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Ulivisti e democratici: se ci siamo, battiamo un colpo.
20.06.2007

Partito Democratico: applicare il metodo della democrazia in maniera generalizzata rendendo davvero contendibile ogni istanza della vita nazionale. Liberalizzare la politica, l'economia, la società. Un partito dei diritti e dei doveri, della laicità, della legalità e delle pari opportunità. Abbattere i costi della politica, rendendo protagonista lo spirito di servizio che la deve animare.

Bene. Ora che si sono aperte le danze, ora che finalmente la strada é tracciata e le regole - pur in presenza di qualche limite - sono state definite, occorre affrontare a viso aperto il nuovo impegno, difficile ed entusiasmante: dar corpo e vita al Partito nuovo, al Partito Democratico.

L'Assemblea Costituente sarà chiamata ad eleggere il Segretario nazionale del Partito. Nell'eleggere l'Assemblea Costituente i cittadini-elettori che parteciperanno alle Primarie del 14 ottobre eleggeranno anche i Segretari regionali e le Assemblee regionali del Partito. Ed aderiranno così - detto, fatto - al Partito democratico.

Con le decisioni del Comitato dei 45 é iniziato un nuovo film. Da metà ottobre ci sarà in campo il nuovo soggetto. Manca un centinaio di giorni. Non é tanto, ma dobbiamo farcelo bastare. Lo scettro sta passando dalle segreterie ai cittadini. Questo é il momento. Chi ha del filo da tessere, ci provi e si metta alla prova.

Da qui a metà ottobre, il dibattito, il confronto e la competizione tra i diversi disegni e le diverse sensibilità politiche che animano ed animeranno il PD sostanzieranno elezioni libere e mature, che esprimeranno la consistenza delle diverse sensibilità chiamate a comporre il Partito nuovo.

Un pericolo si staglia contro questa ipotesi positiva: la possibilità che la corsa si sclerotizzi in un confrotno a due, tra DS e Margherita, per la segreteria del PD. Sarebbe una risposta ovvia e banale, frutto di una vecchia politica che - co il PD - abbiamo deciso di superare. Occorre fugare questo pericolo. Per questo anche noi "ulivisti e democratici" dobbiamo mettere a disposizione idee, progetti e strumenti.

C'é un'anima diffusa, trasversale, ricca di sentimenti ed entusiasmi, che attraversa da anni il nostro mondo. E' il portato di diverse esperienze, variamente denominate, ma che, per capirci, qui definiremo "sensibilità ulivista". E' quella sensibilità che ha dato le motivazioni al famoso "valore aggiunto" dell'unità nel nome dell'Ulivo. E' una corrente culturale e di pensiero, é un sentimento, prima ancora che un disegno politico, che ha vissuto in questi anni in maniera un po' "borderline" - un po' dentro ed un po' fuori dai partiti; un po' dentro ed un po' fuori anche dalle associazioni.

Questa sensibilità é risultata vincente dal lungo confronto che ha attraversato l'esperienza dell'Ulivo dal 1995 ad oggi. E' stato un confronto anche molto aspro. Che spesso ha costretto la nostra "sensibilità" a ritrarsi, a trasformarsi in un fiume carsico. A sopportare alle volte sufficienza e financo derisione.

Ma noi "ulivisti e democratici" (perché non chiamarci così??) siamo fatti di materiale speciale: testardi dentro, entusiasti, duri a morire. Fino ad incidere, fino a "vincere". Gutta cavat lapidem.

Sì, perché - quantomeno culturalmente - le decisioni dell'ultimo anno, anche le più recenti, parlano la nostra lingua e si lasciano alle spalle il politichese un po' datato che per anni ha pervaso la politica del centrosinistra. Non é forse un piacere sentire, oggi, tanti nostri vecchi oppositori tessere elogi e quasi fare il tifo per lo strumento delle Primarie?

Le nostre parole d'ordine sono state, per anni: la riforma della politica, le Primarie come metodo di selezione del ceto politico dirigente, la legalità come affinità comune; ma anche la mitezza ed il senso di apertura e di accoglienza della politica, una visione riformista dei processi di sviluppo della società, accompagnata anche da una certa radicalità dei valori e dei principi, con quelli costituzionali come punto di riferimento centrale.

Il nostro obiettivo é stato, per anni, la costruzione di un soggetto politico nuovo, unitario, riformista. Un partito che sapesse ragionare, discutere e, però, alla fine, un Partito che sapesse anche decidere. Ora l'abbiamo a portata di mano. Ora possiamo contribuire a costruirlo.

