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Palermo, dossier di Orlando. Aperta un'inchiesta sui brogli
17.05.2007
Il presidente della Regione Totò Cuffaro continua a dire che «è patetico», che la sua «è tutta una sceneggiata», che dovrebbe «accettare la sconfitta con dignità». Ma Leoluca Orlando, candidato sindaco del centrosinistra a Palermo, continua a denunciare brogli e irregolarità nelle elezioni che lo hanno visto sconfitto domenica e lunedì scorsi. Anzi, proprio oggi - mercoledì - ha presentato, tramite un pool di avvocati, un vero e proprio dossier al procuratore della Repubblica Francesco Messineo. «Si sta valutando - ha detto l'avvocato Vincenzo Lo Re che fa parte del pool di Orlando - la richiesta di rivolgerci anche al tribunale amministrativo regionale».

Leoluca Orlando subito dopo i risultati aveva già chiamato il Viminale per denunciare l'irregolarità del voto, chiedendone l'annullamento. Aveva chiamato il ministro dell'Interno Giuliano Amato, il prefetto di Palermo e la polizia.

Ora, che qualcosa di vero ci sia - o quanto meno qualcosa che merita essere approfondito - nell'elezione che ha portato alla riconferma di Diego Cammarata a primo cittadino di Palermo, deve averlo ipotizzato anche la magistratura. Visto che a sole ventiquattr'ore dalla proclamazione degli eletti, è stata aperta un'inchiesta.

Poche ore dopo la presentazione della prima denuncia di Orlando, la Digos di Palermo ha avviato un'indagine alla luce di una contestazione che un rappresentante di lista ha mosso al presidente di un seggio di via Inserra nel quartiere periferico di Cruillas.

Secondo un rappresentante di lista, 140 schede nella sezione 460 sarebbero state votate con pennarelli e non con la regolamentare matita che viene fornita alle singole sezioni. Schede che forse erano bianche, di elettori che si sono astenuti o tenute in serbo proprio per essere "votate" in questo modo. Ma non c'è solo questo caso. Martedì almeno tre esposti risultavano presentati alla polizia. Oltre all'annunciata denuncia del candidato dell'Unione, infatti, gli agenti ne avevano acquisite altre, presentate da candidati e singoli cittadini che avrebbero ravvisato anomalie ed irregolarità nell'espletamento di alcune operazioni di voto.

Lo staff di legali costituitosi attorno a Orlando ha raccolto tutte le segnalazioni nel dossier che è stato presentato alla Procura. L'ex sindaco della "primavera di Palermo" ha annunciato che chiederà anche la costituzione di una Commissione d'inchiesta nazionale sulla regolarità del voto. Orlando aveva già spiegato che «non solo abbiamo assistito all'utilizzo illecito di risorse pubbliche durante la campagna elettorale, in aperta violazione delle norme, all'erogazione di somme di denaro, ad assunzioni di parenti e conoscenti del sindaco e della sua coalizione prima del voto, ma anche a intimidazioni fisiche e verbali ai rappresentanti di lista, tanto da costringerci a chiamare polizia per difenderli». E, ancora, «centinaia di schede - ha denunciato a scrutinio ancora in corso - sono state invalidate dai presidenti di seggio in assenza degli scrutatori, senza che nessuno potesse valutare nulla; centinaia di schede sono state votate e inserite in blocco con la stessa grafia e con una matita diversa da quella copiativa fornita ai seggi, e sono state annullate sistematicamente centinaia di voti espressi senza validi motivi».

Durante le votazioni in Sicilia ci sono state sette denunce ai Carabinieri di irregolarità - tipo: sospetti passaggi di schede attraverso il separè che divide le cabine -e voti fotografati con il cellulare per certificare la preferenza al proprio "referente", evidentemente. Quasi tutti a Palermo o nell'hinterland palermitano: a Terrasini, a Balestrate, a Palermo - nella scuola "Francesco Ferrara" -e poi a Aragona, in provincia di Agrigento e a Castelvetrano (Trapani) e Brolo (Messina).

L'avvocato Alberto Polizzi - che coordina il gruppo di penalisti di cui fanno parte, oltre allo stesso Lo Re, Fabrizio Biondo, Enrico Sorgi, Fausto Amato, Marcello Consiglio, Maurizio Cicero e Mariangela Montagliani, Alessandra Maniscalco Basile, Daria Spalletta e Lucia Di Salvo - ha annunciato che i legali offriranno gratuitamente assistenza a chiunque si farà avanti per denunciare episodi specifici. «La libertà del voto è importante ma - ha spiegato ancora Lo Re - a questa si deve affiancare la regolarità del voto».

Gli episodi più gravi riguardano appunto "movimenti" di schede elettorali ancora non votate, in bianco. L'avvocato Lo Re spiega di essere partito dalla segnalazione di una scheda abbandonata nei pressi di un cassonetto dei rifiuti in via dei Biscottari, all'Albergheria. «Questa scheda abbandonata - dice - costituisce un tesoro, perchè è noto e ci è stato riferito di passaggi di schede al di fuori dei plessi scolastici. Nel momento in cui c'è la disponibilità di una scheda bianca, si può condizionare il voto di un'intera sezione perché entra un elettore compiacente della sezione con questa scheda bianca in tasca, si fa consegnare la scheda vidimata, imbuca la scheda bianca ed esce con quella vidimata che può essere riempita a favore del candidato "giusto". A questo punto - ha spiegato Re - inizia un meccanismo che può andare avanti all'infinito».

«Se la verifica su due sole sezioni riguarderebbe 380 voti - ha detto ancora Lo re riferendosi ai due casi segnalati a Cruillas -, facendo una proiezione sui voti validi si avrebbe uno spostamento che certamente non abbatterebbe la differenza di voti tra Orlando e Cammarata, ma probabilmente potrebbe inficiare il raggiungimento del 50 per cento che ha determinato l'elezione al primo turno».

Orlando nelle schede assegnate si era fermato al 45,1 mentre Cammarata avrebbe conquistato la poltrona di sindaco al primo turno con il 53,5 percento dei voti risultati validi.

da www.unita.it

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