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Dall’Assemblea dell’ONU dei Popoli a Perugia.(C. Giambelli)
12.10.2007
Dall’Assemblea dell’ONU dei Popoli a Perugia.Ho avuto il grande piacere di partecipare, per conto del CIPAX, all’Assemblea dell’ONU dei Popoli a Perugia, i giorni 5 e 6 Ottobre, e poi quindi alla marcia Perugia-Assisi del 7 Ottobre.

Era stato detto piu’ volte in precedenza che i diritti umani non sono \\\"valori\\\" altissimi da contemplare. E nelle fasi iniziali dell’Assemblea c’e’ stata la raccomandazione di portare esempi, testimonianze concrete e soprattutto proposte e suggestioni. Quello che e’ seguito e’ stata una coinvolgente corsa al palco di moltissimi tra i 200 ospiti stranieri provenienti da tutto il mondo, che hanno raccontato, gridato le loro personali storie e quelle dei loro popoli, sconvolti dal disprezzo dei diritti umani. In alcuni casi le traduttrici simultanee stentavano a fare il loro lavoro a causa dell’emozione che chiudeva la gola.

Gli interventi si succedevano al ritmo di 5 minuti l’uno, senza alcuna interruzione, se non per il pranzo. Talvolta erano supportati da brevi video o da fotografie, che venivano riproposti continuamente durante l’intervento: parole, voci, immagini, sguardi e volti pieni di dignità, nonostante gli orrori presentati.

Finalmente questi testimoni potevano raccontare a tutto il mondo il loro dramma, finalmente ascoltati con attenzione e partecipazione; e’ stata per tutti loro, per tutti i presenti, un’esperienza liberante, unica nella vita. Gli applausi che seguivano, a volte, non volevano terminare mai, come un abbraccio infinito.

E poi le aspettative e le richieste: precise, puntuali, immense ! Probabilmente nessuno e’ in grado di soddisfare queste richieste. Grandi sono le responsabilità dei paesi ricchi, dei loro governanti e di tutti noi.

La globalizzazione è un disastro, la guerra un fallimento, i media sono usati per controllare il dissenso politico, la sicurezza personale, ovviamente legittima, si basa sulla forza militare, si sta realizzando un nuovo grande impero per il controllo delle risorse naturali (ad es. sono piu’ di 1000 le nuove basi militari USA nel mondo), il riarmo nucleare, nuove malattie a causa dell’inquinamento dell’acqua, previsioni di un miliardo di rifugiati \\\"ecologici\\\" nel 2050 dall’Africa, a causa dei cambiamenti climatici, i governi \\\"galleggiano\\\" sui problemi e crescono le sofferenze dell’Umanità anche a causa di gravi regressi culturali, come la \\\"democratizzazione\\\" del razzismo e la legittimità della tortura, dopo l’11 Settembre 2001.

Eppure non ci puo’ essere rassegnazione: continua a vivere la speranza di una Politica–grande, una Politica-partecipata, una Politica-credibile e la consapevolezza che ognuno puo’ e deve fare qualcosa, dal basso, perché, come dice un detto africano: \\\"Quando in una foresta i rami si scontrano gli uni con gli altri, le radici si abbracciano\\\".

Non solo multilateralismo con un ONU forte, ma anche un nuovo internazionalismo di tutti i gruppi e movimenti della società civile.

L’Africa.

Sappiamo molto poco dell’Africa. Non sapevamo, ad es. che intorno al 1200 esisteva un grande regno (intorno all’attuale Mali) che si era dotato gia’ di una dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, basato su 40 articoli. Uno di questi riguardava l’ecologia e uno…..il diritto allo scherzo, alla beffa tra i gruppi etnici.

Abbiamo poca consapevolezza che oggi, dal nord al sud, il continente africano si sta militarizzando e Cina e USA sono a caccia grossa ……….delle risorse naturali dell’Africa.

