«Vogliono imbavagliare i blog e la Rete». Il tam-tam online si scatena alla notizia del disegno di legge, approvato nel Consiglio dei ministri del 12 ottobre, che riordina la legislazione sull'editoria.«Non intendiamo tappare la bocca a Internet», tranquillizza subito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per l'editoria, Ricardo Franco Levi. I timori del popolo della Rete, capitanato anche stavolta da Beppe Grillo, riguardano la registrazione per siti e blog che fanno informazione, pur senza essere giornali. L'articolo 6 del ddl prevede infatti l'obbligo di registrazione al Roc (Registro degli operatori di comunicazione, tenuto dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) per «tutti i soggetti che esercitano l'attività editoriale», siti compresi. L'iscrizione non prevede costi (se non quello del bollo), ma comunque carte e burocrazia, anche se il sito non ha fini di lucro.
Ma a scatenare i «blogger» è stato il fatto che una testata registrata ha
responsabilità legali ben più pesanti, in caso di condanna per
diffamazione. L'equazione è semplice: se un sito non è un giornale può
venir riconosciuto colpevole solo di diffamazione semplice, e punito in
modo più lieve. Se invece è una testata registrata, ricade nella legge
sulla stampa, e quindi la diffamazione può diventare un reato penale, ai
sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice.
«Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia. Il mio blog non
chiuderà , se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno
Stato democratico», tuona subito Grillo sul blog.
Altrettanto pronta la risposta di Levi. «Vorrei tranquillizzare: non
intendiamo in alcun modo né "tappare la bocca a Internet" né provocare "la
fine della Rete". Non ne abbiamo il potere e, soprattutto, non ne abbiamo
l'intenzione». Levi sottolinea che l'obbligo di registrazione non
riguarderà chi ha un blog personale, ma solo chi mette in Rete un vero
prodotto editoriale. Una distinzione non semplice, che il Governo lascia
in sospeso: toccherà all'Autorità garante stabilire chi dovrà registrarsi,
promulgando un regolamento dopo l'approvazione della legge alle Camere.
Bisognerà aspettare.
Franca Ferri
ROMA
(Gazzetta del Sud - sabato 20 ottobre 2007)