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Doppio turno, il grande assente (Enzo Balboni da lavoce.info)
27.11.2007
La proposta da Vassallo ha indubbi vantaggi rispetto alla legge elettorale attuale. Il meccanismo delle liste bloccate e il potere dei partiti nello scegliere l'ordine degli eletti rimangono, ma sono ridimensionati a favore del potere di scelta degli elettori. Mentre le dimensioni ridotte delle circoscrizioni dovrebbero determinare un certo effetto di sbarramento, la cosiddetta soglia implicita. Non ha però l'effetto di forte semplificazione del sistema partitico che, almeno in linea teorica, discenderebbe dall'adozione del modello maggioritario a doppio turno.

In premessa di ogni commento su un progetto di legge elettorale va chiarito a tutte lettere che le generalizzazioni valgono poco, perché la coda del diavolo sta nei dettagli. Inoltre l'assenza di effettiva esperienza induce a pronostici aleatori, spesso dominati dall'ansia di avveramento dei desideri di chi partecipa al gioco, vuoi come protagonista, vuoi come interprete.

Dalla Germania...

Ciò detto il sistema Vassallo-Chiaramonte-Ceccanti (ma ciò che conta è che provenga da Walter Veltroni) sembra funzionare così: 1) metà dei seggi sono messi in palio in collegi uninominali, in cui si sfidano singoli candidati, ciascuno collegato a una lista; 2) l'elettore sceglie tra i candidati in lizza per il suo collegio e, così facendo, assegna il proprio voto anche a una lista "bloccata" di candidati; 3) i candidati che vincono le sfide uninominali entrano comunque in Parlamento; 4) ciascuna lista ha diritto ad avere un numero di seggi rispetto al totale in palio – compresi quelli acquisiti dai suoi candidati vittoriosi nei duelli maggioritari – che sia proporzionale ai voti conseguiti; 5) se la quantità di voti raccolti da una lista le dà diritto a più seggi di quelli già conquistati dai suoi candidati nelle sfide uninominali, questi seggi sono assegnati ai migliori perdenti collegati con quella lista o, in mancanza, ai candidati inseriti nella lista bloccata. Quindi, tendenzialmente, il numero di seggi che sarà assegnato a ciascuna lista dipenderà dalla percentuale di voti conseguiti dalla lista nell'insieme. Tuttavia la selezione degli eletti, tra i soggetti collegati o inseriti nella lista, dipenderà in primo luogo dal grado di consenso che ciascun candidato avrà raccolto tra i cittadini. Un candidato molto gradito agli elettori entrerà in Parlamento direttamente dalla porta principale, quella del maggioritario. Un candidato meno popolare dovrà sperare di raccogliere comunque un livello di consenso relativamente alto, rispetto agli altri 'perdenti' del suo partito; un candidato che faccia affidamento solo sul proprio inserimento nella lista 'bloccata' non dovrebbe avere grandi speranze.

Per le ragioni appena dette il sistema che si vorrebbe adottare è prima di ogni altra cosa "proporzionale": in termini geografici questo è l'apporto "tedesco".

...alla Spagna...

Vediamo adesso i correttivi che dovrebbero recare un effetto maggioritario: e qui andiamo verso la Spagna. Un elemento molto importante è che la ripartizione dei seggi dovrebbe avvenire separatamente per ciascuna circoscrizione. Quindi, la proporzione sarà calcolata rispetto a un numero limitato di seggi da distribuire: al massimo sedici. Questo vuol dire che, anche senza soglie di sbarramento stabilite per legge, un partito molto piccolo, ad esempio con meno del 2,5 per cento di voti, difficilmente raccoglierà anche un solo seggio. In compenso, partiti deboli a livello nazionale, ma forti a livello locale possono sperare di "sfondare" almeno nelle circoscrizioni di riferimento. E anche un partito piccolissimo potrebbe riuscire ad avere un proprio rappresentante in Parlamento, se presentasse un candidato "eccellente", che fosse in grado di vincere la sfida uninominale.

Il sistema proposto presenta indubbi vantaggi rispetto alla legge elettorale attuale, che del resto ̬ quanto di peggio la tradizione costituzionale occidentale abbia mai visto. In primo luogo, il meccanismo delle liste bloccate Рe in generale il potere dei partiti nello scegliere l'ordine degli eletti - rimane, ma ̬ ridimensionato a favore del potere di scelta degli elettori. In secondo luogo, le dimensioni ridotte delle circoscrizioni dovrebbero determinare un certo effetto di sbarramento, la cosiddetta soglia implicita.

...Senza passare per la Francia

Naturalmente, il sistema non ha l'effetto di forte semplificazione del sistema partitico che, almeno in linea teorica, discenderebbe dall'adozione del modello maggioritario a doppio turno. Del resto, ci sarebbe anche da chiedersi se l'adozione di un simile modello non indurrebbe comunque tutti i partiti a formare già prima delle elezioni coalizioni molto ampie, ma per ciò stesso soltanto di facciata e fragili. È proprio questo uno dei punti che il progetto in esame intende affrontare, sul presupposto che sia meglio che i partiti corrano da soli, in un sistema trasparente, piuttosto che dare vita ad alleanze tanto estese, quanto perennemente in bilico e incerte al momento di governare sulla base del mandato democratico conseguito. Verrebbe da chiedersi, a questo punto, perché non venga analizzata e discussa, ma sia stata anzi rimossa dal tavolo, l'ipotesi maggioritaria modellata sul doppio turno alla francese, pur apportando a essa talune correzioni. Francamente fa sorridere che siano tanti quelli che iniziano i loro discorsi o interventi dicendo: "premetto che la mia prima opzione sarebbe per il maggioritario, tuttavia..." In fondo, non è di un secolo fa il referendum che, pur tra mille difficoltà, arrivò a sfiorare la maggioranza.

da www.lavoce.info

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