LA CITTA’ DI VENEZIA E IL SUO SINDACO MASSIMO CACCIARI

Una città speciale come Venezia richiede un Sindaco speciale e un’amministrazione particolare in grado di affrontare con intelligenza sia i grandi problemi e le grandi opere, sia i lavori più delicati e unici come lo svuotamento dei canali e l’innalzamento delle fondamenta, sia gli attenti e rigorosi restauri, sia i molteplici e crescenti fenomeni che necessitano di lungimiranza politica nei difficili, attuali equilibri.

Il Sindaco Massimo Cacciari, che sta compiendo il suo terzo mandato, è un intellettuale di chiara fama come filosofo, come scrittore e come professore universitario, ma è anche ben noto come politico di eccezionale impegno e come amministratore legato da profondo amore per la sua città.

E’ ancor oggi attuale quanto disse in un’intervista concessa nel maggio del 1997 e pubblicata nel numero speciale dedicato a Venezia della rivista " La Mia Casa" , quando lodava la qualità della vita che si può godere in questa mirabile città sull’acqua, almeno che non si sia " devastati nel cervello dalla macchina o dalla motoretta". Ed oggi più che mai i disagi provocati dalla motorizzazione e dall’inquinamento in terraferma sono ben più gravi di allora e spesso intollerabili e in progressivo aumento! Lo spopolamento di Venezia è avvenuto, secondo Cacciari , per fattori psicologici e in quella sede affermava che Venezia " aspetta ancora i suoi abitanti". La ragione dello spostamento dei ceti medio – alti , affermava, non sono i costi , è la sensazione di provare un isolamento che in effetti non esiste . " L’acqua è un elemento di comunicazione" .

Anche oggi Venezia, oltre alle emozioni e alla gioia che provoca con la sua bellezza, sempre più necessaria in un mondo che della bellezza si spoglia con le conseguenze che conosciamo, prodiga un’offerta culturale ricca , continuativa e di grande qualità. Basti pensare ai numerosi istituti culturali, all’Università, alla Biennale d’arte, architettura, cinema, danza, musica, teatro.

L’artista del Mali Malick Sidibe, arrivato per la prima volta a Venezia per l'esposizione alla Biennale e premiato a 72 anni col Leone d’oro, nell’entusiasmo di quel giorno inaugurale si rivolse al Sindaco Cacciari chiamandolo " capovillaggio" , evidentemente pensando alla sua terra e intuendo con sensibilità le radici etiche che determinano un ruolo e un’identità.

Ardue sfide attendono il "capovillaggio": il completamento del Mose, la trasformazione di Marghera, il ponte di Calatrava, la presenza permanente dell’arte contemporanea nella città a Palazzo Grassi e alla Punta della Dogana con l’insediamento di Pinault, il nuovo Palazzo del Cinema al Lido, e poi vorremmo vedere un necessario recupero del Fondaco dei Tedeschi all’altezza della sua importante storia europea. Ma grandi realizzazioni sono già in atto: la Fondazione Guggenheim sempre più attiva, il restauro del Molino Stucky con il prestigioso inserimento dell’ Hotel Hilton, lo sviluppo della Tetis all’Arsenale, il recupero della Torre Massimiliana a Sant’Erasmo.

E qui lo sguardo si affaccia all’orizzonte lagunare, ambiente di una suggestione unica, dove le isole, di cui Venezia è la perla illustre, si stanno rivitalizzando con attività o tradizionali, o nuove. Accanto alle produzioni agricole delle Vignole e di Sant’Erasmo, che vorremmo alimentate dall’organizzazione di cooperative giovanili, la Certosa da poco ospita il Centro internazionale del Design, San Servolo è polo di cultura con l’Università Internazionale, San Clemente possiede un lussuoso albergo, cui probabilmente farà eco nel futuro un altro nell’isola della Grazie, San Lazzaro e San Francesco del Deserto, difese dai Padri Armeni e dai Frati Francescani, il forte di Sant’Andrea restaurato e presidiato con encomiabile passione civica dalle Associazioni Remiere. Vorremmo da questa Amministrazione un maggior appoggio all’artigianato vero, sopraffatto da quello usa e getta delle miriadi di souvenir, da merletti non di Burano, da vetri non di Murano, ma sbarcati a prezzo stracciato dalla Cina. Come vorremmo che sparissero dai monumenti illustri, quali l’Abbazia e la Scuola Vecchia della Misericordia, gli odiosi scarabocchi dei writers che con la ricerca artistica non hanno nulla da spartire.

Quest’anno la città ha dedicato al suo grande Maestro Emilio Vedova , sia il nuovo Padiglione Venezia ai Giardini con l’omaggio di Baselitz, sia la retrospettiva nella Torre Massimiliana a Sant’Erasmo. Proprio all’inaugurazione di questa eccellente rassegna Cacciari pronunciò frasi di commovente familiarità e intimità con uno dei più illustri amanti di Venezia.

E’ un piacere citarlo testualmente: " Ma siamo nel cuore della Laguna! E Vedova l’ha sempre amata mente,carne e sangue. Relitti della Laguna affiorano in tutte le sue opere, e non solo in quelle dove proprio pezzi di corda, legni di barca, stracci di vela sono materialmente presenti. E’ densa acqua della Laguna anche il suo colore, nei momenti di più dolorosa malinconia. Cieli e lontananze della Laguna ricordano gli Oltre e i Dischi. E le maschere dei suoi Carnevali, il suo ciclo più intimo e segreto, sono i veri volti di Venezia e del suo mare".

Anna Paola Zugni-Tauro

giugno 2007