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CpU per il 14 Ottobre (del Coordinamento laziale)
12.09.2007
Il coordinamento laziale della rete dei cittadini dell’ Ulivo mobilita aderenti e amici per sostenere un’alta partecipazione all’appuntamento elettorale del 14 ottobre per la nascita del Partito Democratico. Noi riteniamo ancora che un tale obiettivo costituisca un passaggio chiave per la storia italiana, per il consolidamento del bipolarismo, per la solidità del governo Prodi, e l’unica ipotesi seria per una reale riforma della politica.

Riteniamo che per favorire questa partecipazione, in un contesto come quello che si è andato creando, non sia sufficiente un ottimismo di facciata.

Non intendiamo riaprire un dibattito sulle regole. Ma dobbiamo politicamente prendere atto di un clima di delusione di gran parte della cittadinanza attiva delusa dalla logica di apparati che sta definendo la regia delle primarie, e dobbiamo farlo rovesciando il rischio di un distacco e rimotivando l’ulivismo presente nel paese, grazie alla ampiezza dell’apporto di volontà diffuse determinate e critiche, che ne costituiscono insieme la ricchezza e la garanzia. Lo diciamo anche ai delusi: solo con una partecipazione diffusa e significativa il PD potrà decollare, dando e forza e autorevolezza a chi si batte, se non ancora per chiudere la transizione, almeno per accelerare una nuova e più felice fase di essa.

Un’ alta partecipazione si esprime evidentemente soprattutto con i numeri dei votanti; ma si prepara fin d’ora con la raccolta delle firme per le candidature, con lo stimolo a candidature nuove e soprattutto con un dibattito ricco e articolato, intorno ai grandi assi portanti che devono sostenere culturalmente il rinnovamento della politica di ispirazione democratica, Anche per questo mentre apprezziamo il fatto che siano emerse più candidature a segretario nazionale, chiediamo che prevalga nel dibattito la questione dei grandi contenuti.

I nostri aderenti, comunque liberamente schierati, sono perciò anche invitati a sollecitare al massimo una verifica sulle grandi opzioni, pur tenendo conto che al centro dell’ attenzione non può esserci il programma del governo che c’è, o, peggio ancora, di un governo che non c’è, ma i criteri di fondo che devono muovere e rinnovare, radicare la nuova cultura politica italiana.

Tra tali temi non possiamo non indicare sommariamente quelli legati alla forma partito, alle sue procedure democratiche interne, alla sua capacità di comunicare e tessere rapporti costanti con la società, al carattere rigidamente elettivo di tutte le sue cariche interne e delle candidature istituzionali proposte -con la previsione delle primarie-, alla riduzione dei costi della politica.

Sviluppo e rinnovamento del welfare sono legati a un equilibrio tutto da costruire fra le inderogabili ragioni del mercato e il riconoscimento dei valore dei beni pubblici, non mercificabili -dall’ ambiente alla ricerca, dall’informazione alla legalità-, e di cui sono segno estremo l’ esperienza di maternità e paternità e il sociale no profit.

Entro questo quadro di problemi hanno tenuto banco due parole: sicurezza e tasse. Per la prima non è vero che si tratta di una questione né di destra né di sinistra; c’è un’idea di destra della sicurezza solo come difesa dei già sicuri, come asserragliamento entro le proprie aree, che non è solo in- giusta: è perdente, come lo è la condizione degli assediati. E c’è l’idea di chi è consapevole che la maggior sicurezza si costruisce meglio garantendo anche la sicurezza degli altri, di chi oggi è escluso, di chi oggi è insicuro.

Per la seconda è fin troppo ovvio che il problema delle tasse in Italia oggi non è la diminuzione del gettito ma la redistribuzione dei pesi, con una distribuzione falsata soprattutto dall’ evasione indecente e che deve essere corretta comunque per la fasce più deboli e come stimolo ad una produttività reale.

E restano due grandi temi qualificanti: correzione di alcuni passaggi costituzionali inderogabili senza attentare alla costituzione e a una coerente nuova legge elettorale che non rinunci la bipolarismo e al rapporto dell’ eletto col territorio. La piena fedeltà all’articolo 11 della Costituzione, nel legame stretto fra rifiuto della guerra e impegno a rafforzare l’ organizzazione internazione, con tutto ciò che comporta, di concezione della globalizzazione e dei rapporti internazionali, per una pace integrale e duratura nel mondo.

Infine alla partecipazione dei cittadini affidiamo anche una grande speranza: il PD nasce troppo piccolo rispetto al progetto iniziale dell’Ulivo. Il suo primo compito sarà recuperare l’ ambizione di quel progetto, inutilmente consumato entro logiche perdenti: e ciò ha bisogno di un di più di analisi, di sintesi, dell’apporto di tutti coloro che credono in una democrazia più profonda, più ampia, più inclusiva.

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