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Le Primarie a Parma – Invito di Luciano Mazzoni a disertarle
27.03.2007
L’intervista della Gazzetta di Parma a Luciano Mazzoni di venerdì 23 marzo scorso ha scosso il popolo del centrosinistra e le comunicazioni che s’intrecciano sulla posta elettronica vanno dallo stupore al disappunto per un entrata a gamba tesa che assomiglia, con le dovute differenze, a quella del cardinal Ruini sul referendum della procreazione assistita.

L’associazione per il Partito Democratico di Parma bene ha fatto a precisare che non c’era tra le voci di coloro che all’interno della Margherita e dei Democratici di Sinistra chiedevano un confronto sui contenuti con Civiltà Parmigiana. Ma è da ringraziare Luciano Mazzoni, perché pur creando le difficoltà in un momento particolare, è utile portare all’attenzione del dibattito politico problemi che sono rimasti nel chiuso delle segreterie di partito. Se c’è una differenza tra il centrosinistra e il centrodestra a livello locale e tra sinistra e destra a livello nazionale è che il centrosinistra deve fare politica alla luce del sole, cioè partecipando fra gli iscritti e gli elettori i problemi, perché siano loro col proprio contributo ad orientare i partiti, e non gestirlo fra padroni e personaggi forti.

Detto questo mi sembra giusto entrare nel merito della valutazioni fatte da Mazzoni sia di contenuto che di metodo delle primarie.

Mi auguro che tutto il popolo del centrosinistra sia consapevole che queste primarie sono il risultato della sconfitta della politica delle segreterie di Partito della Margherita e dei Democratici di Sinistra che hanno dato un ben misero spettacolo d’incapacità di gestire la loro stesse politica di arroganza nella scelta del candidato e sono arrivati ad accettare le primarie perché non hanno trovato uno straccio di accordo. Sono d’accordo con Mazzoni che le primarie sono fuori tempo massimo, ma sono ancora la possibilità di fare una scelta di base, anche se fortemente condizionate dalle appartenenze partitiche. Le primarie fatte sei mesi fa, pur anche con gli stessi concorrenti, sarebbero state ben altra cosa. Oggi sarà molto difficile chiedere il voto di aderenti della Margherita per Alfredo Peri e viceversa. Le primarie avrebbe potuto essere un banco di prova del futuro Partito Democratico. Queste primarie non lo sono. E’ bene chiarirci i limiti, ma anche le valenze, perché nonostante tutto saranno un banco di prova sulla reattività del centrosinistra alla melassa dell’attuale campagna elettorale che non riesce fare uscire i temi forti su cui si dovranno confrontare i candidati a sindaco.

Non sono d’accordo con Mazzoni sul parallelo tra le primarie in Italia e quelle in America quando afferma che devono avvenire su delle differenze programmatiche. Non bisogna dimenticare che il candidato sindaco deve necessariamente costruire il programma con le forze politiche di appartenenza e può essere ben differente anche dalle linee guida che hanno motivato l’accezione della candidatura a competere. Oggi le nostre primarie sono più una scelta dell’uomo per una politica che nelle linee guida sono comuni. Ma anche questo ha una grande valenza di partecipazione. Le linee guida sono l’alternativa a questa amministrazione incentrata sui poteri forti, un differente progetto della città, una partecipazione popolare reale e non un’autarchia del potere.

Non demonizziamo Mazzoni come è stato fatto per Tommasini quando ha determinato la sconfitta storica della sinistra a Parma. Il futuro Partito Democratico avrà bisogno della sua intelligenza. Le sue scelte vanno rispettate e combattute se dovessero essere spese per il centrodestra, perché se il centrosinistra ha fatto degli errori tattici i cittadini di Parma non meritano un’altra legislatura dove Ubaldi non farebbe più il Re Sole, ma il Richelieu.

Claudio Michelotti

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