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Piergiorgio Gawronski: parliamo di contenuti
29.08.2007
Cari elettori,

Domanda: possono "forti contenuti di innovazione" venire dai politici di lungo corso? Se ne erano capaci, perché non li hanno tirati fuori in trent'anni di attività politica? O non sarà che vi sono "macroscopiche carenze culturali dei gruppi dirigenti" (Cacciari) che ne impediscono la genesi? E se i politici non ne sono capaci, come possono emergere dalla società civile, ricca di competenze ed idee ma povera di accesso a un sistema mediatico- televisivo autoreferenziale?

Detto ciò, parliamo di contenuti?

Che cosa significa dirsi democratici? Io credo, tre cose. Un partito di tipo nuovo, come non ne conosciamo in Italia. Una democrazia riparata e rilanciata. Istituzioni amministrative che la smettano di umiliare la gente.

Il Pd. Non bastano regole "democratiche" interne. Deve attivamente, clamorosamente favorire la partecipazione. Non solo degli iscritti: dei cittadini! In che modo? Mettendo in campo un apparato partitico di servizio studiato apposta per organizzare la partecipazione, la trasparenza; per abbattere le barriere all'ingresso nella politica. Puntando alla "trasparenza totale", tutto on-line: bilanci, stipendi, situazioni patrimoniali degli eletti, regole, relazioni tecniche sul programma, le minute delle riunioni della Direzione Nazionale. Utilizzando internet, la democrazia diretta, le primarie ad ogni livello, aiutando i nuovi candidati. E poi, la partecipazione alla definizione del programma, coinvolgendo non solo le ONG, ma i cittadini, in base al valore delle proposte, senza chiedere da dove vengono. Dal lavoro sul programma nascano molte candidature: allora le "macroscopiche carenze culturali" delle classi dirigenti svaniranno.

La democrazia italiana. E' nata liberale, fondata sulla divisione e l'equilibrio dei poteri, e su una Costituzione che è patto fra tutti i cittadini sulle cose importanti, un patto che va oltre le maggioranze di turno. Si scontra oggi con una visione populista, "giacobina", dove la maggioranza "prende tutto", non accetta ostacoli né limiti fuori di sè, essendo stata investita direttamente dal popolo (sono effetti collaterali dello sdoganamento della destra). Come può un candidato alla guida del PD fare tanta confusione, chiedendo ancora, dopo il "no" dei cittadini al referendum costituzionale, una "Costituente"? Una Costituente si fa dopo una grande tragedia nazionale, per rifondare la nazione; nasce dalla lotta di un popolo! Come si può lodare la riforma "giacobina" della Cdl ("non era tutto sbagliato", ecc.) senza percepire la divergenza di fondo? Una visione chiara, invece, va proposta agli italiani; porta, assieme al rafforzamento del Presidente del Consiglio, alle leggi elettorali maggioritarie, ecc., anche all'attribuzione di maggiori poteri di controllo democratico al Presidente della Repubblica, alla Corte Costituzionale; a proteggere le maggioranze qualificate necessarie per cambiare la Costituzione (oggi aggirabili con leggi elettorali maggioritarie); a dare vera indipendenza alle Autorità garanti, alle Fondazioni bancarie; a liberare la RAI dal controllo della maggioranza di turno (non è la sinistra che ha fatto le attuali regole?). E poi anche a un programma proattivo per libertà nella società: i partiti devono essere democratici (Art.49 Cost.); liberalizzazioni vere; incentivi all'accesso sui giornali dei contributi esterni competenti; ecc..

Pubblica Amministrazione - E come parlare di libertà, di trasparenza, di controllo democratico sulle istituzioni, quando persino i bilanci della Presidenza della Repubblica e della Presidenza del Consiglio sono totalmente opachi, quando i concorsi sono finti (anzi, ormai non si fanno quasi più), lo "spoil system" è senza limiti, le competenze sono umiliate, la qualità della pubblica amministrazione e il senso civico decadono per le scorribande della politica? Le soluzioni, alcune le ho indicate; altre potrà costruirle il PD, se avrà questa priorità.

Bisogna capire da dove si deve cominciare. Secondo me, dall'eliminazione dei privilegi dei politici. Perché: impoveriscono lo stato; sono un pessimo esempio (come fai a chiedere sacrifici per abbassare il debito?); e generano attorno alla politica una riffa indegna, corrompendone la missione. Gli stipendi dei parlamentari: da 14000 Eu netti mese a meno di 5000, mettendo un tetto anche nella Costituzione! (Altrimenti le "riforme" durano poco). Poi i privilegi pensionistici. Poi i Parlamentari Europei, e via via tutti gli eletti; fino ai burocrati, alle pensioni d'oro. Poi i finanziamenti ai partiti, oggi fuori controllo; le regole sulle incompatibilità degli eletti per eliminare i conflitti di interesse; i tagli anche del 50%, in 12 anni, dei bilanci di organi ed enti pubblici. E una nuova Autorità Indipendente forte, che controlli, e intervenga. Questo è un programma politico per un grande partito; di prim'ordine.

I politici di lungo corso non hanno l'immaginazione per osare tanto; né la libertà dai loro apparati; né vogliono legarsi le mani con la pubblica amministrazione. Perciò si limitano a proposte estemporanee (le Asl), incoerenti (maggioritario, senza però i contrappesi democratici), irrealizzabili o poco incisive. Come ad esempio la riduzione del numero dei Parlamentari: sono d'accordo, ma - rispetto al taglio di stipendi e privilegi dei parlamentari - non migliora la qualità etica della politica; e richiede una non facile riforma Costituzionale.

Oltre ai singoli temi trattati punto per punto nel sito (www.gawronski.it), nei prossimi giorni presenterò idee su temi a me più congeniali: internazionali, economici, sociali. Proporrò una via per calare il "Manifesto" del PD nella realtà. Ma credo che il PD debba partire dal richiamo alla nostra dignità di cittadini ed uomini liberi che non devono più avere timore di tutti i poteri, piccoli e grandi, che ci prevaricano ogni giorno. Io non partecipo a concorsi di bellezza: offro una visione e un programma profondi e coerenti. Sessantacinque riforme, solo per le istituzioni. Vorrei contribuire al dibattito sui contenuti.

Grazie

PierGiorgio Gawronski

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