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Caso Mons. Bagnasco: avranno il coraggio di chiedere scusa?
26.06.2007
Monsignor Bagnasco e "quelli che abbiamo capito tutto" (Repubblica - Estratto arbitrario da Marco Travaglio)

Bagnasco ...Bertinotti oggi manifesta solidarietà addirittura 'affettuosà al presidente della Cei mons. Bagnasco e condanna la violenza. Ma ieri non ha speso una sola parola per dissociarsi dall'attacco che due parlamentari europei di Rifondazione comunista (più un Verde) hanno rivolto a Strasburgo a monsignor Bagnasco, accusandolo di 'omofobia'. E si sa che chi tace... I proiettili non vagano nella corrispondenza se qualcuno non convince che il destinatario è un nemico. E poiché dai rifondaroli europei il presidente della Cei è stato indicato come nemico, le parole di Bertinotti non sono inutili: sono irritanti". (Alfredo Mantovano, An, Ansa, 30 aprile 2007)

"Mai più il concerto del primo maggio in diretta. Non è possibile che sulla televisione pubblica vadano in onda i comizietti di presentatori populisti che incitano la folla contro il Santo Padre, proprio mentre mons. Bagnasco riceve dei proiettili e nessuno abbia responsabilità dirette, e anzi si assista a un balletto di dichiarazioni che scaricano le colpe su tutti tranne che sui veri responsabili... (Antonio Mazzocchi, membro dell'esecutivo di An e presidente dei Cristiano Riformisti, Ansa, 3 maggio 2007)

"Le nuove minacce giunte a monsignor Bagnasco, al quale desidero testimoniare la mia solidarietà personale e quella di Forza Italia, dimostrano il riemergere di cascami ideologici che non vanno sottovalutati e che richiedono un impegno solidale di tutte le forze politiche democratiche". (Sandro Bondi, coordinatore FI, Ansa, 10 giugno 2007)

"Le minacce a Bagnasco stanno diventando gesti quotidiani e fanno parte di un disegno, per cui da una parte i media dei poteri forti sconfessano la politica e i politici, mentre altri stanno creando i presupposti per un nuovo periodo della tensione". (Roberto Calderoli, Lega Nord, Ansa 10 giugno 2007)

"Continua senza sosta la strategia intimidatoria, dall'inequivocabile colorazione politica, nei confronti del presidente della Cei monsignor Bagnasco. Preoccupa soprattutto il brodo di cultura anticlericale che giustifica una sorta di caccia alle streghe anticattolica, travestita da battaglia liberale. In Italia vi è oggi un inaccettabile clima di intolleranza laicista che genera censura, intimidazione, violenza. La doverosa e sentita solidarietà che rivolgo al Presidente della Cei non cancella la gravità di atti del genere, che devono trovare una adeguata risposta dalle autorità competenti. E' però anche necessario che le forze politiche, che troppo spesso si distinguono per le continue dichiarazioni contro la Chiesa, ed i suoi esponenti facciano sentire la propria voce per condannare atti del genere". (Isabella Bertolini, vicecoordinatore FI, Ansa, 10 giugno 2007)

"L'intolleranza nei confronti delle posizioni della Cei ha oramai raggiunto livelli indecenti. Lettere di minacce e proiettili nei confronti di Monsignor Bagnasco devono far riflettere. Monsignor Bagnasco va difeso perché possa esprimere liberamente e senza timore alcuno le posizioni della Chiesa di Roma... (Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie, Ansa, 10 giugno 2007)

"Queste intimidazioni a mons. Bagnasco sono la spia di un'intolleranza profonda e di una presenza di frange violente e anticattoliche. E proprio per questo non bisogna abbassare la guardia" (Pierferdinando Casini, leader Udc, Ansa, 10 giugno 2007)

"Con le affermazioni dei 'rifondaroli' bolognesi sulle minacce a monsignor Bagnasco si chiude il cerchio. La nuova strategia di collegamento con i 'movimenti' impone la lotta, l'insulto, la giustificazione di ogni minaccia alla Chiesa. Questo è l'unico filo rosso per tenere aperta un dialogo gettare benzina sul fuoco dove buttare Ruini, Bagnasco e il Papa [...] Non basta 'aprire fascicoli'. Bisogna procedere urgentemente, individuare i colpevoli e denunciare gli ispiratori: il governo intervenga subito e poi venga a riferire in Parlamento" (Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, Ansa, 12 aprile 2007).

"Il ministro degli Interni dia finalmente il via libera alla cattura degli anarchici ben identificati da tempo che a Genova stanno minacciando l'Arcivescovo Bagnasco. Venti giorni fa alla Camera il sottosegretario Minniti descrisse le indagini a buon punto e la loro prosecuzione era dovuta alla indentificazione dei collegamenti con i folli anarchici spagnoli. In questi giorni, i pericoli dovuti alle minacce aumentano, quindi al ministro pro-tempore degli Interni non resta che consentire la cattura che sinora ha impedito. Il pericolo è ben superiore a ogni ragione investigativa sui collegamenti internazionali. La codardia istituzionale non vale la vita di un cittadino, nemmeno del cittadino Bagnasco, al quale va tutta la nostra solidarietà e amicizia" (Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, Ansa, 12 aprile 2007).

"Giunga al presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ancora una volta preso a bersaglio da folli intolleranti anticristiani, la solidarietà dell'intero gruppo parlamentare europeo di Forza Italia. Alla solidarietà deve aggiungersi da parte di tutti l'impegno a garantire il rispetto per le idee altrui evitando campagne mediatiche e politiche di criminalizzazione. I cattivi maestri riflettano sempre prima di lanciare campagne di odio nei confronti di chi ha il dovere di difendere un modello di società imperniato sulla famiglia" (Antonio Tajani, capogruppo FI al Parlamento europeo, Ansa, 10 giugno 2007).

***

"E' un ex carabiniere, E. C., 43 anni, espulso dall'Arma nel marzo di quest'anno per motivi disciplinari dopo una condanna penale, l'uomo denunciato dalla Digos di Genova con l'accusa di avere mandato il 9 giugno scorso la lettera con tre proiettili all'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, mons. Angelo Bagnasco. La vicenda che fa da retroscena, e da movente, nasce in Alta Val Tanaro, a Garessio, 3.500 abitanti, ultimo luogo di lavoro del militare che avrebbe agito per vendetta nei confronti della donna con cui ha avuto una relazione alcuni mesi fa, poco prima di essere espulso. Poi, quando lei gli ha detto che la storia era conclusa, E. C. non si è rassegnato e ha cominciato a perseguitarla con atteggiamenti intimidatori utilizzando il fatto che era un militare dell'Arma dei carabinieri" (Ansa, 23 giugno 2007).

...chiederanno scusa?...

da www.tafanus.it

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