6.09.2007
Gli americani hanno paura del loro Governo. di Gian Carlo Storti. Sicko, di Michael Moore un film da vedere almeno due volte.L’ inchiesta-documentario sulla sanità americana di Michael Moore "Sicko", va oltre i numeri della statistica.Moore ci fa entrare nelle case e negli ospedali americani, ci mette a contatto con drammi e tragedie provocate da questo terribile aspetto - mai risolto - della sanità americana.
Il film si apre con una scena emblematica e terrificante. Un giovane americano, assistito dalla moglie, alla presenza del suo gatto, che si cuce , da solo e con aghi e filo sanitari una ferita sulla sua gamba. Lo si sente soffrire, lamentarsi, forse imprecare mentre la macchina da presa inquadra , facendoti quasi star male, la sua mano che cuce la ferita.
La scena si conclude con lui soddisfatto della cucitura e che in pompa magna grida a tutti che "così non ha speso nemmeno un dollaro".
Stupefacente poi è la scena del falegname che sceglie di farsi riattaccare solo la falange del dito medio che costa solo " 12 mila dollari" rinunciando all’altra, che sarà buttata in discarica il cui costo per lui era troppo elevato: ben 60 mila dollari.
Descrive le tribolazioni di una matura coppia che a causa delle spese mediche perde la casa (questa è la conseguenza più frequente) ed è costretta a chiedere ospitalità a una figlia che gli offre una temporanea ospitalità con un letto a castello e un armadio sistemati in uno studiolo. A un paziente leucemico viene negato un trattamento perché troppo costoso, a una bambina con convulsioni negate le cure perché capitata nell'ospedale sbagliato (l'uno e l'altra morti). Insomma, una vera e propria rassegna di orrori che viene messa a confronto con la situazione del tutto diversa – civile, solidale, rassicurante – dei sistemi sanitari universalistici: canadese, inglese e francese.
Il film si conclude con un bel colpo di teatro. Un viaggio a Cuba per far curare nell'accogliente sistema sanitario dell'isola una decina di pompieri di New York, ammalatisi a causa dei soccorsi portati a Ground 0 e poi abbandonati al loro destino dalle autorità locali.
L’idea di Moore era quella di suscitare, tramite Sicko, il massimo disgusto nei confronti della sanità americana e c'è perfettamente riuscito, facendo ancora di più apprezzare i sistemi sanitari dei cittadini americani e non che hanno il privilegio di vivere in Paesi come Canada, Gran Bretagna e Francia.
Il regista , che appare spesso nel film in qualità di accompagnatore o intervistatore dei " cittadini americani" ha lavorato di accetta: di qua l'establishment – il governo, i politici, l'industria farmaceutica, i medici, le assicurazioni, o meglio, le Health Maintenance Organizations (HMOs) – , di là i rassegnati e mazziati cittadini.
Non solo attacca il suo odiato George W. Bush, ma depotenzia Ilary Clinton, descritta da prima una donna battagliera che voleva cambiare il sistema sanitario americano , mentre oggi appare anche lei sponsorizzata da multinazionali farmaceutiche . Insomma il dio $ assorbe tutti e piano piano li normalizza.
Stupende sono due interviste parallele . La prima ad un conservatore canadese e la seconda ad un deputato laburista inglese.
Quasi con parole simili i due, in tempi e situazioni diverse arrivano alle stesse conclusioni e cioè che il loro sistema sanitario, rispettivamente canadese ed americano, mettono i " cittadini nella condizione di pagare le tasse secondo le loro possibilità e di ricevere dallo stato secondo i loro bisogni sanitari". Come non ricordare la definizione teorica del comunismo: il comunismo è quello stadio della società dove ogni cittadina dà secondo le sue possibilità e riceve secondo i propri bisogni".
Una provocazione forte, fortissima che si accompagna all’immagine di Moore ritratto mentre ammira il busto di Karl Marx. Lui americano, dove il comunismo è stato aborrito per legge che in qualche modo lancia un messaggio politico.
Infine , ed è questo il suo messaggio piu’ importante è la riflessione finale che gli viene suggerita da una cittadina americana che vive in Francia.
Questa cittadina dice che in " Francia il Governo teme i cittadini perché questi sono liberi e quindi nonostante abbiamo un sistema sanitario avanzato, ferie, maternità ecc. scendono in piazza perché appunto sono liberi . Negli USA invece avviene il contrario: sono i cittadini che hanno paura del Governo". Perché ? Chiede Moore . La cittadina americana che vive in Francia non sa rispondere a questa domanda. E’ Moore che chiudendo il film riflette ed evidenzia che un giovane arriva al lavoro già con molti milioni di euro sulle spalle. Sono i vari prestiti che ha ottenuto dal Governo per studiare, per andare al college.. E quindi stigmatizza il regista che " questo giovane, pieno di debiti che andrà a lavorare, lavorerà , non protesterà , non andrà in piazza e subirà ". E’ per questo quindi che gli americani hanno paura del Governo e non viceversa.
Un conclusione semplice ma efficace.
Insomma un film da vedere e gustare dalla prima all’ultima scena.
Non essere pigro. Passa parola………
storti@welfareitalia.it
Michael Moore, breve biografia.
A 22 anni rifiuta il suo destino di impiegato nella General Motors e fonda il 'Flint Voice', un quotidiano locale che dirige per dieci anni.
Il suo primo documentario è "Roger and Me", un feroce atto d'accusa nei confronti del presidente della General Motors, Roger Smith, e ritrae il disagio sociale dei numerosi operai espulsi dal mercato del lavoro in seguito alla chiusura di una fabbrica della società nel Michigan ( per finanziare il film organizza serate di bingo a casa sua.
Dopo diverse esperienze cinematografiche , finalmente, con il pluripremiato "Bowling a Columbine" vincitore vince l'Oscar 2002 come miglior film documentario.
Il personaggio non si smentisce e durante il suo discorso di ringraziamento ha duramente attaccato il presidente degli Stati Uniti George W. Bush dichiarando: "A nome anche di tutti gli altri candidati a questo premio, vorrei dire che purtroppo viviamo in tempi fittizi, in momenti in cui c'è un presidente fittizio, un uomo che ci manda e ci porta in guerra per ragioni fittizie. Se la realtà è fittizia, noi siamo contrari a questa guerra. Vergogna, vergogna, anche il Papa è contro, Bush sei finito!"
Un tipo tosto che nell’ultimo film documentario Sicko si fa filmare mentre sosta davanti alla statua di Karl Marx.
http://www.michaelmoore.com/
http://www.sicko-themovie.com/
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