22.07.2003
OGM. La Commissione adisce la Corte di giustizia delle Comunità europee nei confronti di undici Stati membri
La Commissione europea ha deciso di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee nei confronti di Francia, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna, Austria e Finlandia per non aver adottato e notificato la legislazione nazionale per attuare il diritto comunitario sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati (OGM). Gli undici Stati membri citati non hanno adempiuto ai loro obblighi entro il termine del 17 ottobre 2002, convenuto per l’adozione e la notifica della legislazione nazionale. Il diritto comunitario rafforza la precedente normativa ed è stato adottato per garantire un approccio sicuro e graduale all’emissione di OGM nell’ambiente.
Commentando le decisioni, il commissario per l’Ambiente Margot Wallström ha dichiarato: \"Ho ripetutamente invitato gli Stati membri ad adempiere ai loro obblighi e sono delusa dagli scarsi risultati ottenuti. La nuova direttiva quadro sugli OGM, entrata in vigore ad ottobre dell’anno scorso, ha dato all’Unione europea una delle legislazioni più avanzate e complete, a livello mondiale, in questo settore. Tale legislazione è il frutto di un processo trasparente e democratico e risponde efficacemente alle preoccupazioni dei cittadini sugli effetti degli OGM sull’ambiente e sulla salute. Ma la nostra credibilità sarà fortemente compromessa se non siamo in grado di dimostrare che possiamo attuare tale legislazione. Pertanto è giunto il momento che tutti gli Stati membri armonizzino le loro legislazioni nazionali con il diritto comunitario.\"
Il 17 ottobre 2002 è entrata in vigore una nuova direttiva che modifica il quadro iniziale che disciplina l’emissione di OGM nell’Unione europea . La direttiva modificata rafforza le norme sull’emissione nell’ambiente di OGM. Essa rende la direttiva originaria più rigorosa e trasparente, creando un procedimento di autorizzazione più efficace ed efficiente. In particolare, essa introduce:
- i principi di valutazione del rischio ambientale;
- l’obbligo di assicurare un monitoraggio dopo la commercializzazione, in particolare riguardo ai possibili effetti a lungo termine sull’ambiente;
- l’obbligo di tenere informato il pubblico;
- l’obbligo per gli Stati membri di garantire l’etichettatura e la rintracciabilità in tutte le fasi della commercializzazione;
- l’obbligo di limitare le autorizzazioni iniziali degli OGM ad un massimo di dieci anni;
- l’obbligo di consultare il o i comitato(i) scientifico(i);
- l’obbligo di consultare il Parlamento europeo sulle decisioni relative all’autorizzazione ad immettere OGM nell’ambiente;
- la possibilità per il Consiglio dei ministri di adottare o respingere a maggioranza qualificata una proposta della Commissione relativa all’autorizzazione di un OGM.
Situazione negli Stati membri
Non avendo ricevuto le relative misure di attuazione da Francia, Lussemburgo Belgio, Paesi Bassi, Germania, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna, Austria e Finlandia entro il termine convenuto per il recepimento della direttiva nell’ordinamento nazionale, fissato al 17 ottobre 2002, la Commissione ha inviato ad ogni Stato membro una lettera di costituzione in mora (primo ammonimento scritto), ai sensi dell’articolo 226 del trattato.
Francia, Belgio, Italia e Grecia non hanno risposto. La risposta dei Paesi Bassi non è stata soddisfacente in quanto in essa si confermava soltanto l’adozione di misure di attuazione parziali. Lussemburgo, Germania e Austria hanno risposto comunicando alla Commissione un progetto di calendario per l’attuazione della direttiva, senza tuttavia comunicare alla Commissione alcuna misura di attuazione adottata o prevista. L’Irlanda e la Finlandia hanno risposto che le misure di attuazione erano in preparazione, ma i progetti delle misure non sono stati notificati né è stata data alcuna indicazione del calendario proposto per la loro adozione. La Spagna ha risposto che era in preparazione la legislazione primaria.
Successivamente la Commissione ha inviato pareri motivati (secondo ammonimento scritto) nel marzo 2003, concedendo agli Stati membri due mesi per rispondere.
Francia, Lussemburgo, Germania, Italia e Grecia non hanno risposto al parere motivato, mentre il Belgio ha comunicato progetti di misure di attuazione a livello federale, in risposta al parere motivato, ma non ha dato alcuna indicazione sui tempi di attuazione della legislazione. Nella sua risposta al parere motivato, l’Irlanda ha ribadito che le misure di attuazione erano in preparazione, ma non ha comunicato i progetti di misure né indicato il calendario previsto per l’attuazione. La Spagna ha notificato la nuova legislazione primaria. Tuttavia, occorre che essa sia completata da un regio decreto, che non è ancora stato adottato e inviato alla Commissione. Nella sua risposta, l’Austria ha aggiornato la Commissione sulle tappe già percorse per presentare la legislazione di attuazione dinanzi al proprio Parlamento, ma tale legislazione non è stata ancora adottata. Paesi Bassi e Finlandia hanno allegato una copia del progetto di misure di attuazione, ma queste ultime non sono state ancora adottate.
Poiché i suddetti undici paesi non hanno ancora provveduto ad una completa attuazione della direttiva sugli OGM, come modificata, la Commissione ha deciso di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee nei loro confronti.
Per le statistiche attuali sulle infrazioni in generale, è possibile consultare il seguente sito web:
http://europa.eu.int/comm/secretariat_general/sgb/droit_com/index_en.htm#infractions
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