Pochi sanno che ci sono stati 4 milioni di morti in una recente guerra in Congo; anche qui il dramma delle ragazze violentate, rapite come schiave sessuali, poi rifiutate dalla società; del genocidio a orologeria a causa della veloce propagazione dell’AIDS (l’80% dei 42 Milioni di infettati sta in Africa). Nasce una nuova generazione di bambine e bambini respinta dalla società, perche’ frutto degli stupri. Nello Zimbawe c’e’ una dittatura; l’inflazione e’ al 7000% all’anno; quattromila persone alla settimana muoiono di stenti; si stanno saccheggiando le risorse naturali. Eppure l’Africa e’ anche ricca, di valori, di umanità, di dignità, di iniziative e puo’ insegnare tanto al resto del mondo: durante il recente WSF di Nairobi sono emerse chiaramente tutte queste potenzialità su cui credere e scommettere.

E poi il Medio Oriente.

Impressionanti le testimonianze dei pacifisti palestinesi e israeliani che combattono insieme, fianco a fianco, per la pace, giustizia e libertà dei due popoli, organizzati in associazioni come i Combattenti per la Pace, Peace for justice, Parents Circle-Families Forum (PCFF) e altre.

Ad esempio quella di un gruppo di donne israeliane, volontarie, che presidiano a turno i check-point israeliani e testimoniano la loro inutilità e la mera funzione di umiliare la dignità dei palestinesi: il 90% dei check-point non sono ai confini ma all’interno dei territori occupati. Serve un permesso per qualsiasi cosa: per andare a pregare, per andare a scuola, per portare gli ortaggi al mercato con un carretto trainato da un asinello. Non e’ una vita normale, non e’ vita. Una delle palestinesi presenti a Perugia ha impiegato tre giorni per poter arrivare in Italia. Alcuni israeliani hanno dichiarato esplicitamente la loro vergogna, che viene dall’aver aperto gli occhi. C’e’ un pressante invito (da parte degli attivisti israeliani) al boicottaggio di Israele: merci, collaborazioni scientifiche e universitarie, cosi’ come di prodotti specialistici che vengono usati da Israele (es. i mezzi della Caterpillar), etc.

C’e’ una immensa aspettativa che il parlamento Europeo faccia importanti pressioni sul governo Israeliano, di cui colpisce l’assenza di assunzioni di responsabilità per la continua violazione dei diritti umani: dai soldatini di 20 anni alle piu’ alte gerarchie politico-militari, nessuno si assume la responsabilità di niente !

Pero’, si stanno concretizzando proposte costruttive come quella lanciata dalla Regione Toscana e dal Forum delle ONG palestinesi e israeliane di un’alleanza trilaterale: Europei, Israeliani, Palestinesi, a partire dalla gente, con la gente, dal basso; un’occupazione cosi’ lunga dimostra che c’era un errore di fondo nel metodo. Occorre un metodo nuovo: stare insieme, mostrare esempi dello stare insieme, una grande voce che deve salire dalla base, per liberare tutti sia gli Israeliani sia i Palestinesi.

Sono molto di piu’ le cose in comune che le differenze. Bisogna creare dei ponti, ad esempio parlando con gli studenti delle scuole Israeliane; Il PCFF, che vede la partecipazione congiunta di palestinesi e israeliani che hanno perso un congiunto in questo confronto armato, lo hanno fatto: 1200 incontri nelle scuole con un contatto di 30000 studenti.

Slogan: \\\"Riusciremo a deporre le spade (swords) quando riusciremo a usare le parole (words)\\\".

Insomma, quest’Assemblea e’ stata una grande occasione di ascolto; bisogna ascoltarci tutti quando ci sono i problemi, aprirci all’ascolto del resto del mondo e applicare azioni concrete di passione, volontà, solidarietà politica, il che significa la tenerezza dei popoli, tenerezza tra i popoli

Claudio Giambelli

fonte: http://www.cdbitalia.it

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