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Sempre agli ordini… (di Bruno Ugolini)
5.06.2007
E’ apparso come uno squillo di tromba, un grido di battaglia, prima della vittoria: “Sempre agli ordini!”. Era il simpatico e tradizionale saluto guerriero, riportato dai giornali, del generale Roberto Speciale, alla vista di un altro generale, il comandante supremo Silvio Berlusconi, incontrato proprio alla solenne sfilata del Due giugno.

Certo, è un modo di dire, un motto militare. Come “Credere, obbedire, combattere”, “Meglio un giorno da leone che cento anni da pecora” “Chi si ferma è perduto”, “Boia chi molla”. Oppure il dannunziano “Memento audere semper”. O il più modesto: gli ordini dei superiori non si discutono. Il contrario, insomma, di quanto insegnava quel poveraccio di Don Milani: “L’ubbidienza non è più una virtù”.

Eppure l’austero generale si è convertito al massimalismo cristiano. Questa volta non ha obbedito, si è ribellato, ha mandato Vincenzo Visco e il governo a quel paese. Ed ora tutti, soprattutto dall’alto delle colonne di giornali interessati, si aspettano che a cascare sia lo stesso Romano Prodi, con tutto il centrosinistra addosso.

Perché Prodi è la cerniera. Come lo poteva essere Moro. E’ colui che tiene insieme una parte cosiddetta moderata e una parte di sinistra. E molti, troppi non ci stanno a questa convivenza, una specie di SuperDico a Palazzo Chigi. Don Rodrigo trama nell’ombra.

Qualcuno ricorda che il ministro dell’economia Giulio Tremonti rimosse cinque anni fa, in 24 ore, senza batter ciglio, il Capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza, ritenuto inaffidabile? Nessuno protestò. E’ lo “spoils system” ragazzi, la redistribuzione delle cariche. E del resto pochi si ribellarono all’editto contro Santoro, Biagi e altri, banditi dalla Tv.

Vincenzo Visco ha sbagliato: doveva andare a Sofia a proclamare il suo desiderio di cambiare qualche generale. Anche perché poi in tutta questa straordinaria vicenda, in questo enorme can can, c’è un elemento inquietante, paradossale. Il suddetto Visco non ha ottenuto nulla. Nessun esponente della Guardia di Finanza è stato spostato da Milano. Neanche un soldato semplice. Come dire? “Sempre agli ordini!”

www.ugolini.blogspot.com

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