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Zapatero vara la Finanziaria senza lacrime (di S. Oranges) |
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22.09.2007
Il Riformista, 22 settembre 2007 - Zapatero vara la Finanziaria senza lacrime di Sonia Oranges
Hanno risparmiato per tutta la legislatura e ora spendono, investendo
prima di tutto sulle riforme sociali. E, soprattutto, abbassando la
pressione fiscale: un taglio dell'Irpf (l'omologo iberico della
nostra tassa sul reddito Irpef) di 2 miliardi e 290 milioni di euro.
Il premier spagnolo José Luis RodrÃguez Zapatero ieri si è giocato il
tutto per tutto, facendo approvare dal suo esecutivo la sua proposta
di Finanziaria per il prossimo anno, l'ultima prima delle politiche
del prossimo anno, grazie alla quale Madrid prevede per il prossimo
anno un surplus pari allo 0,3% del prodotto interno lordo.
Certo, si fa presto a dire meno tasse per tutti, soprattutto nel
pieno di una campagna elettorale che si annuncia durissima. Più
difficile decidere che delle riduzioni fiscali si gioveranno
soprattutto le fasce sociali più deboli, come prova a fare
l'esecutivo socialista, perfettamente in linea con il modello di
welfare sostenibile incarnato da Zapatero. Come? Degli oltre due
miliardi di euro di Irpf in meno, uno corrisponde alla nuova
deduzione sulle nascite o le adozioni (quello che impropriamente è
stato chiamato bonus-bebè, ovvero il contributo statale di 2500 euro
per ogni figlio nato o adottato dal luglio scorso), 348 milioni di
euro invece sono invece riferiti alle deduzioni sugli affitti delle
case per i giovani, mentre altri 939 milioni di sgravi Irpf verranno
da una riduzione di fatto della tassa sul reddito legata
all'andamento dell'inflazione, probabilmente grazie all'innalzamento
dei livelli di reddito riferiti ad aliquote che invece non saranno
toccate. Un intervento collegato all'innalzamento, senza precedenti,
del tetto dei redditi non tassati perché troppo bassi, e all'aumento
delle deduzioni sul reddito da lavoro. Con quest'ultimo pacchetto,
insomma, l'esecutivo del Psoe intende neutralizzare l'effetto
dell'inflazione, evitando che i contribuenti paghino più tasse senza
veder aumentare il proprio potere di acquisto. Ma non basta. La borsa
della spesa (sociale) della Spagna 2008 è assai ricca: si prevede un
incremento degli investimenti del 6,8%, fino a 157 miliardi di euro,
86 dei quali destinati alle pensioni (7,4% in più rispetto a
quest'anno) e altri due a complemento di quelle minime (con un
aumento del 16,6%), tanto per fare qualche esempio.
Naturalmente, nella manovra di bilancio si tiene conto del mondo
economico e imprenditoriale che pure, in questi anni, tanto ha
contributo al boom spagnolo. Non a caso, ieri, l'esecutivo ha
ricordato che durante la legislatura l'Irpf è già stata ridotta di
quasi di 5 miliardi e mezzo di euro, e che alle nuove misure fiscali
bisogna aggiungere l'entrata in vigore della seconda parte della
riduzione dell'imposta sulle società , per un totale di 3 miliardi e
250 milioni di tasse in meno per gli imprenditori. Secondo le
anticipazioni, peraltro, la pianificazione economica studiata dal
ministro dell'Economia Pedro Solbes per il prossimo anno dà prioritÃ
alla crescita economica e alla ripresa della produttività , investendo
in capitale umano e tecnologico, oltre che nelle infrastrutture.
E
poi protezione sociale, aiuti allo sviluppo, rafforzamento della
stabilità di bilancio e miglioramento dei servizi pubblici. Per
farlo, il governo non potrà utilizzare più di 152 miliardi e 560
milioni di euro, un limite di spesa comunque superiore del 6,7%
rispetto a quello dell'anno in corso (pari alla previsione di
crescita del pil nominale, ovvero senza il calcolo dell'inflazione).
E le entrate? Al netto di quanto sarà devoluto agli enti territoriali
(basti pensare che, in virtù del nuovo statuto d'autonomia, alla sola
Catalogna, nel 2008, andranno più di quattro miliardi di euro, che
segnano un bel 25% rispetto al 2007), si prevede che il gettito verso
lo stato aumenterà del 4,2%.
Ora tocca al parlamento, cui Solbes martedì presenterà il documento
di bilancio. Dai banchi dell'opposizione, c'è già chi parla di una
Finanziaria elettoralistica. Sarà , ma i conti, almeno sulla carta,
tornano.
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