India, Argentina e Palestina: le voci degli ospiti internazionali.Sbilanciamoci! con le popolazioni oppresse. La Viceministra Sentinelli: "Più soldi alla cooperazione, meno per le armi".Marghera, 9 settembre - Giornata conclusiva dedicata al confronto con le realtà internazionali al Forum di Sbilanciamoci! "L'impresa di un'economia diversa". L'indiana Aruna Roy - attivista del MKSS, l'argentino José Abelli - Movimento imprese recuperate argentine, Mustafa Barghuti - ex Ministro dell'Informazione palestinese e la Vicepresidente di Attac Susan George, si sono confrontati sul palco di Marghera con la Viceministra agli Affari Esteri Patrizia Sentinelli e la Vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini.Roy: "Il governo indiano svende il paese alle multinazionali".In India - ci racconta Aruna Roy, impegnata da tempo nelle campagne per i diritti civili nel suo paese - la condizione sociale delle popolazioni è molto preoccupante. La crescita mostrata dagli indicatori ufficiali si riferisce soltanto alle classi ricche. "In India -dice Roy, ci sono ben 500 'zone economiche speciali', che il governo vende ai grandi gruppi internazionali. Sono territori dove non vige la legge indiana, non si tengono elezioni e la mafia domina". "Oggi in India chi protesta può essere arrestato. - prosegue - Il governo sta cercando di terrorizzare la gente. Ma noi teniamo duro, perché manifestiamo per i diritti fondamentali, come l'accesso all'acqua potabile o la libertà d'informazione". Aruna Roy insiste sull'importanza della partecipazione:"Non bastano le elezioni per rappresentare le persone, bisogna parlare con la gente. La nostra protesta nonviolenta ci ha permesso di raggiungere importanti risultati come una legge sull'informazione e la possibilità di accedere ai documenti pubblici dello Stato. La democrazia non è altro che buonsenso". E richiama l'attenzione della platea alla mobilitazione: "E' importante che in tutto il mondo si protesti contro il governo indiano. Le richieste di Sbilanciamoci! sono molto in sintonia con le nostre proteste e per questo conto sul vostro appoggio".
Abelli: "L'autogestione delle fabbriche argentine, ecco l'altra economia possibile"
Josè Abelli, del Movimento imprese recuperate argentine, ha appassionatamente raccontato alla platea di Sbilanciamoci! la straordinaria esperienza di recupero e di autogestione di più di 200 imprese fallite nel suo paese dalla fine degli anni Novanta ad oggi. "Più di 80mila attività industriali hanno chiuso i battenti a causa delle riforme strutturali, la maggioranza per bancarotta, smantellando più di 500mila posti di lavoro. Ma gli operai, con il sostegno della popolazione locale, hanno occupato le fabbriche, hanno formato cooperative e ripreso la produzione, che nel 2006 è stata complessivamente pari all'1% del PIL argentino". "Con la nostra esperienza - ha proseguito Abelli - abbiamo mostrato che è possibile produrre senza sfruttamento del lavoro, che l'economia non è proprietà di pochi signori, e che le ricchezze si possono ripartire equamente. Abbiamo promosso un modello di sviluppo basato sulla conoscenza, sulla cultura del lavoro e della solidarietà . Esattamente il contrario di quello che accade nel modello selvaggio del neoliberismo".
