Welfare Italia :: Politica :: 25 aprile, ricordo di Don Berto Invia ad un amico Statistiche FAQ
2 Maggio 2024 Gio                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







25 aprile, ricordo di Don Berto
25.04.2007
Cari amici, in questo 25 aprile vorrei ricordare Don Bartolomeo Ferrari, più noto come Don Berto, morto in questi giorni a 96 anni ed il cui funerale è stato ieri.

Avrete letto del funerale sui giornali, quindi aggiungo solo alcune impressioni personali: la Chiesa della Cella era gremita, di parrocchiani, che ricordavano il pastore tanto amato e che tanto bene aveva fatto, di vecchi partigiani, che salutavano una delle figure più illustri della Resistenza Ligure, e di cittadini come me, che portavano il loro suffragio e la solidarietà ai valori incarnati da Don Berto.

La gratitudine delle popolazioni era rappresentata da oltre 15 gonfaloni comunali con i sindaci (cito solo alcuni: Ovada, Roccagrimalda, Basaluzzo, Silvano d'Orba, Masone, Rossiglione, Campoligure, Varazze, Cogoleto, Urbe, Tiglieto, Campomorone), dal gonfalone della Provincia di Genova e da moltissimi labari di associazioni (naturalmente tutte le ANPI del territorio della Mingo, ma anche, per esempio, gli alpini del Gruppo ANA di Masone).

Don Berto era salito in montagna con i partigiani della divisione Mingo nel 1944, a ciò espressamente autorizzato (e, probabilmente, incoraggiato) dal Cardinale Boetto a cui l'aveva chiesto alla Guardia, aveva passato quindi circa un anno nel territorio della divisione

L'arcivescovo monsignor Bagnasco ha testimoniato la partecipazione della Chiesa genovese con un'omelia molto bella (che avrete letto sui giornali), in cui ha ricordato, fra l'altro, la vita partigiana e l'autorizzazione data dal Cardinale Boetto.

Don Berto dopo la guerra fu valente parroco alla Cella di Smpierdarena, ma al di fuori era conosciuto soprattutto per essere il prete della Resistenza, che celebrava sempre la Messa in ogni celebrazione della Benedicta (da cui era nata la Divisione Mingo) e che aveva scritto due libri sulla sua esperienza ("sulla montagna con i partigiani" e "Prete e Partigiano").

Oltre ad essere il cappellano della Divisione (in tale veste appariva nei fogli di ricerca della questura repubblichina: "sacerdote - funziona come avvocato difensore presso il tribunale comunista dei ribelli dell'Olba", avrà perciò salvato anche qualcuno dal plotone di esecuzione) e quindi a celebrare Messa, confessare, portare i partigiani al precetto pasquale, fu anche l'anima del giornale della Divisione dal titolo "Il ribelle, esce quando può e quando vuole", che, con macchina da scrivere e ciclostile, fu stampato con 14 numeri dal 10 dicembre 1944 al 21 aprile 1945, distribuito a tutte le brigate con una cronaca di prima mano delle attività delle varie Brigate (molto dettagliata ed interessantissima), ma anche con la voce del Comando della Divisione e del Cappellano.

Vi riporto solo uno stralcio di un articolo "La parola del vostro cappellano" apparso sul primo numero del Ribelle: "....Continuate a lottare con fede e con lo spirito di sacrificio, che è proprio della vita del partigiano, ricordate la nostra bella canzone, che tante volte di giorno e di notte è risuonata per valli e piani: Fischia il vento, infuria la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar.

Non dimenticate però che noi combattiamo per la verità e la giustizia.

Nessuna nostra azione sia in contrasto coi nostri ideali. Mai veniamo meno ai nostri doveri. Dobbiamo essere noi i primi nella vita privata ed in quella di partigiani a saper usare della libertà, ad agire con rettitudine e con giustizia. Con questi sani principi nel cuore e nella vita d'azione, anche se noi cadremo, rimarrà il nostro sia pur modesto contributo che avremo dato per la grandezza dell'Italia di domani.

La nostra coscienza sia pura e retta. Iddio ci verrà in aiuto. Invochiamolo con le preghiere che ci ha insegnato nostra madre quando eravamo piccoli e come allora ci sentiremo buoni e sicuri. Iddio vi benedica. La Madonna della Guardia vi protegga. Don Berto"

Un caro saluto.

Piero Stagno

P.S.: ho ascoltato oggi alla televisione che Fini ha detto che" Il 25 aprile è una festa di unità nazionale, ma, ovviamente deve essere una festa all'insegna della verità storica e non della faziosità ideologica".

Ha proprio ragione: in questi tempi di revisionismo nessuno dice più la verità storica che I REPUBBLICHINI ERANO TRADITORI DELLA PATRIA.

Welfare Italia
Hits: 1795
Politica >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti