Uganda –Kasala giugno 2007. ESPERIENZA DI UNA AMMALATA DI AIDS.Mi è stato chiesto di raccontare la mia esperienza. Mi chiamo Kevina Nakirijja. Sono nata nel 1953 a Kakinzi, villaggio della Missione di Kasaala. Dal il 1961 al 1969 ho frequentato la scuola elementare di Kasaala. In seguito mi sono sposata con un uomo che aveva l’AIDS.
Dopo alcuni anni mi sono ammalata e sono tornata alla casa dei miei genitori. Ho avuto l’Herpes Zoster (il fuoco di S.Antonio), ho cominciato a perdere i capelli, non ci vedevo più, ho perso anche l’udito, tutte le unghie mi si sono staccate, avevo piaghe ovunque, anche in bocca e sulla lingua per cui mangiare era un problema.
Le mosche, attratte dalle piaghe, mi tormentavano Avevo perso ogni speranza.
Qualcuno ha suggerito a mia mamma di portarmi a Kasana Health Centre perché analizzassero il sangue. Il giorno seguente mia mamma noleggiò uno con la moto che mi ha portato a Kasana nella casa di mia sorella dove non sono stata accolta molto bene. Mia sorella e suo marito mi hanno messo in un ripostiglio dove sono stata abbandonata.
Oltre a lasciarmi sola in quel putrido ripostiglio, non mi hanno mai permesso di usare le posate della famiglia.
Mi mettevano il cibo in una scatola e col bastone spingevano la scatola verso di me. Ero completamente isolata. Ho esperimentato quanto sia terribile l’essere abbandonati. In seguito mia sorella ha fatto venire uno stregone col pretesto che ero stata maledetta da qualcuno. Mia madre si è opposta.
Il giorno seguente sono stata portata al Kasana Health Centre per farmi esaminare il sangue. Mi hanno detto che ero ammalata di AIDS. Non mi hanno però permesso di rimanere nell’Health Centre perché non c’erano medicine.
Mi hanno mandato a casa a morire.
Sono stata portata alla casa della mamma che ha informato il catechista della mia situazione. Il catechista è venuto a trovarmi ed ha avuto parole di speranza. Mi ha poi chiesto se volevo ricevere i Sacramenti.
Quello è stato il primo passo verso una vita nuova.
Il catechista è tornato con il P. Giorgio il quale mi ha parlato dell’Amore di Dio, della sua misericordia e come il Signore che è morto e risorto agisce e guarisce nell’anima e nel corpo di chi riceve i Sacramenti con fede.
Dopo essermi confessata ed aver ricevuto il perdono, ho ricevuto l’Unzione degli infermi e l’Eucarestia.
Ho cominciato in quel momento ad esperimentare la potenza risanatrice di Dio.
Ho iniziato a riprendere vita, non sentivo più le pene di prima.
La lingua e la bocca sono ritornate normali e ho ricominciato a mangiare regolarmente mentre prima sorseggiavo solamente qualcosa.
Il P.Giorgio veniva ogni settimana a portarmi l’Eucarestia e ad infondermi speranza. Ho cominciato a fare qualche passo e un po’ alla volta ho ripreso a camminare dopo essere rimasta paralizzata per così lungo tempo. I capelli mi sono cresciuti di nuovo, le unghie hanno ripreso a crescere e le ferite un po’ alla volta si sono rimarginate.
La mia preghiera si faceva sempre più intensa. Ogni volta che ricevevo l’Eucarestia ricevevo una nuova forza e speranza. Nel passato la mia vita non era stata certamente esemplare.
Il Signore mi ha mostrato la sua misericordia e la sua potenza risanatrice.
Quando il P. Giorgio mi ha chiesto che cosa volevo fare ora della mia vita, gli ho detto che volevo aiutare quelli che stanno esperimentando ciò che io ho vissuto per dir loro che c’è una via di uscita, una speranza anche per loro. Ciò che ho esperimentato mi ha aperto gli occhi per saper vedere le sofferenze degli altri, mi fa pensare agli altri e mi aiuta a non chiudermi a leccare le mie piaghe.
Trovo una grande gioia quando visito gli ammalati e il Signore si serve anche di me per infondere in loro speranza. Vorrei dire a tutti gli ammalati di AIDS: accogliete il Signore Gesù ricevendo i Sacramenti della Penitenza, l’Unzione degli Infermi e l’Eucarestia perché attraverso questi Segni Egli guarisce e dona la pienezza di vita.
Kevina Nakirijja.
Kevina Nakirijja da otto anni sta facendo un lavoro meraviglioso soprattutto con gli ammalati di AIDS. Va a trovarli, (le avevo regalato una bicicletta perché potesse raggiungere tutti gli ammalati), informa l’infermiere incaricato di aiutare questi ammalati, porta loro cibo…
Molti di questi ammalati sono tornati a ricevere i Sacramenti grazie alla sua testimonianza. Alcuni che non avevano ancora ricevuto i Sacramenti li ha preparati a riceverli. L’ho scelta come catechista: l’ho mandata al corso per catechisti a Masaka dove ha fatto benissimo.
In questi giorni mi ha fatto incontrare tutti gli ammalati che potevano camminare. Mi hanno offerto frutta che loro coltivano. Avevo dato loro delle piante da frutto perché potessero averne per sé, per i figli e per vendere. Hanno cantato e mi hanno detto che cosa stanno facendo. E’ meraviglioso vedere come pensano agli altri. Non hanno neanche il tempo di stare a pensare alla loro malattia. Sono pieni di speranza e di vero Amore. Per me sono una lezione!
P.Giorgio
fonte:per il Gruppo "Amici di Padre Claudio CRIMI in Mozambico"
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