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PD, il ciclone Emiliano (di Antonio V. Gelormini) |
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14.08.2007
Si annuncia come la prima vera novità nel percorso di avvicinamento alla nascita del Partito democratico. Michele Emiliano, sindaco della città di Bari, investito direttamente dal collega e leader Walter Veltroni, ha deciso di presentare la propria candidatura alla segreteria regionale pugliese del partito nuovo.
Il via libera, nei giorni scorsi, è arrivato anche dai vertici dei Democratici di sinistra. Che stanno giocando tutta la partita nazionale con furbizia e professionalità . Ma, come spesso era già accaduto per altre vicende, ha dato tanto l’impressione della presa d’atto di un’inevitabile soluzione, per la particolare situazione pugliese. Piuttosto che la scelta convinta, per un processo di cambiamento, in linea con gli orizzonti innovativi del costituendo Partito democratico.
I malumori in casa Dl Margherita, per l’improvvisa accelerazione impressa dal sindaco, ne testimoniano l’intera carica travolgente. Dando sfogo e mettendo in evidenza tutte le contraddizioni soffocate dalla mozione unica congressuale, che all’ultima assise romana ha dato il via libera al Partito democratico. L’unanimismo del congresso aveva acceso sospetti legittimi. Il moltiplicarsi di posizioni critiche odierne ne conferma l’allarme, ed è tanto lesivo per il futuro del nuovo sodalizio, quanto lo è l’eccessiva compattezza, da “tutti allineati e coperti”, messa in atto dai Ds.
In casa Dl non sono pochi a dirsi sorpresi, che sia l’onorevole Gero Grassi a contestare al sindaco barese una decisione non concertata. Lo stesso che, da segretario regionale della Margherita, non esitò a tappezzare i muri di Bari di manifesti con la propria candidatura parlamentare, con un anticipo da guiness dei primati, mettendo tutti davanti al fatto compiuto.
Così come altri si dicono disorientati dal sostegno giunto ad Emiliano dallo stesso Enrico Letta e dal suo entourage, tanto da far precisare al sindaco: ”di esserne gratificato”, ma di ribadire: “la sua appartenenza ad uno schema politico che fa capo a Walter Veltroni”.
Il caso Emiliano è destinato ad avere ripercussioni in molte altre regioni italiane. Lombardia, Campania e Veneto in primis. Gli effetti delle potenzialità di cambiamento, se solo c’è qualcuno che riesca a governarne la forza e ad indirizzarne gli entusiasmi, cominciano ad essere un po’ più evidenti. Contenere o condizionare le logiche degli apparati è possibile. Ne danno prova le recenti inquietudini di Mastella.
Allarmato per le avvisaglie (pugliesi) di un possibile esodo di quadri Udeur verso il Pd, ha già dato il via ad una serie di epurazioni (per la verità , qualcuna solo formale perché varata a partenza avvenuta), tra cui alcuni componenti della squadra Emiliano. E in rigoroso rispetto di vecchie logiche da manuale Cancelli, oggi diffida il sindaco di Bari a estrometterli dalla giunta. Un curioso caso di tentata punizione, per manifesta coerenza del mandato elettorale.
Se Emiliano terrà duro, il Partito democratico che in tanti dicono di volere, comincerà davvero a farsi più concreto e forse a sventare anche il timore di una scarsa affluenza all’appuntamento del 14 ottobre. A ravvivare l’annunciato plebiscito veltroniano, potrebbero essere senza dubbio le rivoluzionarie novità dei segretari regionali.
(gelormini@katamail.com)
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