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Multe pazze, si allarga la protesta (di Alberto Belloni) |
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25.05.2007
Solidarietà del prefetto che promette aiuti per i ricorsi.
In pochi giorni in 200 hanno risposto all'appello di un professore che insegna a Casalpusterlengo
Il semaforo di Ospedaletto dove centinaia di automobilisti sono stati multati
n In duecento hanno risposto all’appello
lanciato da un insegnante
per fermare la feroce gestione
delle multe comminate con l’autovelox
dal comune di Ospedaletto.
Anche il prefetto ha espresso solidarietà ,
promettendo aiuto concreto
a chi vorrà fare ricorso.
***
In breve
IMASSIMILIANO BIANCHI HA RICEVUTO 200 EMAIL
DI SOSTEGNO DAI PAESI VICINI: «VOGLIO DIFENDERE I MIEI DIRITTI»
È battaglia contro le multe pazze
La prefettura si schiera con il paladino dei conducenti
Non gli piace parlare di “battaglia”,
al professor Massimiliano
Bianchi. Perché quanto denunciato
attraverso il nostro giornale sulla feroce
gestione di multe, Tred
ed autovelox
per le strade di Ospedaletto
Lodigiano, spiega, «è solo una difesa
molto democratica dei propri diritti
». Sia come sia, nella sua crociata
il docente di informatica al “Cesaris”
di Casalupusterlengo non è più
solo: perché oltre alle circa 200 email
di solidarietà ricevute all’alba
del suo appello al prefetto Francesco
De Stefano, la stessa prefettura ha
deciso di scendere in campo promettendo
il proprio impegno nel tutelare
i diritti degli automobilisti coinvolti.
Quest’ultimi peraltro sarebbero
molti di più di quanto la vicenda
inizialmente narrata dal professore
potesse fare immaginare. Una vicenda
ricca di punti oscuri,multe “a
go go”, rapporti difficili e una inevitabile
conseguenza alle viste: una
raffica di ricorsi, da dividersi tra
prefettura e giudice di pace.
L’origine della questione è la seguente.
Residente a Villanterio, il
professor Bianchi si reca pressoché
quotidianamente al “Cesaris” di Casale
percorrendo la Pavia-Cremona.
Un giorno, la sgradita sorpresa: una
contravvenzione della polizia municipale
di Ospedaletto nella quale si
contestava una violazione al codice
della strada (154 euro di multa) per
aver percorso la statale alla velocitÃ
di 66 chilometri all’ora contro i 50
previsti dal codice. Di qui la richiesta
di delucidazioni da parte del docente,
dalla mancata contestazione
immediata alla reale necessità di
adottare rilevatori di velocità per
prevenire incidenti su quel tratto di
strada. Ma se dall’amministrazione
comunale, quantomeno, il professore
ha ricevuto garbo e parziali giustificazioni,
il confronto con il responsabile
polizia municipale s’è risolto
in una più fredda e sgradevole
mancanza di spiegazioni.
Il tutto, purtroppo, senza cavare il
classico ragno dal buco; di qui l’accorata
lettera aperta alla prefettura,
prologo alle quasi 200 email
di sostegno
ricevute: «Arrivano da Orio
Litta, Senna, Casale, Brembio, Lambrinia,
Zorlesco e da molti comuni
del pavese Âconferma
Bianchi.
Tutte
persone che hanno ricevuto ilmio
stesso trattamento, con le stesse lamentele
». Persone alle quali ora il
professore offre lo stesso sostegno
che, martedì mattina, la prefettura
si è detta disposta a garantirgli: «Sono
stato ricevuto dal capo di gabinetto
Luigi Swich, e oltre a una bella
accoglienza ho trovato massima attenzione,
grande volontà di dialogo
e di ascoltare i problemi dei cittadini
Âracconta
Bianchi.
Abbiamo giÃ
trovato alcuni cavilli interessanti, e
preso l’impegno di fare ricorso proprio
attraverso la prefettura. Un
consiglio che do anche a chi non è
ancora andato dal giudice di pace».
Sui già citati cavilli, Bianchi ricorda
innanzitutto come il tratto stradale
incriminato non rientri nel decreto
prefettizio che non prevede la contestazione
immediata.
Da verificare poi la possibile violazione
della privacy della società riminese
che ha in gestione semaforo
Tred
e autovelox mobili, nonché
l’origineprovenienza
dei verbali
meccanografici: «Il tutto in un paese
tra i primi 50 di Italia per gli introiti
delle multe per autovelox Âricorda
Bianchi Âe
con paesi vicini quali Livraga
e Graffignana che li stanno
piazzando ovunque: così non si potrÃ
più viaggiare. Intanto a Orio Litta
sono preoccupati, perché in molti
per eludere questo tratto malfamato
passano da lì. Mentre a ridosso dei
semafori, per paura di incorrere in
un “rosso” improvviso, stanno moltiplicandosi
code, tamponamenti,
nervosismo e diverbi». Per il momento,
dunque, avanti con i ricorsi:
«Non mi sbilancio, gli elementi per
farli Âconclude
il professore.
La politica
però deve chiedersi cosa sta facendo
per i cittadini, e anche le associazioni
dei consumatori potrebbero
fare la loro parte. Il tutto nella
speranza di riuscire, prima o poi, ad
aprire un vero tavolo di confronto».
Alberto Belloni
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