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Liberali nell´occhio del ciclone (di Federico Orlando) |
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19.11.2007
Mentre si discute seriamente di liberalismo ed economia negli articoli di fondo del Corriere della Sera; mentre a un vecchio conservatore che si ostina a definirsi liberale come Piero Ostellino («Come può la sinistra sopravvivere alla propria conversione al liberalismo?») risponde Pietro Ichino: «Come può il liberalismo affermarsi oggi se non è la sinistra a farsene portatrice?»; si dà il caso che autorevoli liberali del centrosinistra, da Zanone a Dini, vadano a prendere il caffè a casa Berlusconi; e sembrino lasciare da parte non solo l´interrogativo di Ichino (che non è tutto, perché il liberalismo non può essere ridotto a sola economia); ma anche valori di fondo come la laicità dello stato e l´eguaglianza di tutti di fronte alla legge; oppure non facciano propria la richiesta di far pagare anche ai ristoranti e agli alberghi "ecclesiastici" le imposte che pagano albergatori e ristoratori "laici".
Forse è la stanchezza di questi giorni a indurli a dire o fare cose che un liberale non può dire né fare senza mettere in discussione se stesso.
Ci chiediamo, per esempio, come mai il presidente Dini, al quale va la nostra gratitudine per aver rimesso il termine "liberaldemocratici" al centro delle cronache politiche, non foss´altro che per il potere contrattuale conferito dal bipolarismo alle frazioni marginali del parlamento, vada a Milano a uno sconcertante incontro con La Malfa e Cisnetto e col fior fiore della destra forzitaliota in platea. Né comprendiamo perché il medesimo leader della pattuglia liberaldemocratica del senato consenta che di lui si scriva che potrebbe fare il ministro della difesa nel Prodi bis oppure il presidente del senato nella nuova legislatura a maggioranza berlusconiana. Francamente, se a noi qualcuno attribuisse un simile "questo o quello per me pari sono ", manderemmo all´incauto il guanto di sfida.
Altrettanto ci lascia increduli la presunta dichiarazione di Zanone, riportata da la Repubblica del 13 novembre, circa il mercato delle vacche senatorie : «Alla mia età , è stato un bel lusso dare un calcio alla fortuna per pura coerenza». Fortuna? Conoscendo Valerio da una vita, escludiamo lusinghe miliardarie o carrieristiche.
Però, con tutto il rispetto per persone che non hanno certo bisogno dei nostri consigli, noi ci permettiamo di opinare che, al pari della moglie di Cesare, leader liberali come Dini o Zanone non dovrebbero prendere il caffè col tentatore.
Altrimenti, le illazioni dei giornali si sprecano, in un paese dove il giornalismo e la politica spesso indulgono al guardonismo e al retroscena. O siamo troppo vecchi noi? Certo, ma non molto di più degli amici sunnominati.
www.criticaliberale.it
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