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La polizia locale come regolatore della vita sociale
13.10.2007

La polizia locale oggi .Dichiarazione congiunta degli organismi dirigenti nazionali del Forum italiano per la sicurezza urbana, F.P. CGIL, F.P. CISL., UIL F.P.L., S.U.L.P.M., ANVU, A.N.C.U.P.M., M.A.R.CO.PO.LO, Circolo dei 13 .La polizia locale come regolatore della vita sociale

La polizia locale, municipale o provinciale, è il principale regolatore della vita di tutti i giorni nello spazio pubblico delle città e nel territorio.

Regola il traffico e contrasta i comportamenti di guida rischiosi, tutela i consumatori e garantisce il rispetto delle regole del commercio, tutela l’ambiente, controlla lo sviluppo edilizio e contrasta l’abusivismo, presidia, prevalentemente a piedi, lo spazio pubblico per garantire sicurezza nelle città e nel territorio.

E’ questa funzione di regolatore della vita sociale, consolidatasi negli anni ’80 e ’90, che la distingue dalle attività di controllo e repressione della criminalità e di tutela dell’ordine pubblico garantite principalmente dalle polizie dello stato.

Trasformazione delle città e ruolo della polizia locale

Se oggi sempre più spesso si parla pubblicamente delle polizie locali, della loro importanza e della loro necessaria qualificazione, questo non nasce da un cambiamento o da un nuovo arricchimento di funzioni, o dal suo trasformarsi in polizia di sicurezza, ma dai cambiamenti intervenuti nelle città e nei territori, che sono il "luogo di lavoro", il contesto operativo della polizia locale.

Da oltre un decennio le città italiane sono al centro di una trasformazione urbana e sociale sempre più rapida e convulsa. Una trasformazione che investe lo spazio pubblico delle città come un fiume in piena, che produce disordine fisico e sociale; un disordine che va regolato giorno per giorno e mantenuto entro limiti accettabili. Nello spazio pubblico i fenomeni negativi si sommano e si intrecciano: fretta, maleducazione, inciviltà, violazione delle norme del vivere civile, degrado ambientale, mercati illegali, criminalità di strada.

In questo spazio la polizia locale fa di tutto: informa, educa, regola, sanziona, difende i più deboli da grandi e piccole prevaricazioni. Svolge cioè la propria specifica funzione di regolatore della vita sociale e lo fa conoscendo e applicando la legge, cioè le regole di vita che la comunità nazionale e locale democraticamente si è data. Per questo gli operatori, non possono e non vogliono girare mai la testa dall’altra parte, e intervengono, se necessario, anche utilizzando i propri poteri di polizia di sicurezza e giudiziaria.

E’ questa funzione così complessa che fa della polizia locale il principale strumento ordinario di regolazione e rassicurazione di ciò che avviene nello spazio pubblico delle città, una risorsa fondamentale delle politiche di miglioramento della sicurezza urbana.

Per questo non c’è bisogno di un’altra polizia di sicurezza, ma c’è bisogno di una polizia locale sempre più qualificata, professionale e attrezzata.

Le condizioni strutturali per una polizia locale di qualità

Sono tre le condizioni strutturali che rendono oggi possibile il dispiegarsi di una azione adeguata di polizia locale: un rapporto stretto con la comunità locale, un coordinamento strutturato con polizia e carabinieri, la possibilità di mobilitare tutte le risorse del comune o della provincia da cui si dipende.

La prima. I comportamenti negativi diffusi, di qualsiasi livello di gravità, possono essere contrastati solo con la partecipazione attiva e consapevole della comunità locale, solo se la comunità di riferimento condivide il valore negativo che ad essi viene attribuito e si responsabilizza nel contrastarli. E’ quello che si chiama controllo informale. La polizia municipale ha più possibilità di altri nel favorire questo processo perché sta nella comunità, conosce il territorio e le sue risorse, è parte integrante dell’istituzione più vicina ai cittadini, il comune. In Italia solo la polizia municipale ha le risorse potenziali per essere, insieme, polizia di prossimità e di comunità.

La seconda. Se nello spazio pubblico si incontra di tutto e si chiede agli operatori di polizia locale, com’è giusto, di non girarsi mai dall’altra parte, allora è indispensabile che essi possano contare in tempo reale, di fronte ad una rissa, ad una rapina, ad un episodio di resistenza particolarmente grave, sul contributo professionale delle polizie dello stato.

Controllo del commercio, della quiete pubblica, di aree industriali e casolari abbandonati, della residenza, sono attività ordinarie tipiche della polizia locale. Ma quando queste attività devono essere svolte in contesti dove si pratica un abusivismo di massa, in luoghi di divertimento con migliaia di giovani, in grandi complessi edilizi degradati, per effettuare sgomberi che coinvolgono decine di persone, allora è necessario che queste attività vengano realizzate in forma congiunta tra polizia locale e polizie dello stao. Alle stesso modo, se tutti, polizia municipale, polizia di stato e carabinieri, svolgono attività di controllo del territorio, a piedi o in auto, tutto questo deve rientrare in un piano di attività concordato e coordinato.

