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Cgil, Cisl e Uil per una nuova politica dei redditi
2.12.2007

Cgil, Cisl e Uil per una nuova politica dei redditi .Il testo redatto il 24 novembre .Cgil Cisl Uil, sabato 24 novembre hanno tenuto a Milano un attivo di quadri e delegati per discutere su "equità, sostegno dei redditi dei lavoratori e pensionati, meno tasse sul lavoro dipendente, rinnovo dei contratti di lavoro", chiedendo l’apertura di un confronto con il Governo e le controparti datoriali, dando vita ad una vertenza per incrementare il potere di acquisto delle retribuzioni, attraverso il fisco, i contratti, le tariffe, i prezzi e la casa. Cgil, Cisl e Uil rivendicano una nuova politica dei redditi che abbia come asse centrale la crescita e lo sviluppo delle capacità produttive e competitive del Paese, con un marcato segno redistributivo verso il lavoro dipendente, sostenendo le fasce sociali più esposte attraverso i salari ed una stabile e buona occupazione.

Verso questi obiettivi - a parere dei sindacati - dovranno essere dirottate le risorse derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, dalla crescita della produttività, dall’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.

Il punto di partenza dell’iniziativa sindacale è rappresentato dalle politiche fiscali e dai loro effetti sul lavoro e le retribuzioni. In questo contesto, per Cgil Cisl e Uil, la priorità è diminuire le tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati. Ciò deve essere fatto in maniera chiara e significativa, in modo che tutti possano percepirne i benefici. Un efficace intervento fiscale e tariffario a favore dei redditi e delle retribuzioni deve articolarsi, secondo le tre confederazioni, in una serie di interventi di carattere strutturale, con lo spostamento verso le priorità indicate di risorse pari ad un punto di PIL, attraverso un’intesa che articoli un percorso esigibile nel medio lungo periodo e di scelte prioritarie, di carattere congiunturale, da realizzare nel breve.

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PER VALORIZZARE IL LAVORO E FAR CRESCERE IL PAESE

CGIL CISL UIL considerano indispensabile ed urgente costruire le condizioni adatte a consolidare ed incrementare la

crescita economica del nostro Paese.

Considerano altrettanto indispensabile e coerente con questo obiettivo realizzare una maggiore equità sociale anche

attraverso una migliore distribuzione del reddito a favore delle fasce più esposte della popolazione alle difficoltà

dell’economia.

Una particolare attenzione va posta al lavoro.

La internazionalizzazione dei mercati e le turbolenze finanziarie impongono all’economia ed alla società italiana nuove

sfide competitive fondate su fattori di qualità quali l’infrastrutturazione materiale e immateriale, l’innovazione di processo

e di prodotto, la ricerca, la conoscenza, la universalità, inclusività e qualità del nostro welfare.

Occorre dunque realizzare uno sforzo congiunto di tutto il Paese, gravato da robusti ritardi strutturali e da un quadro

pesante di finanza pubblica, anche attraverso un efficace controllo della spesa pubblica per una sua reale

riqualificazione ed una rigorosa lotta agli sprechi.

Gli effetti positivi della crescita e del risanamento consentono di contrastare la penalizzazione del reddito dei lavoratori

dipendenti, di superare i problemi derivanti dalla incertezza e precarietà occupazionale dei giovani e, in maniera

particolare, delle donne, di fornire risposte più adeguate alla crescente area della non autosufficienza, per la quale

rivendichiamo interventi aggiuntivi in Finanziaria 2008,

Constatiamo, invece, che la legge finanziaria non propone scelte incisive a favore dei fattori dinamici dello sviluppo, se

non i corposi interventi previsti a favore della ristrutturazione della tassazione d’impresa che attendiamo si traducano in

investimenti produttivi che favoriscano la crescita del PIL e che non devono produrre buchi di bilancio, che riterremmo

intollerabili.

