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Nata Federazione delle Associazioni per il Partito Democratico
25.03.2007
Costituita Federazione delle Associazioni per il Partito Democratico: Annita Garibaldi Presidente - Garanti: Massimo Cacciari, Valentino Castellani, Sergio Cofferati, Leopoldo Elia, Giuseppe Pericu, Raimondo Ricci, Virginio Rognoni, Michele Salvati e Salvatore Veca

E’ stata costituita oggi, a Roma, la Federazione dell’Associazioni per il Partito Democratico. Il Coordinamento nazionale ha approvato la piattaforma politica, il nuovo statuto, i componenti l’ufficio dei garanti e l’esecutivo. Annita Garibaldi Jallet è stata eletta all’unanimità presidente, mentre l’ufficio dei garanti risulta composto da Massimo Cacciari, Valentino Castellani, Sergio Cofferati, Leopoldo Elia, Giuseppe Pericu, Raimondo Ricci, Virginio Rognoni, Michele Salvati e Salvatore Veca. Il Coordinamento ha infine deliberato la composizione dell’Ufficio di Presidenza, di cui fanno parte Giorgio Bogi, Federico Formisano, Claudio Lodici, Piera Perria e Riccardo Sarfatti.

Secondo il documento politico reso noto al termine della riunione, "l’antipolitica rappresenta un serio rischio per la democrazia italiana. Per questo, non crediamo che esista una democrazia senza i partiti e non ci poniamo in posizione antagonistica verso i partiti, anche se molto deve essere rinnovato ed integrato nei comportamenti concreti. Al contrario, vogliamo dare vita a un grande partito, casa comune dei riformatori italiani e il nostro obiettivo potrà considerarsi raggiunto quando e se il partito democratico sarà realizzato. In quel momento, ci scioglieremo".

"La crisi del paese ha origini profonde – prosegue la piattaforma dell’APD -. E non basterà ad affrontarla una oculata gestione del presente. Agli antichi vizi italiani (il mancato senso delle istituzioni, il trasformismo, la corruzione, il provincialismo) si è sommata l’inadeguatezza dei partiti a governare la modernità: una debolezza cui si è tentato di rimediare con l’ampliamento dei poteri di fatto e l’esercizio discrezionale del potere di derivazione politico-istituzionale. La conseguenza è un declino economico e civile che rischia di allontanare l’Italia dal novero delle grandi democrazie".

"Per uscire da questa condizione di difficoltà – conclude il documento -, al di là di un progresso nei conti pubblici e di una ripresa della produzione, che devono essere resi comunque sostenibili, crediamo che la forte identità riformatrice del nuovo soggetto comporti il riconoscimento della centralità del lavoro in tutte le sue espressioni e articolazioni, la valorizzazione del merito, l’innesto di competizione nell’economia e nella società nazionale, il riconoscimento del ruolo della scienza, la attualizzazione dei principi di libertà e uguaglianza; la centralità del cittadino, tutelato nei suoi diritti effettivamente goduti e non solo formali: il tutto bilanciato da efficaci meccanismi di regolazione e da una rete di sicurezza che comprenda salute, istruzione di alta qualità, formazione permanente, previdenza su livelli dignitosi, assistenza dei non autosufficienti, come concreta espressione di solidarietà finalizzata alla coesione sociale".

La Federazione delle APD conferma la "convinta adesione al Coordinamento Permanente, aperto ad altri, che già riunisce i Cittadini per l’Ulivo, Libertà e Giustizia, il Movimento Ecologista nella prospettiva del coordinamento più ampio delle realtà associative per il Partito Democratico: un’iniziativa non di presunti rappresentanti della società civile, ma di una corrente d’opinione fortemente presente nel paese che cerca di superare il diffuso distacco dalla politica e dalle istituzioni, combattendo il logoramento della democrazia, dello spirito civile, della legalità e dell’etica pubblica coerentemente con una corretta visione dello Stato di diritto".

Roma, 24 marzo 2007

*****

FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI PER IL PARTITO DEMOCRATICO

Piattaforma politica

Riteniamo indispensabile la costituzione di un soggetto politico unitario, basato sulla moderna cultura riformatrice democratica per superare un’estrema frammentazione e la oggettiva difficoltà degli attuali partiti ad affrontare la crisi italiana. Serve una forte identità culturale che non può nascere da un accordo fra apparati ma da un percorso di confronto aperto e complesso a cui intendiamo partecipare.

