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Agrigento, No al rigassificatore, nuovi documenti
29.07.2007

COMITATO PRO REFERENDUM NO RIGASSIFICATORE AGRIGENTO - RINVENUTI DOCUMENTI CHE POTREBBERO METTERE A RISCHIO LA SICUREZZA NAZIONALE

La recente scoperta di un centro di addestramento per kamikaze a Perugia, dimostra che l'Italia "continua ad essere meta privilegiata per basi logistiche di estremisti islamici", come dichiarato dal vicepresidente della Commissione europea e commissario alla Liberta', Sicurezza e Giustizia, Frattini, il quale aggiunge inoltre che "tuttavia, non si puo' escludere che anche il nostro Paese possa essere obiettivo diretto di attentati terroristici".

Tutti sappiamo come i gasdotti, i quali rientrano tra le "infrastrutture critiche" individuate dalla Commissione Europea, siano già stati oggetto, in Italia (attentato targato "Settembre Nero", avvenuto ai depositi SIOT nel 1972) come in altri paesi, di attentati terroristici.

Citiamo di seguito solo alcuni tra i più recenti esempi:

- giugno 2003 - black-out di Baghdad provocato da un guasto alla principale centrale che alimenta la capitale, dall'attentato contro il gasdotto di Hit e da un precedente atto di sabotaggio contro un oleodotto.

- gennaio 2006 - due bombe hanno distrutto il gasdotto che attraversa l'Ossezia del Nord, in Georgia.

- ad Algeri nel giugno 2006, tre guardiani civili incaricati di sorvegliare il gasdotto che collega Hassi Rimel (Sahara algerino) a Cap Djinet, a 80 Km da Algeri, rimasero uccisi e altri tre vennero feriti in un attentato esplosivo L'attentato fu imputato a una cellula del Gruppo salafista per la predicazione e la battaglia legato ad al Qaida.

- settembre 2006 - Esplosione in un gasdotto al confine tra la Turchia e l'Iran. L’attentato venne attribuito ai guerriglieri curdi. Un mese prima, un' altra esplosione aveva colpito una delle condutture del gasdotto dalla parte iraniana nella provincia di Agri.

- 10 febbraio 2007 - un attentato dei separatisti baluci contro un gasdotto ha lasciato Quetta (Pakistan) senza gas per 12 ore.

- luglio 2007- CITTA' DEL MESSICO - Una sezione di un gasdotto della compagnia statale messicana 'Pemex' e' esploso a seguito di una attentato nello stato di Queretaro. Sono stati evacuati interi villaggi anche nel vicino Guanajuato, nel Messico centro-meridionale.

La società "Nuove Energie s.r.l.", ha chiesto l’autorizzazione alla costruzione di un terminale di rigassificazione di GNL, da ubicare nell’area industriale del Comune di Porto Empedocle (Ag), il cui progetto prevede due serbatoi interrati della capacità di 160 mila metri cubi ciascuno, in grado di produrre otto miliardi di metri cubi di gas l’anno.

Il gas così prodotto, verrebbe convogliato attraverso un nuovo gasdotto, previsto dallo stesso progetto, verso quello già esistente della SNAM.

La parte del progetto inerente il nuovo gasdotto completo del tracciato e correlato di riferimenti e fotografie che indicano con grande precisione le aree interessate dalla realizzazione dell’opera, è stato diffuso e reso di pubblico dominio. In base al regolamento comunitario 1049/2002 "l'accesso ai documenti non è incondizionato" qualora questo leda gravemente l'interesse pubblico, tanto da indurre la Corte UE in data 9 marzo 2007, ad esprimersi testualmente: "Nella lotta al terrorismo internazionale è giustificato limitare l'accesso a documenti se questo rischia di indebolire l'azione di contrasto messa in campo dall'Unione Europea".

I documenti sensibili quindi non devono essere divulgati al pubblico per non indebolire la lotta al terrorismo.

Orbene, appare evidente come il diffondere notizie e documenti quali quelli resi noti, sia in netta contrapposizione alle necessità di salvaguardia della sicurezza dell’intera collettività, posto che chiunque potrebbe usufruirne per scopi tutt’altro che leciti e che potrebbero mettere a rischio tanto l’incolumità di singoli cittadini, quanto il benessere economico, l'ambiente e l'attività dell'UE.

Infatti, le informazioni così acquisite, potrebbero essere utilizzate sia da parte di organizzazioni terroristiche, sia da organizzazioni criminali o da parte di squilibrati, che potrebbero causare seri ed ingenti danni alla collettività.

Invero è necessario evidenziare come già in precedenza si siano verificati nel territorio agrigentino episodi riconducibili a rapporti intercorsi tra cittadini italiani ed estremisti islamici.

Emblematico è il caso di un cittadino della provincia di Agrigento, definito dalla stampa come "il talebano di Favara", il quale tentò invano di fare esplodere una bombola di gas nei pressi del Tempio della Concordia, lasciando sul posto scritte inneggianti all’Islam.

Questo, è solo uno dei casi più significativi per dimostrare come un solo uomo, sia esso un terrorista o uno squilibrato, potrebbe portare a termine azioni gravissime, mettendo in pericolo la sicurezza della collettività.

Proviamo ad immaginare quali conseguenze avrebbe potuto avere quel gesto, se anziché essere indirizzato a colpire un monumento, avesse avuto come obiettivo il gasdotto.

È necessario considerare inoltre, come la costa agrigentina sia interessata dal fenomeno dell’immigrazione clandestina, con il conseguente arrivo nel nostro territorio di soggetti non facilmente controllabili e che potrebbero appartenere a organizzazioni terroristiche.

Come se ciò non bastasse, va segnalata la presenza di organizzazioni criminali che operano nel territorio e gestiscono interi settori dell’economia locale, i cui esponenti si sono già resi in passato protagonisti di azioni intimidatorie anche nei confronti dello stesso Stato Italiano (epoca stragista di Cosa Nostra).

La diffusione di notizie che, anche qualora non fossero oggetto di precise restrizioni normative, dovrebbero per ragioni di buon senso essere oggetto di riservatezza, aumenta in misura esponenziale i rischi.

Considerato come la riservatezza di notizie, atti, documenti e quanto altro possa risultare lesivo per la sicurezza dei cittadini e della nazione, sia la prima misura di prevenzione da adottare nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, appare evidente come i comportamenti posti in essere in questa vicenda da parte della Pubblica Amministrazione e dai soggetti interessati alla realizzazione del progetto, siano inconciliabili con le indicazioni redatte dalla Commissione Europea e violino il diritto fondamentale dei cittadini a poter vivere liberamente, protetti da eventuali atti criminosi che ne mettano a repentaglio l’incolumità.

È pertanto che abbiamo voluto chiedere agli Organi cui di competenza (Commissione Europea, Ministeri, Prefetto e Organi Inquirenti), che venga inficiata la parte progettuale relativa al gasdotto e di voler valutare il rischio al quale tali comportamenti espongono i singoli cittadini e l’intera nazione, perché vengano presi i provvedimenti ritenuti più opportuni affinché un nuovo progetto riporti a condizioni minime accettabili la soglia di sicurezza.

Restando a Vostra disposizione per eventuali ed ulteriori chiarimenti, si porgono cordiali saluti.

Per il Comitato

Gian Joseph Morici

(Componente Commissione Nazionale Ambiente AICS)

Recapito: c/o AICS via Plebis Rea 25

92100 Agrigento tel 0922 26806 cell 333 4641390 e mail gianjosephmorici@virgilio.it

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