Lo stesso sostegno alla casa di proprietà premia uno dei patrimoni certamente più diffusi tra i diversi ceti sociali, ma

anche uno dei fattori economici in assoluto più statici.

Infine, la ulteriore dilazione dei tempi per portare a livelli europei la tassazione delle rendite finanziarie da un lato non

premia il lavoro e dall’altro sottrae importanti risorse alle politiche pubbliche.

Con il protocollo del 23 Luglio 2007 abbiamo dato una prima risposta alla condizione dei pensionati a basso reddito, dei

giovani, delle donne e degli immigrati. Ora è necessario, mentre si continua in quella strategia, dare una risposta al

lavoro dipendente per valorizzarne il contributo fondamentale che porta alla formazione e alla crescita della produttività,

la cui redistribuzione è assolutamente inconsistente.

Per questi motivi CGIL CISL UIL formalizzano, con la manifestazione del 24 novembre, l’apertura di un confronto con il

Governo e le controparti datoriali dando vita ad una vertenza per incrementare il potere di acquisto delle retribuzioni,

attraverso il fisco, i contratti, le tariffe, i prezzi, la casa.

Ciò significa rivendicare una nuova politica dei redditi che abbia come asse centrale la crescita e lo sviluppo delle

capacità produttive e competitive del Paese, con un marcato segno redistributivo verso il lavoro dipendente, sostenendo

le fasce sociali più esposte attraverso i salari ed una stabile e buona occupazione,

Cgil, Cisl, Uil, pertanto, propongono la seguente piattaforma da discutere in tutti i posti di lavoro e che dovrà costituire

l’asse strategico della nostra iniziativa nei prossimi mesi: verso questi obiettivi dovranno essere dirottate le risorse

derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, dalla crescita della produttività, dall’aumento della tassazione sulle rendite

finanziarie.

Il punto di partenza della nostra iniziativa è rappresentato dalle politiche fiscali e dai loro effetti sul lavoro e le

retribuzioni.

In questo contesto, per CGIL CISL UIL la priorità è diminuire le tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati. Ciò deve

essere fatto in maniera chiara e significativa, in modo che tutti possano percepirne i benefici.

Un efficace intervento fiscale e tariffario a favore dei redditi e delle retribuzioni deve articolarsi in una serie di interventi

di carattere strutturale, con lo spostamento verso le priorità indicate di risorse pari ad un punto di PIL, attraverso

un’intesa che articoli un percorso esigibile nel medio lungo periodo e di scelte prioritarie, di carattere congiunturale, da

realizzare nel breve.

La leva fiscale, oggi, va utilizzata non solo per far emergere le diverse capacità economiche dei contribuenti ma come

strumento di sostegno allo sviluppo e di redistribuzione del reddito, di lotta al lavoro sommerso, per tenere insieme

crescita ed equità.

Per CGIL CISL e UIL l’evasione fiscale è la vera emergenza nazionale da affrontare in modo determinato e risoluto.

CGIL, CISL e UIL apprezzano e condividono gli interventi messi in campo dall’attuale governo sul versante della lotta

all’evasione che mina alla radice il complesso del nostro sistema fiscale, compromettendone equità, trasparenza ed

efficienza.

E’ necessario proseguire ed intensificare la iniziativa politica e tributaria, bloccando tutti quegli interventi, presenti anche

nella discussione sulla Legge Finanziaria, tesi a depotenziare l’efficacia delle misure di contrasto all’evasione fiscale,

con particolare riferimento agli studi di settore.

È questa una battaglia civile prima ancora che economica.

CGIL CISL e UIL pensano che non c’è vera democrazia se non c’è democrazia fiscale. Bisogna quindi ristabilire il valore

delle legalità fiscale come tratto indispensabile della democrazia. Dobbiamo fare della lotta all’evasione fiscale l’obiettivo

di questo fine decennio come fu per l’ingresso nell’area dell’euro alla fine degli anni ‘90.

