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I corsivi pungenti di Pennadoca......
12.07.2003

Ai navigatori di Welfare Italia News.Inizia con oggi la collaborazione con "Pennadoca" di Milano...Un corsivista ironico e pungente sui fatti che ti toccano dentro....e fuori.....Siamo certi del vostro gradimento

p.la redazione Gian Carlo Storti

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KAmerad POlizei

KAPO'

Il KAPO' Schulz ha frainteso il Kapoperaio degli italiani, che nel frattempo ha fatto semestrale carriera passando a Kapocentrale europeo .

In quanto Kapobanda di un Kapolega, di un Kapocomico e di un viceKapodigabinetto, Kaposquadra e Kapomanipolo d'estrazione, si getta a Kapofitto, a Kapoccia glabra, nell'intento di fare un Kapolavoro come Kapofabbrica, Kapofficina, Kapomacchinista, Kapomastro, Kapofamiglia, Kaposervizio di tutti noi europei.

E' troppo spesso incompreso e frainteso perchè, come Kapomissione, sovente non tollera il Kapopolo, il Kaposezione, il Kapocellula, il Kapofabbricato, il Kaposcala, il Kaporedattore e il Kapocronista, e quindi costretto, con il Kapoguardia, il Kaporonda, il Kapoposto e il Kapomusica di turno a Kapovolgere il mal'interpretato rendendolo non suscettibile di scuse.

E' Lei Signor Schulz il vero Kapomafia istigatore e il Kapogruppo provocatore; non faccia il Kapoccione quindi e intenda che l'Italia è piena di Kapo.... .

Diverso se L'avesse definita comunista come capita a noi.

Il suo

KAPO PENNA D’OCA

PENNAdOCA

08.07.2003

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NESSUNO MI PUO' GIUDICARE

La recente vicenda sull'immunità per qualcuno, mi ha fatto tornare alla mente, così come probabilmente a tanti altri non più giovanissimi, la famosa canzone della Caselli, che per il cognome compromettente è meglio nominare con il suo alias Caschetto d'oro, "Nessuno mi può giudicare", che presumo sia d'ora innanzi proibito anche semplicemente fischiettare o canticchiare, perchè di chiaro stampo carbonar-comunista. Pare sia già in atto una campagna di raccolta firme per il suo referendum abrogativo con la distruzione di tutti i dischi, le registrazioni, i Cd.

Al contempo i Tribunali di tutto il mondo si stanno interrogando su come interrogare i potenti, comunque coinvolti in vicende dal risvolto penale, ma si sa che ogni stato è sovrano e non è quindi detto che leggi simili alla nostra vengano rese universalmente ubiquitarie. Tuttavia il timore esiste e la conseguente domanda "cosa potremmo fare in simile evenienza?" se la pongono tutti.

Pare che si stia interessando alla questione anche il Supremo Tribunale di Dio, che, per prendere tempo, avrebbe concesso una proroga al termine della vita del Cavaliere senza pensare al nostro dramma terreno, che tanto fummo creati per soffrire ed espiare il peccato originale-elettorale.

In particolare il Sommo giudice Pietro, mentre stava valutando l'opportunità di stralciarne la posizione rispetto a tutti gli altri chiamati a discolparsi davanti a Lui, sembra abbia avuto la divinazione di inviare lo Spito Santo al Papa perchè si adoperi, tramite il suo potente e trasversale elettorato cattolico, all'abolizione della carica di Presidente del Consiglio facendola sostituire da quella di Duce, al momento non contemplata tra le cariche immuni dall'attuale legge.

Nelle more tra la legge attuale e la nuova, che sicuramente verrebbe presentata all'approvazione d'urgenza delle camere per immunizzare anche questa carica, si penserebbe di provvedere, con la scusa di un colloquio privato con Dio in Persona, alla Sua immediata ascesa all'aula di tribunale giudicandolo in via definitiva e al riparo anche da leggi retroattive.

Chissà se lassù è scritto proprio così?

Comunque, l’importante è avere fede, perché quaggiù le cose vanno in modo completamente diverso, da "schifanati".

PENNAdOCA

23.06.03

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PERCHE’ SOLO "TELE"SPETTATORI ?

Perché telecomando in nome del popolo che mi ha riconosciuto il potere di zapping,di scegliere, nel nostro interesse e di volta in volta, il programma a mio insindacabile giudizio più conveniente.

Perché teleguido la coalizione che senza di me perde duce (nell’accezione latina di guida, condottiero), tele e tutto il resto, immediatamente.

