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La famiglia di Kelum (di Bruno Ugolini) |
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13.05.2007
L'unico vero colpevole e in quanto tale punito è lui, Kelum. Chi è costui? Il suo nome completo, dal ritmo vagamente aristocratico, è Kelum De Silva. È il nome stravagante di un cittadino cingalese, comparso nelle cronache assordanti di quel paesino accanto a Roma, Rignano Flaminio. Era stato raccontato come uno dei principali componenti dell'associazione scolastica accusata di essere dedita ad intense attività pedofile. Gli imputati sono improvvisamente usciti tutti dal carcere, come si sa.
È uscito anche lui, Kelum, ma per entrare in un'altra specie di prigione, uno di quei posti chiamati centri di accoglienza temporanea. Tutti gli altri sono stati accolti da folle festose, da paparazzi invasati, da cronisti impazziti. Lui non ha trovato nessuno ad accoglierlo, nessun telegiornale ha raccolto le sue indignate proteste, nessun quotidiano ha descritto le sue angosce. Solo soletto è stato portato in questura. Non per rinnovati sospetti di pedofilia, ma con la pesante accusa di non aver in tasca un permesso di soggiorno.
Ma perché nessuno tra i vari addetti all'ordine pubblico aveva mai scoperto questa illegittima presenza in quel di Rignano? Eppure Kelum prestava servizio, come tanti suoi confratelli, a favore della cittadinanza locale. Qualcuno ha scritto che era addetto alle pompe di benzina. Qualcun altro che prestava servizio presso un dentista. Non era proprio un invisibile clandestino.
Fatto sta che dopo tanta baraonda chi paga è lui. E con lui quei numerosi bambini chiamati in mezzo, a ragione o a torto, frastornati, torturati da presunti aguzzini o da genitori ossessionati. Con l'emergere di quadretti familiari non troppo edificanti. L'esempio di quanto sia vacillante e variamente interpretabile il termine "famiglia".
Lo vorremmo dire al nostro amico Savino Pezzotta. Stia attento alle ambiguità dell'adunata che dirige. Magari in quella piazza gremita potrà vedere, ci perdoni la battuta, tante famiglie che si potrebbero chiamare "allargate", perché portano, accanto alla moglie legale, le amanti clandestine. E magari non ci saranno le famiglie impossibili, come quelle dei ragazzi troppo flessibili che da una banca rigida non riescono a percepire un mutuo per mettere su casa.
E probabilmente in quella piazza non vedrà Kelum De Silva, il cingalese che si era convinto di aver trovato in Italia, a Rignano Sabina, accanto a Roma, una nuova famiglia, una famiglia naturale fatta di affetti e simpatia. Ma non aveva il certificato ed è stato punito.
brunougolini@mclink.it
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