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Letta: *Walter se la prenda con i suoi. Abbassiamo le tasse*
24.08.2007
A Grado, nel cuore del Nordest incavolato con il governo per le tasse troppo alte e scosso da una criminalità feroce che assalta e uccide nelle ville, Enrico Letta, sottosegretario a palazzo Chigi e candidato alle primarie del Partito democratico, unico quarantenne in carriera, invoca la tregua fiscale, indica prudentemente una strada cauta verso la diminuzione delle tasse, come se Padoa Schioppa gli tenesse una mano sulla testa, e considera quindi l'uscita della sinistra sui Bot come «masochista»; plaude alle prediche di Veltroni ma sostiene che i veltroniani razzolano male; e cerca in tutti i modi di mantenere un aplomb alzando il livello di un dibattito, diciamolo, a volte un po' misero.

Veltroni invita i contendenti alla saggezza e a non dare un'immagine rissosa alla sfida delle primarie. Letta che dice?
«Ho aperto la mia sede elettorale in piazza della Maddalena 6, a Roma, mettendo sulla porta una frase di San Paolo: "Gareggiate nello stimarvi a vicenda". E' il motto con il quale affronto queste primarie. La competizione, come la pratico io, è positiva e non a distruggere».

Allora, bene Veltroni.
«Vado a nozze con intenti di questo genere, è da tre settimane, dall'inizio, che mi comporto così. Parlo delle cose concrete, così si fa del bene alla discussione...».

Ma, c'è un "ma" che incombe...
«Suggerirei a Veltroni di rivolgere questi argomenti soprattutto ai suoi, più che agli altri candidati. Io mi ispiro a San Paolo, casomai sono io oggetto di attacchi».

Lui, per la verità, ha parlato poco.
«I veltroniani molto».

Sulle candidature "occupate" da Ds e Margherita che dice?
«Le mie candidature sono aperte. In alcuni casi le faremo addirittura con le primarie delle liste, cioè a Milano il 9 settembre i miei elettori stabiliranno loro l'ordine di lista. Purtroppo le regole create sono quello che sono, alla fine i nodi stanno venendo al pettine. Io lavoro per liste aperte dove entrino nell'assemblea costituente tanti giovani, donne, gente che viene dall'esterno».

Veltroni ha annunciato che presenterà centinaia di nomi di personalità.
«Ha la sensazione che in casa scoppino le contraddizioni di un'area che, mettendo insieme Ds e Margherita, fa fatica a trovare le composizioni. Lo leggo come un tentativo da parte sua di superare questi problemi».

Fassino ha subito detto di sì, ma i Ds sono stati accusati d'essere molto granitici nel difendere i loro candidati.
«Non replico. Preferisco parlare delle mie liste, di chi vuole garantita una partecipazione liberal alla politica del Pd. Registro che l'intervento di Veltroni sia il segno di un problema evidente. E basta».

Il sindaco di Torino, Chiamparino, è contrario a che governatori e sindaci si presentino come segretari regionali del Pd. Condivide?
«Trovo l'affermazione contraddittoria. Lui sostiene Veltroni, è difficile che critichi Soru o Emiliano perché sono candidati».

Che paragone le viene tra il Pd e il Pdl del duo Berlusconi- Brambilla?
«E' fatto apposta per coprire mediaticamente la centralità che abbiamo conquistato. La differenza è che per fare l'operazione, Berlusconi ha bisogno di "un" notaio; noi di "un" milione di persone».

Solo marketing?
«E' la conseguenza di quello che noi abbiamo messo in campo: il Pd è un elemento di semplificazione. Lui è costretto a inseguirci, per cercare di semplificare il centrodestra».

E lo scontro sui temi dov'è finito?
«Ho lanciato i miei tre temi, libertà-mobilità-natalità, e ne sto parlando in giro per l'Italia. E a Piacenza, il 14 e 15 settembre, la mia convention sarà solo sui contenuti».

Rutelli ne farà un'altra proprio in quei giorni.
«Faccio notare a Veltroni che i veltroniani organizzano una contro convention in contemporanea. Mi chiedo se è un caso. Ma quando si parla di fair play, esigo che venga praticato e non solo richiesto agli altri».

Delle tasse sui Bot che dice?
«E' una proposta già finita. Un modo masochista di farci del male. Sul fisco serve una tregua fiscale».

Che vuol dire tregua?
«Dobbiamo fare una Finanziaria che non cambi se non in discesa».

Meno tasse, allora.
«Sapendo però che si potrà fare solo gradualmente. Se non saremo in condizione di fare grandi cambiamenti, meglio stare fermi. L'obiettivo è la lenta, graduale discesa delle tasse, man mano che la lotta all'evasione fiscale da i suoi frutti».

E le pensioni?
«La mia proposta concreta è riformare le pensioni dei parlamentari, applicando anche a loro il sistema contributivo, eliminando i privilegi. Creando un fondo pensioni volontario: chi vuole versa e riceve in proporzione. E' un tema chiave, la trasparenza della politica è fondamentale, per il Pd importantissima».

di Claudio Rizza da Il Messaggero

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