Intorno a questo obiettivo si può e si deve mobilitare tutto il Paese, perché dal suo conseguimento dipende il futuro

dell’Italia.

Capitolo centrale di questa battaglia è il miglioramento dell’efficienza della macchina fiscale, attraverso una

strumentazione coordinata tra i vari livelli istituzionali preposti alla fiscalità e semplificando gli adempimenti per

contrastare e dare certezze sempre maggiori alla lotta all’evasione fiscale.

A questo proposito va considerato il rapporto tra Agenzia delle Entrate ed Enti Territoriali per puntare ad un sistema

fiscale dotato di tutti gli strumenti volti a coordinare la fiscalità statale e quella locale, migliorandone l’efficienza

complessiva.

Vanno infine adottati provvedimenti che rafforzino il contrasto di interessi, cha ha delle significative ricadute sul piano

dell’economia sommersa e dell’evasione fiscale.

CGIL CISL e UIL chiedono che i redditi derivanti da investimenti finanziari di natura speculativa vengano tassati, per il

futuro, con un’aliquota del 20%.

CGIL CISL e UIL presentano le seguenti proposte:

1) Riforma dell’Irpef

· Aumentare le detrazioni sui redditi da lavoro dipendente e pensioni

In via prioritaria si ritiene opportuno realizzare un incremento delle detrazioni da lavoro dipendente e da pensione.

Un primo efficace intervento deve prevedere di rendere lineare la curva decrescente, a partire dai redditi medi e medio

bassi, anche attraverso una maggiore detrazione delle spese per la produzione del reddito e di uniformare le no tax area

a 8000 euro, di introdurre un bonus fiscale sotto forma di imposta negativa a favore degli incapienti, incrociando con i

dati ISEE.

La detrazione così ridisegnata dovrà, in futuro, essere adeguata all’andamento dell’inflazione con modalità da definire in

un tavolo annuale di confronto.

· Riduzione delle aliquote fiscali

Proponiamo una radicale riforma dell’Irpef, da realizzare in un arco temporale pluriennale, attraverso la quale realizzare

per via fiscale, un significativo spostamento di risorse a sostegno delle fasce di reddito nelle quali si colloca la

stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.

Ciò deve concretizzarsi attraverso una contestuale revisione delle detrazioni da lavoro dipendente e pensioni e della

scala delle aliquote, con particolare riferimento alla terza aliquota (38%), con l’obiettivo di aumentare il reddito

disponibile.

· Dote fiscale

Proponiamo di realizzare un unico strumento di sostegno fiscale alla famiglia con figli da realizzarsi attraverso la

unificazione delle detrazioni per carichi familiari e l’assegno famigliare; istituendo, in tal modo, una "dote" fiscale per i

figli da 0 a18 anni.

In via prioritaria, proponiamo la introduzione dello strumento della dote fiscale per i figli tra zero e i tre anni.

· Eliminare l’aggravio di tassazione del TFR.

Ad un’immediata riduzione della tassazione sul Tfr dovrebbe in prospettiva accompagnarsi una drastica riforma che

semplifichi sensibilmente il meccanismo di calcolo dell’aliquota ed evidenzi i benefici della tassazione separata.

Infatti, il Tfr ha subito negli ultimi anni un progressivo aggravio di tassazione, con effetti penalizzanti sui contribuenti con

redditi medio-bassi.

Pertanto chiediamo la revisione della tassazione del Tfr.

· Ridurre le imposte sulla previdenza complementare

Chiediamo la riduzione del carico fiscale sulla previdenza complementare, come previsto dal memorandum del 17

ottobre 2006.

2) Ridurre le tasse sugli aumenti contrattuali.

