenticare. In bianco e nero.
Ma noi vogliamo distaccarci da questi giorni della memoria, perché potremmo riempire gli almanacchi di altri genocidi e stermini e crimini contro l’umanità . Uguali o forse solo apparenti da quello degli ebrei. Accomunati da un solo colore di morte, che non ha impedito di cercare altrove altri terreni fertili da concimare con altre vittime di guerra.
Vogliamo distaccarci, pensando a censimenti storici da collezionare nelle statistiche: 200 fosse comuni, 1.000 campi di prigionia, 50.000 casi di tortura, un numero imprecisato di stupri, non meno di 500.000 civili uccisi e milioni di profughi in fuga dalla guerra. Il periodo storico: 1990-1999. Il movente: etnico-religioso. Il metodo: pulizia etnica. Il luogo: la ex-Jugoslavia.
La Storia si ripete. All’infinito nel tempo. Mutano i personaggi, ma non le atrocità e le ipocrisie. Abbiamo voluto ricordare i lager serbi, croati e musulmani, ma il mondo è pieno di genocidi ancora in corso. Tanti, da rendere insufficienti 365 giorni di… amnesia.
Fonte: http://www.girodivite.it/Senza-memoria.html
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