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Lotta all'AIDS,lettera di Bono degli U2 al Cancelliere Schroeder
25.07.2003

Onorevole cancelliere Schroeder,

non Le scrivo come una rockstar con una richiesta. Quando giornalmente 7000 africani muoiono di AIDS, non si tratta di una richiesta, ma di un caso di emergenza.

Io le scrivo per appellarmi alla sua forza di guida. Perché proprio adesso di questa si ha urgente bisogno – non solo per l’Africa ma anche per l’Unione Europea. Mercoledì mattina l’UE renderà noto, nella conferenza internazionale di Parigi per gli aiuti economici, l’ammontare del suo contributo al fondo globale per la lotta all’AIDS, alla tubercolosi e alla malaria. Sono già le dodici meno cinque, ma sembra che gli Stati membri della UE discutano ancora confusamente su cosa bisognerebbe fare in generale.

Alcuni Stati della UE hanno dichiarato l’istituzione di questo fondo "un problema", mentre questo fondo ci offre realmente una soluzione e salva delle vite. La questione è chiara.

Il fondo globale ha bisogno nel prossimo anno di 3 miliardi di dollari per sostenere il programma di aiuti concordato nei Paesi più poveri del mondo. Di questi soldi, un miliardo deve arrivare dall’Unione Europea.

Ho parlato di questo personalmente con il Primo Ministro Blair , e con il Presidente Chirac. Entrambi hanno esortato l’UE e la Commissione a decidere la concessione di questi mezzi finanziari. Ma un piccolo gruppo di Paesi, tra i quali anche la Germania, bloccano questo accordo.

Io e molte altre persone che sostengono le azioni umanitarie in Africa facciamo un grande fatica a comprendere questo atteggiamento.

Signor cancelliere federale, lei ha portato avanti una campagna concernente la liquidazione dei debiti che ha cambiato le condizioni di vita, particolarmente drammatiche, in alcuni degli Stati più poveri del mondo.

Grazie ai risultati del vertice di Colonia del 1999, oggi un numero di bambini tre volte più grande frequenta una scuola in Uganda.

Io l' ho incontrata nel 1999 a Colonia, e fui impressionato dalla sua franchezza sia nei miei confronti che nei confronti della campagna per la quale io mi sono impegnato.

So quanto fu difficile per Lei allora ricevere una adesione da altri Paesi ricchi per la liquidazione dei debiti. Ma Lei la ottenne, perché lei sapeva che il peso dei debiti per i Paesi più poveri era semplicemente troppo grande.

L’epidemia dell’AIDS, cui sono collegate le malattie della malaria e della tubercolosi, ha infranto il progresso raggiunto per la liquidazione dei debiti e per favorire maggiori investimenti. Intanto nei Paesi maggiormente colpiti l’aspettativa di vita è scesa a trenta anni. Gli uomini che muoiono di AIDS in Africa sono insegnanti, medici, contadini, uomini di affari, e soprattutto genitori.

Ci sono undici milioni di orfani di AIDS. Se non interveniamo, alla fine del decennio saranno 25 milioni. Noi siamo testimoni di un genocidio – e non ho usato questo termine con leggerezza.

La nostra immobilità ci rende complici. Ugualmente, se consideriamo il fenomeno da un punto di vista morale ed economico o sotto l’aspetto della sicurezza, il suo sviluppo va fermato.

Noi, nei Paesi ricchi, dobbiamo trovare una risposta, una risposta adeguata alla gravità di questa crisi.

Un primo passo in questa direzione potrebbe essere appoggiare pienamente il fondo globale.

Lei stesso lo ha riconosciuto quando ha aumentato la sua promessa originale a 100 milioni di euro – ma a partire dal 2005.

Io so, come tutti sanno, che la situazione del bilancio in questo momento in Germania è pesante.

Ma tempi difficili richiedono decisioni difficili – questi sono tempi nei quali si ha bisogno di guide forti e di visioni forti.

La questione, su che cosa l’Europa è d’accordo o meno, ha anche conseguenze su altri paesi che concedono aiuti economici. Gli Usa vogliono aspettare ancora di vedere quanti soldi l’Europa mette sul tavolo prima di prendere una decisione.

Il Presidente Bush ha promesso venti milioni di dollari all’anno per il fondo globale – i soldi sono una parte del suo più grande e audace pacchetto di aiuti per la lotta contro l’AIDS che prevede 15 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni.

Il Congresso ora tenta di alzare i 200 milioni ad un miliardo l’anno. Ma gli Usa vo0gliono vedere se l’UE finanzia un miliardo di dollari e il resto del mondo un altro miliardo. C’è moltissimo in gioco. L’UE si trova ora nella situazione di tracciare il cammino. Perché se noi ora facciamo quello che ci si aspetta e che è giusto, l’Europa potrebbe garantire la donazioni di altri milioni di dollari da altri Paesi. Ma se l’Europa non corrisponde le aspettative, minaccia di trasformare l’impegno europeo nella lotta contro l’AIDS in un nonsenso – in un momento nel quale l’unità europea è più necessaria che mai.

Il tempo passa in fretta. L’AIDS non aspetta nessuno e men che meno la burocrazia europea.

Il virus HIV è stato scoperto per la prima volta nel 1983. Venti anni dopo trenta milioni di uomini in Africa sono sieropositivi. Da due decenni stiamo lì con i nostri annaffiatoi mentre un continente va in fiamme.

In questo momento, Signor cancelliere, alla sua forza di guida spetta un ruolo di importanza vitale; da lei dipende se iniziamo o meno a spegnere questo fuoco.

Con grande rispetto,

Bono.

Traduzione a cura di Edmondo Montali.

 

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da www.fondazionedivittorio.it

24 Luglio 2003

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