CGIL CISL e UIL propongono la riduzione delle tasse sugli aumenti contrattuali per consentirne una redistribuzione

immediata e visibile a favore dei lavoratori dipendenti. Propongono la diffusione generalizzata ed esigibile della

contrattazione di secondo livello e l’incentivazione e la riduzione delle tasse sugli incrementi di reddito collegati ad

obiettivi di qualità e a indicatori di risultato, come già avviato col Protocollo Welfare del 23 Luglio. Il ruolo e l’impegno

del lavoro nella crescita va premiato attraverso il rafforzamento della contrattazione. Ciò significa definire regole e tempi

più certi per la conclusione dei rinnovi contrattuali che garantiscono universalità nell’incremento delle retribuzioni e nel

godimento dei diritti e, soprattutto, un modello di relazioni sindacali che consenta la diffusione della contrattazione

aziendale o territoriale,

Chiediamo al Governo di farsi promotore e garante dell’avvio di un confronto con e tra tutte le controparti datoriali su

questi temi.

3) Federalismo fiscale

L’attribuzione dei tributi tra i diversi livelli di Governo e lo squilibrio di potere dello stato sui principali tributi locali

determinano, nell’attuale fase di transizione normativa, diverse anomalie fiscali che si scaricano sui cittadini. In

particolare, la riduzione di trasferimenti induce gli enti locali ad una politica di incremento della pressione fiscale locale,

sia nel numero dei livelli, sia nella quantità delle imposizioni.

La realizzazione di un serio federalismo fiscale è importante, ma deve saper affrontare il tema del carico fiscale

complessivo che grava sui cittadini. E’ necessario introdurre dei sistemi che consentano agevolmente di percepire e

distinguere le imposte pagate a livello nazionale e locale.

Bisogna mantenere fermo il principio che dal federalismo fiscale non devono derivare nuovi oneri per i contribuenti. A

questo proposito bisogna definire meglio le modalità per fissare e controllare il livello programmato di pressione fiscale

complessiva e la sua ripartizione tra i livelli di governo centrale e locale.

Nell’immediato chiediamo la convocazione urgente di un tavolo con tutti i livelli Istituzionali per aprire una discussione,

finora mai realizzata, sul disegno di legge delega, accelerandone l’iter dopo i necessari e concordati aggiustamenti.

Chiediamo, inoltre, la formalizzazione di un confronto costante con gli Enti locali, sia di quadro a livello nazionale con il

mondo della rappresentanza delle autonomie ma soprattutto locale, diffondendo la concertazione sui bilanci comunali e

regionali con l’obiettivo di combinare la riduzione della pressione fiscale, attraverso per esempio la riduzione delle

Addizionali IRPEF Regionali e Comunali, per lavoratori dipendenti e pensionati, anche con esenzioni per particolari

fasce sociali, con la qualificazione dell’erogazione dei servizi.

4) Politiche Fiscali per la Casa

CGIL CISL UIL, chiedono per gli affittuari, anche se incapienti:

Estendere i benefici per la stipula dei contratti di locazione a canale concordato su tutto il territorio nazionale

 una detrazione Irpef più elevata, almeno il doppio di quella prevista nella Finanziaria in discussione e analogo

raddoppio delle detrazioni attualmente previste per gli inquilini titolari di contratto a canale concordato

 l’aumento del tetto di reddito per la prima fascia a 30 mila euro e per la fascia successiva a 50 mila euro.

 l’innalzamento della detrazione IRPEF dal 30 al 50% per i locatori che affittano con canale concordato,

accompagnato dalla riduzione dell’imposta di registro dall’attuale 30 al 50%

 obbligo di pagamento del canone con forme che ne permettano la tracciabilità, unito a misure di contrasto

all’evasione ed elusione fiscale nel settore immobiliare.

L’obiettivo di un grande piano di incremento dell’offerta di alloggi in locazione a canoni compatibili con il reddito medio

dei lavoratori italiani va sostenuto con forza e concretizzato con interventi certi, prevedendo misure fiscali che

favoriscano i soggetti privati (imprese private, cooperative, no-profit) che intendono investire in questo campo.