Nel 21° secolo i grandi problemi del mondo, così come quelli del paese, si pongono in modo nuovo ed inedito: nessuna delle grandi culture del novencento appare in grado di fornire risposte esaustive. Nella fase attuale e’ indispensabile compiere ogni sforzo per creare il laboratorio di un progetto politico che consenta alle diverse identità culturali e politiche di convergere verso proposte riformatrici condivise.

Bisogna, insomma, uscire dal 20° secolo, liberarsi del peso delle sue ideologie fortemente sistematiche. Le distinzioni, le battaglie che si fanno in nome dell’identità semplicemente non hanno più senso. L'identità, se ha forza culturale, si esprime giorno per giorno sulle scelte concrete per la modernizzazione del paese.

La crisi del paese ha origini profonde. E non basterà ad affrontarla una oculata gestione del presente. Agli antichi vizi italiani (il mancato senso delle istituzioni, il trasformismo, la corruzione, il provincialismo) si è sommata l’inadeguatezza dei partiti a governare la modernità: una debolezza cui si è tentato di rimediare con l’ampliamento dei poteri di fatto e l’esercizio discrezionale del potere di derivazione politico-istituzionale. La conseguenza è un declino economico e civile che rischia di allontanare l’Italia dal novero delle grandi democrazie.

Per uscire da questa condizione di difficoltà, al di là di un progresso nei conti pubblici e di una ripresa della produzione, che devono essere resi comunque sostenibili, crediamo che la forte identità riformatrice del nuovo soggetto comporti il riconoscimento della centralità del lavoro in tutte le sue espressioni e articolazioni, la valorizzazione del merito, l’innesto di competizione nell’economia e nella società nazionale, il riconoscimento del ruolo della scienza, la attualizzazione dei principi di libertà e uguaglianza, la centralità del cittadino, tutelato nei suoi diritti effettivamente goduti e non solo formali: il tutto bilanciato da efficaci meccanismi di regolazione e da una rete di sicurezza che comprenda salute, istruzione di alta qualità, formazione permanente, previdenza su livelli dignitosi, assistenza dei non autosufficienti, come concreta espressione di solidarietà finalizzata alla coesione sociale.

Coerentemente con queste intenzioni, partecipiamo al Coordinamento Permanente, aperto ad altri, che già riunisce i Cittadini per l’Ulivo, Libertà e Giustizia e il Movimento Ecologista, nella prospettiva del coordinamento più ampio delle realtà associative per il Partito Democratico E’ un’iniziativa non di presunti rappresentanti della società civile, ma di una corrente d’opinione fortemente presente nel paese che cerca di superare il diffuso distacco dalla politica e dalle istituzioni, combattendo il logoramento della democrazia, dello spirito civile, della legalità, dell’etica pubblica, coerentemente con una corretta visione dello Stato di diritto.

La concezione del nostro assetto federale è anche basata sull’inclusione di associazioni, circoli e gruppi dotati di una propria originalità e preesistenti. Pensiamo che, sia alla nostra associazione sia al futuro PD, debba applicarsi una logica avversa alla struttura gerarchica piramidale dei partiti, per favorire l’apertura alle energie presenti nella società e alla partecipazione.

Per questo riteniamo fondamentale la riforma dell’attuale legge elettorale con il ricorso stabile alle primarie, la fine delle candidature multiple, collegi territoriali uninominali e di ridotte dimensioni, il funzionamento dei partiti secondo il disposto dell’articolo 49 della Costituzione, il che implica, fra l’altro, trasparenza delle motivazioi, delle decisioni e dei comportamenti, riduzione dei costi della politica, valorizzazione di genere e generazione ed effettivo ricambio dei ceti dirigenti.

L’antipolitica rappresenta un serio rischio per la democrazia italiana. Per questo, non crediamo che esista una democrazia senza i partiti e non ci poniamo in posizione antagonistica verso i partiti, anche se molto deve essere rinnovato ed integrato nei comportamenti concreti. Al contrario, vogliamo dare vita a un grande partito, casa comune dei riformatori italiani e il nostro obiettivo potrà considerarsi raggiunto quando e se il Partito Democratico sarà realizzato. In quel momento, ci scioglieremo.

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