Oggi possiamo celebrare il raggiungimento di uno snodo importante nella prolungata battaglia politica e culturale che abbiamo ingaggiato dieci anni fa. Ma oggi stesso siamo chiamati a ripartire. Perché, come sempre, una volta raggiunto un traguardo, subito un altro se ne prospetta.

Non abbiamo di fronte una sfida di breve respiro. Vogliamo costruire un Partito non solo per l'Italia di oggi, ma dei prossimi decenni. Dobbiamo dunque proporre risposte all'altezza delle questioni in ballo. Che non sono solamente le alterne vicende della politica nazionale. Sono "anche" queste, ma si inquadrano in una crisi più generale e complessiva della democrazia in occidente e nel mondo, e si stagliano in un orizzonte epocale, fatto di rivolgimenti grandiosi, modifiche di assetti globali, sconvolgimenti dettati anche dall'impatto della tecnologia e della scienza sul futuro del pianeta.

La nuova meta, oggi, é precisa e definita: sostanziare di ulivismo e di democrazia il Partito nuovo, che per essere all'altezza deve esere federale, deve trarre linfa dalle radici e dalle questioni che travagliano i territori. Portare nelle Assemblee Costituenti regionali e, quindi, in quella nazionale, il più alto numero possibile di democratiche e democratici di "sensibilità ulivista", in modo tale che possano segnare di sé la nascita e la vita del Partito nuovo.

Non penso certo ad una asfittica listarella messa in piedi dalle tre-quattro associazioni uliviste rimaste in campo. No, non é il campionato di calcetto che ormai ci deve interessare. Siamo maturi, siamo grandi a sufficienza, abbiamo dimostrato di saper "vedere lontano", forse più di tanti, e dunque possiamo davvero provarci, possiamo davvero giocarci la partita a viso aperto, senza supponenza ma anche senza soggezione alcuna. Partendo, certo, dalle forze organizzate che abbiamo a disposizione nei territori. Ma parlando ai tanti, senza limiti e pre-giudizi. E pretendendo che nella definizione dettagliata delle regole per il 14 ottobre, siano ben definiti gli spazi, anche di carattere economico, messi a disposizione delle diverse liste in modo equilibrato ed equanime.

Sono migliaia e migliaia le donne e gli uomini di questo Paese ai quali possiamo e dobbiamo rivolgerci. Sono migliaia e migliaia i cittadini che guardano con interesse ed entusiasmo alla nuova politica.

A loro dobbiamo far giungere il nostro messaggio: applicare fino in fondo il metodo della democrazia rendendo davvero contendibile ogni istanza della vita sociale. Liberalizzare la politica, la "nostra" politica, per essere credibili quando ci proponiamo di liberalizzare l'economia e la società. Un partito dei diritti e dei doveri, della laicità, della legalità e delle pari opportunità. Abbattere i costi della politica (iniziando da un forte ridimensionamento del numero dei ministri e dei sottosegretari, dei parlamentari e dei Consiglieri ed assessori regionali) rendendo protagonista lo spirito di servizio che la deve animare. Dare valore al merito, al lavoro, alla voglia di fare.

Se con le Primarie del 2005 si era aperto un pertugio, che abbiamo saputo valorizzare, ora si é aperta un'autostrada. Non soffemiamoci a guardare fino a che punto é accidentata: percorriamola.

Costruiamo negli oltre 400 collegi elettorali d'Italia liste della "Nuova e buona politica", facciamo leva sulle esperienze uliviste di questi anni, richiamiamo in campo le tante forze che in questi anni si sono messe alla finestra, in stand-by.

Vengano convocati nei prossimi giorni gli "Stati generali" dell'ulivismo diffuso e di base e dell'ulivismo associativo. Interno ed esterno ai partiti, interno ed esterno ale associazioni. Venga da lì lanciato un appello alla mobilitazione ed alla partecipazione.

Proviamoci: se non qui, dove? Se non ora, quando?

Non é più il tempo di aprire porte e finestre.

Ora é il tempo di chiuderle. Di chiudere porte e finestre della vecchia politica. E di dire a tutti: venite, c'é da costruire una nuova casa comune. Costruiamola insieme, a nostra immagine e somiglianza.

E non chiedeteci, ora, per quale segretario politico facciamo il tifo.

Noi non facciamo il tifo, noi operiamo. Noi, ora, lavoriamo per dare gambe, fiato, responsabilità alle nostre idee. E le mettiamo a disposizione del nuovo soggetto politico che vogliamo costruire.

Siano i candidati alla Segreteria nazionale a dirci in maniera chiara se sono interessati a queste linee, a queste valenze, a questi sentimenti. Ci dicano se questo é il PD che anche loro vogliono. E noi sapremo scegliere. Come sempre.

Deo Fogliazza

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