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Tonini, Il governo ha fatto un errore grave. Spero non si ripeta
11.12.2007
Il Riformista, 11.12.07
omofobia - parla tonini
Binetti e Turigliatto non sono casi uguali
«Il governo ha fatto un errore grave. Spero non si ripeta»

In caso di «sgrammaticature politiche», la libertà di coscienza può essere più forte del vincolo di fiducia tra il governo e la sua maggioranza. Perchè è regola nel gruppo dell'Ulivo che sulle questioni eticamente sensibili viga la libertà di coscienza. E sul caso "omofobia" «il governo ha commesso un errore». Sta tutto qui il caso Binetti, almeno a giudizio di Giorgio Tonini, senatore, cattolico, membro dell'esecutivo del Partito democratico. E molto vicino al segretario Walter Veltroni. In attesa che nel Pd si trovi una linea comune su questi temi, dice Tonini, meglio evitare «errori» e «sgrammaticature politiche» che, soprattutto se arrivano dal governo, mettono i parlamentari «con le spalle al muro».

«Il governo ha fatto un errore grave che spero non si ripeta più», ragiona Tonini, secondo il quale su questioni come vita, famiglia e sessualità, laici e cattolici insieme possono dare risposte migliori di quelle che sono oggi in grado di dare da soli. «Altrimenti - spiega - sono guai perché tutto diventa soltanto mediazione politica e rapporti di forza». «Non ho condiviso il comportamento della Binetti - dice ancora - tanto più di fronte all'impegno del governo a correggere l'emendamento. Però è avvenuta una forzatura che ha violato il principio del confronto, anche perché su quella questione c'è in corso un difficile confronto in commissione giustizia alla Camera. Non si può interrompere quella ricerca, introdurre un emendamento, e metterci su addirittura la fiducia». Dunque, si tratterebbe di una questione di metodo. Veltroni si chiede che democrazia è quella in cui pochi senatori valgono più di di milioni di elettori. Ma questo non dovrebbe valere per tutti, teodem inclusi? «La libertà di coscienza è un valore incomprimibile - insiste Tonini - E su temi controversi, quando c'è un problema non risolto, non si mette la fiducia. Poi c'è stato anche un eccesso di legittima difesa della Binetti. Una questione acerba non si può risolvere con l'accetta». Per Turigliatto e Rossi, però, non ci fu la stessa comprensione. Il rischio è che alla fine il dissenso cattolico appaia meno grave, o più legittimo, di quello laico.

«Tra il caso Binetti e quello di Rossi e Turigliatto - osserva Tonini - c'è una differenza che riguarda l'agenda del governo». «In quel caso - spiega Tonini - c'era da approvare il rinnovo delle missioni all'estero e ne andava della credibilità del nostro paese.

Era un atto dovuto. Qui, non c'era nessun obbligo se non quello di convertire il decreto sicurezza e non si capisce perché all'ultimo momento sia stata introdotta, per una forzatura politica di una parte della maggioranza, una norma che non aveva niente a che fare con quel decreto. Lì, c'era un dissenso di fondo sulla politica estera e quindi su un elemento cardine della politica del governo».

Anche i temi etici dovrebbero essere un elemento cardine per una maggioranza di centrosinistra. «Non è la stessa cosa - afferma Tonini - Ci sono procedure ordinarie di confronto che sono mancate. Non ci si può trovare all'improvviso a decidere su un tema così delicato e per di più col vincolo della fiducia. C'è stato un errore evidente». A questo punto c'è da chiedersi se un rimedio ci sia.

«La disciplina di gruppo è garanzia di pluralismo - è la risposta - Se questa manca, il pluralismo nega se stesso. Su questi temi sappiamo che l'eccezione è consentita dal nostro regolamento. A nessuno sfugge però che con i numeri del Senato l'eccezione è rilevantissima. D'altra parte, se il governo decidesse di mettere la fiducia sulla abrogazione della 194 ci sarebbero molti casi Turigliatto. La verità è che non bisogna arrivare a mettere le persone con le spalle al muro».

I teodem possono far valere la libertà di coscienza, Veltroni rassicura il Vaticano sulle coppie di fatto, i numeri in Parlamento consigliano cautela: anche se la senatrice Binetti afferma di sperare che il Pd divenga un luogo nel quale i cattolici possono esprimersi liberamente, sembra piuttosto vero il contrario, e cioé che sia il fronte laico ad avere qualche problema a farsi sentire. «Può darsi che vi sia questa difficoltà», riconosce Tonini che però avverte: «Se la propria visione delle cose viene affermata in modo aggressivo e rivendicativo non solo rischia di essere minoranza nelle istituzioni ma anche nella società». Lei sembra piuttosto ottimista sulla possibilità di trovare un terreno comune tra le due culture, ma non è chiaro se si tratta dell'ottimismo della ragione o di quello della fede. «Credo nel Pd - dice Tonini dopo una risata divertita - e penso che solo con il Pd si possono affrontare in maniera adeguata queste questioni».

Alessandro Calvi da Il Riformista dell'11 dicembre 2007

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