Una bandiera per la pace tra i popoli.I bambini del Kurdistan iracheno con Itaca e Save the Children.Costruire una grande bandiera con l'aiuto di tutti i bambini per poi portarla all'Onu come appello per la pace tra i popoli. Accanto alla bandiera, una lunga raccolta di commenti degli stessi bambini accompagnerà lo speciale tessuto. Oltre ai piccoli del Kurdistan iracheno, anche i numerosi bimbi che stanno frequentando in questi giorni i Centri estivi gestiti da Itaca parteciperanno all'iniziativa.
Nei giorni scorsi la Cooperativa sociale Itaca di Pordenone è rientrata dal viaggio nel Kurdistan iracheno, dove si è recata grazie al socio Roberto Baita su invito dell'organizzazione "Kurdistan Save the Children". Baita, esperto educatore nonché formatore nel settore Minori della Cooperativa friulana, ha tenuto una serie di corsi formativi aperti per i bambini nei Centri di Cultura per Bambini di Kaziwa.
"L'avventura è iniziata già dal primo giorno con la visita a tre Centri di Save the Children -ha commentato Roberto Baita, appena rientrato dal suo viaggio nel Kurdistan iracheno-. Sono rimasto stupefatto dalla ricchezza e dalla freschezza dei bambini e delle attività organizzate in quei Centri. L'accoglienza è stata oltremodo piacevole, ho assistito a tre piccoli numeri preparati dai bambini (7-10 anni), delle cose meravigliose, fresche, spontanee e decisamente toccanti".
"Il secondo giorno -prosegue l'educatore della Cooperativa Itaca- ho iniziato il mio vero lavoro. E' andata molto bene, ho lavorato con tre gruppi di 25 bambini distribuiti su due Centri, che vedono presenze giornaliere di oltre 300 bambini l'uno. Molto interessante la loro struttura, lavorano bene e con problemi notevoli: tanto per dire uno dei Centri ha l'obiettivo di tentare un recupero scolastico di molti dei bambini e di aiutare alcuni di loro vittime della pedofilia dilagata ai tempi del conflitto. Risultati direi molto buoni. Su 75 bambini che avevano abbandonato la scuola lo scorso anno, 45 l'hanno ripresa, ma resta come sempre molto da fare".
I primi tre laboratori sono partiti da subito e con essi il progetto "Bandiere". "L'idea è di costruire una grande bandiera con l'aiuto di tutti i bambini -spiega ancora Baita- per poi portarla all'Onu come appello per la pace tra i popoli. Accanto alla bandiera, una lunga raccolta di commenti dei bambini sul lavoro attuato accompagnerà il 'tessuto'. Nel frattempo con un altro gruppo abbiamo realizzato un libretto e con un terzo gruppo abbiamo realizzato bambole di stoffa; ma abbiamo anche cantato 'Siamo alti', una filastrocca che avevo scritto alcuni anni fa e che uso come sigla per i miei lavori, e loro l'hanno cantata in italiano senza problemi".
Il terzo giorno "abbiamo lavorato in un Centro che si occupa di educazione sportiva e musicale. I bambini hanno imparato subito 'Tu tramontis tu soreli' brano dei Mitili Flk. Poi mi sono recato a Kirkuk in un Campo profughi che conta 2300 presenze pari a 486 famiglie, 1234 bambini al di sotto dei 18 anni e di questi oltre 500 al di sotto dei 7 anni. Nel corso dei laboratori ho lavorato con il supporto di Gulala, una signora kurda che è assieme al marito Nadim l'anima di questa attività . Lei è stata la mia voce kurda per tutta la mia permanenza con Save the Children. A Kirkuk i bambini, oltre un centinaio al giorno fino a 150, frequentano il Centro ma qui l'ingresso non è libero come dalle altre parti e nell'aria si sente sempre una tensione imprecisa ma molto presente".
"L'ultimo giorno siamo andati a Hallabya, città martire del Kurdistan a 20 km dal confine con l'Iran. Qui il 16 marzo 1988 Hassan ha fatto usare le armi chimiche uccidendo 5000 persone e ferendone in vario modo oltre 10000. Tre laboratori attuati con tanto di assalto da parte di bambini festosi. Successivamente -continua Baita- via a visitare un'altra Caziwua (corrisponde al nostro "Centro"). Per la precisione a Bazi Wan nei pressi di Sulaimanya. Dopo pranzo un ultimo laboratorio con i bambini, al mattino abbiamo portato avanti il progetto bandiere, al pomeriggio abbiamo realizzato il libro e un po' di animazione".
La sintesi? "Tutti gli operatori di Kurdistan Save the Children sono stati concordi e sorpresi nel notare la capacità di entrare in empatia immediata con tutti i loro bambini. Ma, se sapessero tutto quello che io ho ricevuto -conclude-, seppure in flash rapidissimi, capirebbero che davvero i bambini sono stati un incentivo, uno stimolo, una fonte per apprendere incredibile".
Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
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