Sentinelli: "Diamo soldi alla cooperazione riducendo le spese militari"
La viceministro agli Affari Esteri Patrizia Sentinelli ha affrontato il tema dei fondi per la cooperazione: "Si potrebbero senz'altro ridurre le spese militari, perché per le operazioni di pace sarebbero più utili corpi civili. Io credo nell'intervento pubblico - ha aggiunto, stiamo lavorando all'introduzione di meccanismi innovativi sul tipo della Tobin Tax per destinare proventi alla cooperazione". Sentinelli ha poi sintetizzato le tre priorità attuali della cooperazione allo sviluppo, che sono: valorizzare le esperienze di partecipazione attiva e i gruppi più o meno organizzati delle comunità locali; pensare alla tutela dell'ambiente, che è un vincolo per ogni intervento, in termini di benessere e di benvivere, "altrimenti si rischia di indirizzare la produzione agricola solo al biodiesel per i paesi sviluppati e non si coltiva più per sfamare la popolazione"; dare valore alle donne dentro le comunità locali, "per ridefinire nuovi elementi di economia solidale". Non si può più chiamarlo aiuto allo sviluppo - ha concluso, parliamo piuttosto di restituzione a paesi impoveriti da una logica di sviluppo che è dominio, dominio su risorse naturali, sulle conoscenze e sulla consapevolezza sociale. Dobbiamo restituire a questi popoli la capacità autonoma di ridefinire il proprio futuro".
Barghuti: "Necessaria mobilitazione contro l'apartheid di Israele"
Molto atteso l'intervento di Mustafà Barghuti, ex Ministro dell'informazione palestinese, che ha scosso la platea di Sbilanciamoci! illustrando lo stato di sofferenza del suo popolo e denunciando il livello di impunità di Israele, uno Stato "occupante da 40 anni, colpevole di gravi violazioni dei diritti umani e di pulizia etnica, ideatore di un sistema di apartheid peggiore di quello del Sudafrica". La cosa sorprendente, lamenta Barghuti, è "quanto poco faccia la comunità progressista internazionale per mostrare solidarietà al popolo palestinese, quando, come ha detto Nelson Mandela, la questione palestinese è la questione morale odierna numero 1". L'ex Ministro individua una ragione di questo scarso impegno internazionale nella paura di "essere etichettati come antisemiti, anche se non c'è alcun rapporto fra la sofferenza storica degli ebrei e la questione palestinese. Noi siamo, in realtà , le vittime secondarie dell'Olocausto".
Barghuti ha concluso il suo intervento al forum con un invito a mobilitarsi: "La verità è abbastanza nota per agire.
Il mio popolo è determinato ad ottenere la libertà e la pace, ma non ce la faremo senza il sostegno di un'azione di solidarietà internazionale contro Israele".
Morgantini: "Unione Europea debole contro l'occupazione della Palestina"
La vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini ha sottoscritto completamente le parole di Barghuti, lamentando il ruolo ambiguo dell'Unione Europea, che si limita a "politiche buoniste, gettando cibo nella gabbia di Gaza, e accoglie come uomo di pace quel Peres che avalla il muro e le operazioni militari che difendono l'occupazione". Ha rilevato poi una stanchezza del movimento sulla questione palestinese, mentre sarebbe tempo di "sostenere la crescita di quelle forze che in Israele e Palestina lavorano insieme per costruire un dialogo, con l'obiettivo comune della fine dell'occupazione, anzi, dell'annessione forzata delle terre palestinesi".
George: "Non diventiamo come gli Stati Uniti"
Le conclusioni sono state affidate a Susan George, del Transnational Institute, che, dopo aver chiamato tutti alla mobilitazione in difesa dei sette pescatori tunisini che ad Agrigento rischiano 15 anni di prigione per aver soccorso dei naufraghi, ha ricordato in un'efficace sintesi le cause del grande flusso migratorio oggi in atto: politiche di rapina, interessi sul debito, accordi commerciali iniqui, distruzione delle risorse ambientali. "Come europei abbiamo oggi una grande responsabilità - ha detto, dobbiamo impedire che il neoliberismo diventi permanente in Europa, come avverrebbe con le nuove disposizioni scritte dopo la bocciatura della costituzione. Bisogna mobilitarsi, anche con un referendum, per bloccare questo disegno: è importante che restiamo diversi dagli Usa, per contraltare la loro egemonia".
fonte: http://www.metamorfosi.info/Sbilanciamoci.htm