Servirebbero, in quest’ottica, misure (come l’imposta di registro e l’aliquota Iva in forma ridotta) che incentivino il

trasferimento di terreni e fabbricati da destinare a case in locazione a canone sociale o agevolato. Servirebbe anche

l’applicazione dell’IVA al 4% per la costruzione o per le operazioni di recupero di immobili da destinare all’edilizia

sociale.

Occorre poi rendere permanenti le detrazioni previste sulle spese di manutenzione straordinaria e per la riqualificazione

energetica degli edifici. In un quadro in cui bisogna privilegiare sempre più le azioni di recupero e di risanamento del

patrimonio immobiliare esistente, occorre stabilizzare le detrazioni previste.

L’agevolazione fiscale del 55% va prevista inoltre per le opere finalizzate alla messa in sicurezza degli edifici

residenziali, a partire da quelli collocati nelle aree a rischio sismico.

Un punto delicato - per gli effetti indesiderati che potrebbe avere sul piano fiscale - riguarda il nuovo Catasto: pur

essendo noi favorevoli ad una seria e capillare azione di aggiornamento e di revisione dei dati catastali, proponiamo

un’applicazione graduale.

In particolare, il taglio dell’ICI risponde solo parzialmente al problema del reddito dei lavoratori dipendenti. Le eventuali

maggiori detrazioni ICI previste dalla legge finanziaria dovranno corrispondere a parametri di reddito e patrimonio e

riguardare esclusivamente la prima casa di abitazione

Chiediamo di inserire in Finanziaria un incremento delle detrazioni sugli interessi sui mutui per la prima casa (oggi al

19%) per venire incontro alla difficoltà di molte famiglie nel rispettare i tempi di pagamento delle rate del mutuo a causa

dell’aumento dei tassi di interesse e la maggiorazione degli interventi richiesti a favore degli affitti.

5) Tariffe e prezzi

Tutte le imprese che forniscono prodotti o servizi di pubblica utilità, che godono delle riduzioni del cuneo fiscale

(elettricità, gas, benzina, farmacie, banche, assicurazioni, etc.) devono provvedere ad una riduzione dei prezzi finali

all’utenza corrispondenti ai benefici ricevuti.

Generalizzare l’adozione della tariffa sociale nei servizi di carattere economico generale con il riconoscimento della

condizione di disagio economico attraverso l’Isee.

Generalizzare la possibilità di detrazione fiscale per gli abbonamenti casa lavoro. Per i servizi a domanda collettiva ed

individuale, contenere gli aumenti di tariffe, rette, contributi, tickets prevedendo riduzioni, sconti, gratuità secondo le

diverse condizioni di disagio economico. Prevedere agevolazioni per famiglie numerose o monoparentali con figli minori.

Per tutte le tariffe ed i prezzi nei quali è significativo il carico di Iva ed accise (in particolare, i prodotti petroliferi),

prevedere la neutralizzazione degli aumenti di gettito al crescere dei prezzi.

Il passaggio da tassa a tariffa per i rifiuti solidi urbani non deve comportare per le utenze domestiche ulteriori aggravi

del sistema tariffario, ivi compresa l’applicazione dell’Iva; per il servizio del gas, prevedere una riduzione delle accise e

dell’Iva dal 20 al 10% anche per i consumi di riscaldamento.

In ordine alla politica dei prezzi, il Governo deve avviare tempestivamente un tavolo di concertazione con parti sociali,

regioni, enti locali, per disincentivare/sanzionare gli aumenti speculativi, migliorare la concorrenza, introdurre incentivi

mirati al contenimento dei prezzi.

Occorre, infine, riattivare le Commissioni per il costo della vita – centrale e decentrate - con la partecipazione degli attori

sociali.

Assemblea Nazionale quadri e delegate/i CGIL CISL UIL

Milano Teatro Smeraldo 24 Novembre 2007

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