Ed è per tutti questi motivi che non sono accettabili le resistenza che si frappongono alla realizzazione di un vero coordinamento, di vere sale operative interconnesse e alla condivisione delle informazioni tra polizia locale, polizia di stato e carabinieri.

Infine il rapporto con gli altri servizi del comune. Una polizia di prossimità, com’è la polizia locale, è il primo osservatore diretto o il primo terminale di segnalazione di tutto ciò che non va. Problemi legati alla viabilità, problemi legati alla manutenzione e alla pulizia, problemi legati alle tante situazioni di marginalità o di conflitto che popolano le nostre strade. I cittadini si rivolgono alla polizia locale come a chi, nello spazio pubblico, rappresenta oltre al proprio servizio, tutto il comune. Per questo la polizia municipale e quella provinciale devono essere messe in grado di interagire con tutti i settori degli enti di appartenenza (province e comuni, associazioni e unioni) in modo che alle sue segnalazioni venga attribuito un carattere di priorità. Solo così la prossimità diventa fiducia e la fiducia la premessa per una maggiore responsabilizzazione della comunità nella regolazione sociale delle città.

 

 

 

Le condizioni organizzative per offrire un servizio qualificato

La polizia locale è in primo luogo il terminale del comune e della provincia nel rapporto con i cittadini; un cittadino in divisa che regola la vita sociale, ma che ha anche il potere di sanzionare o di limitare la libertà di un altro cittadino. Per questo la funzione di polizia locale, ancor più di ieri, non può che essere una funzione pubblica.

La complessità delle attività che fanno capo alla funzione di polizia locale richiede professionalità adeguate e certezza giuridica dei propri poteri. Sapersi rapportare con le persone anche in situazioni potenzialmente conflittuali, saper valutare le situazioni, essere consapevoli del proprio ruolo, trattare tutti da cittadini senza cedere agli stereotipi, saper conquistare la loro fiducia, saper lavorare in una struttura gerarchica, saper lavorare con altre professionalità, essere aperti all’innovazione sono tutte qualità proprie dell’operatore di polizia locale che richiedono una predisposizione personale e una formazione adeguata. L’una e l’altra sono componenti essenziali del profilo professionale dell’operatore di polizia locale. Per questo comuni, province e regioni condividono la responsabilità della selezione, della formazione e dell’aggiornamento del personale e della qualità delle dotazioni strumentali.

Operando in strada nelle attuali condizioni sociali ed ambientali gli operatori di polizia locale devono essere messi in grado, se necessario, di potersi adeguatamente difendere. Sentirsi sicuri delle proprie capacità e possibilità di affrontare situazioni critiche mette infatti gli operatori in grado di intervenire più prontamente a difesa dei cittadini più deboli.

Occorre infine affermare l’unitarietà del ruolo dell’operatore di polizia locale come elemento di garanzia di una ordinata vita sociale, nelle città e nel territorio, e come soggetto pubblico a cui è attribuito un ruolo formale di prevenzione, controllo e sanzione. Una unitarietà di ruolo a cui deve necessariamente corrispondere una qualifica giuridica unitaria: quella di agente o di ufficiale di polizia locale. Una "qualità" delle cui attribuzione deve essere unico responsabile il sindaco o il presidente della provincia.

La necessità di una nuova Legge nazionale

Il Forum italiano per la sicurezza urbana e le associazioni sindacali e professionali che adottano questa "dichiarazione" ritengono indispensabile una rapida definizione da parte del Parlamento di una moderna Legge nazionale in materia di sicurezza integrata e qualificazione delle strutture e del personale di polizia locale che si ispiri ai principi qui esposti.

Per questo hanno apprezzato l’iniziativa assunta da un gruppo di parlamentari che hanno presentato all’inizio della XV legislatura, in entrambi i rami del Parlamento, il progetto di legge a suo tempo promosso da Anci, Upi e Regioni (Camera n. 883; Senato n. 356).

Per questo considerano come un primo passo nella giusta direzione la decisione assunta dalla Commissione Affari costituzionali del Senato di iniziare, già nel luglio scorso, il suo esame.

Per questo si rivolgono ai Presidenti di Camera e Senato e al Ministro dell’Interno: ai primi chiedono di portare avanti celermente la discussione in Parlamento, al secondo di avviare un confronto con tutte le parti interessate che, partendo da quel testo, contribuisca a far maturare una proposta definitiva in sede parlamentare.

 

 

Roma 5 Ottobre 2007

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