Perché televendo al mondo l’immagine di un’Italia rinnovata, più moderna, più americana, più privata e meno sociale ovvero meno costosa, forse, ma sicuramente più redditizia per alcuni.

Perché telepiloto Tremonti e le sue teleelaborazioni senza farlo vedere e parlare con nessuno.

Perché teleanalizzo i teledipendenti, e con il teleconsulto e la telebussola telecontrollo le teledocumentazioni telediffuse o telecopiate.

Perché, teledinamico e telencefalico, telemanipolo le telecomunicazioni, le telecronache, la telestampa e i telegiornali.

Perché teleologizzo (finalizzo in senso Aristotelico) l’opposizione con telepass e telepedaggi.

Perchè telemonitorizzo il movimentismo con telemetereografi e telemanometri per evitare improvvisi rovesci sulle mie riforme di telelavoro, teledidattica e telemedicina, oltre che teledrammi sulla giustizia.

Perché teleprompter (suggeritore) di tutti i compromessi e le mediazioni internazionali anche se non riescono.

Perché telepatico con Bush di cui ho condiviso il piano per il teleproietto di telebombe e l’impiego di telearmi.

Perché telefono a Putin che mi telemisura, ma mi chiama per nome.

Perché telegrafo ad Aznar e agevola telecinco.

Perché telefotografo il telegenico Chirac che tuttavia si professa telenegativo (in ottica: lente divergente).

Perché teletrasporto teledù ( tele due, in "leghese"; mammifero indonesiano simile al tasso, in italiano) da Roma a Milano.

"Telecomandi chi può, ubbidisca chi deve".

Ma chi non vuole spenga il teleruttore di questo telestato.

PENNAdOCA

25.02.2003

(n.d.r. nessuno dei termini utilizzati in questo brano è inventato, si ritrovano sul "Vocabolario della lingua italiana" Treccani.)

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CAVALIERE PITAGORICO

 

Nella prima metà del V secolo a. C., il partito aristocratico dei pitagorici detenne il potere a Crotone in virtù della propria supremazia culturale finchè un’ insurrezione democratica non ne rovesciò il governo. Così dice la storia mentre controverse sono le motivazioni che portarono a questo ribaltamento. Una tradizione, sufficientemente accreditata, attribuisce il declino della leadership pitagorica ai numeri irrazionali, da questa scoperti, che andarono ad incrinare le certezze fino ad allora consolidate.

Premesso che non si può parlare, oggi in Italia, di una leadership culturale e tantomeno aristocratica, tuttavia ritroviamo, nella scoperta, da parte del dispotico assortimento al potere, di una seconda categoria di numeri irrazionali delle analogie.

Questa nuova sequela di numeri irrazionali, rappresentata dai più marginali sondaggi cavallereschi e dati di audience RAI, ai più significativi dati ISTAT sull’inflazione e sul paniere, riduzione dei posti di lavoro nella grande industria, quasi azzerata crescita economica e contrazione del PIL, esubero del debito pubblico, accomunata a una sine cura governativa, in tutt’altre faccende affaccendata, continuamente fornitaci con proclami enfaticamente rassicuranti (excusatio non petita accusatio manifesta), sta facendo vacillare molte speranze e anche certezze.

In primis il Cavaliere, profondo conoscitore di tutto e quindi anche della storia, conscio e preoccupato di questa analogia, dopo aver continuato a confondere la plebe saltellando da un obiettivo all’altro pur di sviare l’attenzione dai problemi fondamentali ha messo in atto un ultimo tentativo: visto che non può cambiare più di tanto i propri numeri irrazionali, perché significherebbe ammettere il fallimento suo e del suo governo, ha deciso di eliminare intanto quelli pitagorici.

Poiché sono definiti irrazionali quei numeri decimali, privi di periodo, con numero infinito di cifre dopo la virgola, come nel caso della radice quadrata di otto, ha deciso, nel contesto di una moderna riforma scolastica, con un emendamento dell’ultimo minuto alla proposta Moratti, di eliminarli dai libri di matematica e conseguentemente dalla memoria dei computer e degli italiani. " I miei concittadini," avrebbe dichiarato alla stampa "il popolo che mi ha eletto, è semplice e razionale e come me bada solo al sodo per cui e sufficiente che 2 + 2 faccia quattro." e continuando "semplificare la soluzione dei problemi è semplificare innanzitutto le regole che si sottendono. Questo è il nostro sforzo principale e in linea con quanto promesso agli Italiani di evitare le scelte irrazionali che portano solo a ribaltoni, soprattutto se democratici".

PENNAdOCA

23.02.2003

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